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Blocco del cracking, sindacati: "Rischio di ripercussioni economiche e sociali"

Dopo l'ordinanza sindacale di blocco delle attività del petrolchimico, i sindacati chiedono un incontro urgente al prefetto

BRINDISI - Dopo l’ordinanza di sospensione delle attività del petrolchimico emessa nella giornata di ieri (giovedì 20 maggio) dal sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, i sindacati chiedono un incontro urgente al prefetto di Brindisi in presenza di Eni Versalis e di tutte le società coinsediate, “per scongiurare le ripercussioni sociali ed economiche che potrebbero sfociare anche in problematiche di ordine pubblico”.

I segretari delle organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Ugl Chimici e Cisal, in uno con le Rsu, hanno incontrato stamattina la direzione della società Eni presso lo stabilimento di Brindisi, “per avere una precisa informativa - si legge in una nota congiunta - su quanto accaduto nella giornata di ieri, in merito all’ordinanza sindacale emessa dal sindaco di Brindisi relativa al fermo dell’impianto di Cracking”, a seguito di un forte odore acre percepito in tutto il territorio cittadino. 

Eni Versalis ha comunicato ai sindacati “l’inevitabile avvio delle procedure della fermata e messa in sicurezza di tutti gli impianti”. Gli stessi manifestano preoccupazione per l’ordinanza del primo cittadino, “che non condividiamo – si legge ancora nella nota congiunta - nel metodo e nel merito, in quanto, così come dichiarato dall’azienda, non supportata da evidenze certificate dagli enti preposti”.  I sindacati rimarcano inoltre che il provvedimento sindacale “determinerà la fermata immediata dell’intero petrolchimico, coinvolgendo, oltre a Eni Versalis, tutte le altre società coinsediate: Enipower, Basell, Chemgas, Bsg, Eni Rewind, e tutte le aziende dell’indotto per oltre 1500 lavoratori”.

Uiltec: "Perplessi e in disaccordo"

Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec nazionale, esprime il suo disappunto rispetto all’ordinanza di Riccardo Rossi. “L’obiettivo è ancora la fabbrica dove scatenare un sentimento antindustriale sempre più dilagante. Questa volta ad agire in tal senso è stato il sindaco di Brindisi e la sua decisione – afferma Pirani - presa con un’ordinanza comunale, di chiudere lo stabilimento petrolchimico della città pugliese ci lascia perplessi ed in pieno disaccordo” 

Paolo Pirani-2

“Di fatto – ha continuato Pirani- ha cessato di battere il cuore di un impianto che aveva ripreso a pulsare. La sospensione del ciclo di ‘cracking’ è un danno grave non solo per il sito stesso, ma anche per il territorio dove è ubicato, per le migliaia di lavoratori, tra diretti ed indotto, che ci lavorano. La questione degli odori fastidiosi che provengono dal petrolchimico e tutta da dimostrare; ora, invece, è certo è il danno economico che può avere pesanti ripercussioni sull’intero distretto industriale. Il neoeletto presidente di Confindustria Paolo Bonomi qualche volta ha polemizzato col sindacato che frena. La sua ironia sarebbe meglio indirizzata verso certi amministratori che guardano alla decrescita reale. Il Paese, dopo le ripercussioni della pandemia virale ha bisogno di rialzare la testa, uscire dal guado, e credere nella ripresa economica. Ci vogliono, però, più industria e meno atti populisti”.

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