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Erosione della costa: 25 milioni per realizzare 58 dighe a scogliera

“Interventi dall’isola di Apani al promontorio di Punta Penne”. Per la circolare del mare, 18 milioni per 14 fermate: dal porticciolo al Seno di Levante, passando dal Villaggio pescatori

BRINDISI – Costa da difendere. Litoranea da restituire alla città di Brindisi che, pur essendo città di mare, di quel mare – ad oggi – non può godere essendo concreto il rischio di crollo della falesia. Il progetto prevede la realizzazione di “58 dighe a scogliera sommerse lungo il tratto che da va dall’Isola di Apani sino al promontorio di Punta Penne”.

Crolli della falesia nella zona tra Apani e Torre Guaceto

Il tratto di costa

Il progetto è stato inserito dal Comune di Brindisi nel Cis, il contratto istituzionale di sviluppo, da presentare al tavolo della presidenza del Consiglio dei ministri, con una previsione di spesa pari a 25 milioni di euro, ipotizzando un “cantiere” della durata di 12 mesi.

L’obiettivo è la riduzione della pericolosità della zona che, in linea d’aria si estende per nove chilometri e mezzo ed è stata classificata ad “alta pericolosità geomorfologica”, tanto da rendere necessario il divieto di balneazione anche per l’estate 2019.

“Il tratto di costa oggetto dell’intervento è delineato da due promontori”, spiegano dagli uffici di Palazzo di città. “Quello di Torre Guaceto, a ponente, e quello di Punta Penne, a Levante. E’ la zona a rischio di erosione per effetto della predominanza dei venti di Tramontana-Maestrale e Greco-Levante. “Il processo erosivo costiero ha avuto un sensibile incremento nel periodo di tempo compreso tra il 2005-2008”, aggiungono sempre dalla sede del settore Urbanistica del Comune di Brindisi.

Le dighe

La soluzione prevede la realizzazione di 58 dighe a scogliera, distanziate e sommerse lungo il tratto: saranno “parallele alla linea di riva e dimensione in pianta pari a circa cento metri per 12, con varco tra ognuna pari a 35 metri”. Più esattamente, la distribuzione proposta sarà la seguente: 25 tra Apani e Torre Rossa, in zona Giancola; 29 tra Torre Rossa e Punta Patedda e quattro in zona Granchio Rosso.

In tutti i casi, il corpo delle scogliere sarà costituito con materiale naturale di cava: “La sezione è composta da massi naturali di seconda categoria (mille-tremila chili)”, si legge nella scheda illustrativa del progetto allegata al Cis. “La scogliera, dunque, non prevede la presenza di uno strato filtro e del nucleo, anche al fine di ottenere la maggiore permeabilità dell’opera e agevolare la circolazione idrica”. In altre parole, si esclude il ristagno dell’acqua.

Il fondo marino

Prima della posa dei massi che compongono la diga a scogliera, verrà realizzata la regolarizzazione del fondo marino mediante la costituzione di uno “scanno di imbasamento di spessore mediatamente pari a 50 centimetri e composto da massi naturali di peso, compreso tra 50 e 500 chilogrammi”.

Per la realizzazione degli interventi, l’Amministrazione comunale richiede il coinvolgimento della Regione Puglia, del Demanio dello Stato e del Consorzio di gestione dell’area protetta di Torre Guaceto.

La motobarca della Stp di Brindisi-2

La circolare del mare

Nella stessa ottica di restituire il mare alla città, il Comune ha definito il progetto per una nuova “circolare” via mare, appunto. Il mezzo di trasporto dovrà consentire a chi arriva a Brindisi dalle dorsali Nord e Sud di lasciare l’auto in sosta per spostarsi via mare.

Le fermate indicate sono 14, posizionate in punti ritenuti nevralgici, allo scopo di “evitare la penetrazione delle auto nel centro abitato e, quindi, per alleggerire l’attuale perso del trasporto su gomma”.

Bocca di Puglia, castello Alfonsino e Fontanelle

La fermata numero uno è stata individuata al porto turistico di Brindisi, Bocca di Puglia: sarebbe al servizio dei residenti nella zona Materdomini e, nel periodo estivo, di quanti vorranno raggiungere dalla città la prima spiaggia libera, vale a dire quella di  Cala Materdomini i cui lavori dovrebbero riprendere a breve.

Per la seconda fermata, il Comune ha pensato al castello Alfonsino: si tratta di uno stop che potrebbe avere una validità stagionale o collegata ad eventi particolari, da realizzare ai piedi del castello, sulla banchina già esistente ma che richiede intervento di ripristino. “In tal modo, il castello diventerebbe ancor più patrimonio dei brindisini e un imperdibile veicolo di promozione turistica”, si legge nella scheda del progetto. La zona Fontanelle dovrebbe coincidere con la fermata numero 3, al servizio di una zona molto urbanizzata.

Zona aeroportuale

La numero 4 dovrebbe essere realizzata nel “sedime aeroportuale”, per “consentire un collegamento via mare tra la banchina di Costa Morena, dove attraccano le navi da crociera, e l’aeroporto del Grande Salento”. In questo caso il Comune chiede la collaborazione con la società Aeroporti di Puglia, anche per la “gestione del trasporto dalla fermata dello shuttle sino alla stazione aeroportuale”. “Il tutto determinando condizioni estremamente favorevoli, oltre che suggestive, particolarmente rare nei porti del Mediterraneo”.

La motobarca che collega il porto interno di Brindisi-2

Monumento al Marinaio e Villaggio pescatori

La fermata numero 5 dovrebbe condurre al Monumento al Marinaio d’Italia, nel piazzale sottostante: in tal modo “i cittadini potrebbero fruire sia dello stesso piazzale che del Deposito Catene, visto che l’aera è già stata consegnata al Comune di  Brindisi e si appresta a diventare un giardino pensile affacciato sul mare”. La fermata successiva è stata definita “storica” ed è quella già esistente nel rione Casale. La numero sette sarà al Villaggio pescatori: era stata realizzata solo per consentire l’esecuzione dei lavori di rifacimento del lungomare Ammiraglio Millo, ma l’Amministrazione la ritiene utile e necessaria per realizzare un più vasto collegamento.

Seno di Ponente

Con la fermata numero 8, si dovrebbe arrivare al Cillarese e al Seno di Ponente: “E’ strategica in quanto consente di evitare l’ingresso in città delle auto provenienti dalla direzione Nord, ossia Bari, Fasano, Ostuni, San Vito dei Normanni o ancora San Michele Salentino”, spiegano da Palazzo di città. “A tal fine si ipotizza l’uso di aree parcheggio già esistenti all’interno del parco Cillarese, oltre a quello da realizzare (ex novo, ndr) nell’area retrostante il circolo tennis”. La zona è quella che si trova accanto al vecchio comando provinciale dei vigili del fuoco.

Banchina Montenegro e Capitaneria di porto

Con fermata numero 9 di dovrebbe arrivare sulla banchina Montenegro, così come avviene ad oggi, nel cuore del lungomare Regina Margherita. Con la numero 10, ci si sposterebbe in prossimità della Capitanerie di porto: la fermata, già esistente, consentirebbe la fruizione del collegamento via mare sia a quanti attraversano i corsi, sia a chi usa l’area parcheggio di via del Mare così come a quanti usufruiscono della navetta verso la stazione ferroviaria, in piazza Crispi.

Seno di Levante

Il tragitto prosegue con la previsione della fermata numero 11, al Seno di Levante: “Consentirebbe la fruizione della circolare a quanti arrivano a Brindisi dalla dorsale Sud, ossia Lecce, Torchiarolo, San Pietro e Cellino San Marco”, dicono dal Comune. L’area parcheggio già disponibile è quella di via Spalato. Il progetto prevede la realizzazione di due zone per posti auto a raso nel sedime ferroviario, per il collegamento con la ex stazione marittima, che viaggia parallelamente a via Bastioni. “E’ stata accertata la disponibilità di Rfi a cedere tale area per la creazione di strutture al servizio della città”, è stato sottolineato nella descrizione dell’intervento. “Un’altra ampia area parcheggio potrebbe essere creata nell’aera Eni che costeggia il canale Patri”. In questo caso esistono vincoli idrogeologici, ma per il Comune sono superabili trattandosi di parcheggio a raso. “La stessa fermata potrebbe diventare strategia per il collegamento con la zona industriale”. Dalla banchina sino a viale Arno, nel progetto è ipotizzata la “costruzione di una scala mobile”. Dagli uffici di Palazzo di città si ricorda che “nella stessa zona esiste una stazione degli autobus che il Comune ha realizzato, senza mai utilizzarla”. Un collegamento via mare di questo tipo “renderebbe ancora più appetibile la fruizione della zona ex Nafta, una volta eseguiti gli interventi di bonifica”.

Msc Magnifica 4-2

Sant’Apollinare e Costa Morena

La circolare del mare dovrebbe consentire di raggiungere anche Sant’Apollinare, realizzando quindi il collegamento tra le banchine del porto interno e medio con il centro di Brindisi e con il capannone ex Montecatini, nel caso di fruizione come area fieristica (anche questa inserita nel Cis). La penultima fermata dovrebbe coincidere con Costa Morena, per essere al servizio dei crocieristi, mentre la numero 14 è quella conclusiva coincidente con la fermata aeroportuale.

Per il progetto è stato previsto un costo complessivo pari a 18 milioni di euro. Quanto alla tempistica, non meno di 48 mesi, con il coinvolgimento dell’Autorità di sistema portuale e della Società trasporti pubblici, in aggiunta alle Ferrovie dello Stato e ad Aeroporti di Puglia.

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