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Area terminal o discarica a cielo aperto? La sfida di Costa Morena

In dirittura di arrivo, si spera, protocollo per consentire all'Autorità di sistema portuale di gestire il piazzale

BRINDISI – Importante incontro tecnico, nella tarda mattinata di oggi 1 ottobre, nella sede del Consorzio dell’Area di sviluppo industriale di Brindisi, tra lo stesso ente, l’amministrazione comunale e l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale. Il “paziente” questa volta è stata la grande area di sosta pubblica all’esterno del varco doganale di Costa Morena Ovest, da dove si accede alla zona di imbarco e sbarco Schengen ed extra Schengen di Punta delle Terrare.

In quel punto c’è anche il terminal passeggeri privato costruito molti anni fa dalla società brindisina “Il Mondo”, struttura che l’Authority vuole acquisire assieme all’area di sosta, per risolvere il problema dell’accoglienza e dell’assistenza ai passeggeri dei collegamenti con Grecia e Albania (ma in futuro anche ai crocieristi). Ma facciamo un passo alla volta, tanto più che mettere piede in quel gigantesco parcheggio è come sbarcare in una discarica.

Come mostra il video che abbiamo realizzato oggi pomeriggio, le stratificazioni di spazzatura dimostrano l’assenza pressoché totale di una reale cura e manutenzione dell’area di sosta. Situazione inaccettabile, se si considera che forse i camionisti che ci passano da anni ci hanno fatto il callo, ma non certo i passeggeri diretti al check-in delle agenzie marittime o al bar nel terminal. Un brutto (orribile, direbbero gli inglesi) biglietto da visita per la città e il suo porto.

A nulla sono servite le segnalazioni, le proteste, le istanze accumulatesi negli anni. La discarica c’è sempre. Ma forse, anzi molto probabilmente una soluzione è molto prossima. Torniamo all’incontro di stamani. C’erano il presidente dell’Asi, Domenico Bianco, il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Ugo Patroni Griffi, e per il Comune di Brindisi l’assessore Tiziana Brigante che ha la delega ai Trasporti, mobilità, porto, aeroporto e retroportualità, con il dirigente Fabio Lacinio.

I passeggeri al terminal-2

Sul fatto che la grande area di sosta (perfettamente funzionale come servizio per la zona nave-banchina, come mostra l’immagine di apertura) possa essere gestita totalmente dall’Authority sono tutti d’accordo. Il protocollo si sarebbe potuto firmare anche oggi se non fosse stato per una questione non secondaria, che richiede una formula appropriata per il passaggio di gestione.

Sul sito infatti c’è un progetto finanziato con i fondi di un Interreg Italia-Grecia di cui è capofila l’Asi di Brindisi (circa 900mila euro, sembra), con cui l’area dovrà essere recuperata, attrezzata per l’organizzazione degli accessi al varco doganale, e dotata di stabili servizi di pulizia, manutenzione e assistenza. E l’impegno assunto nel momento in cui si accede a fondi europei prevede che per dieci anni l’area non possa essere né alienata, né oggetto di cambi di destinazione d’uso.

Il protocollo pertanto deve tenere conto di tutti questi vincoli, e va materialmente completato in questi passaggi. Un ulteriore, logico passo, dovrebbe essere l’acquisizione – e qui non ci sono vincoli legati a progetti – da parte dell’Authority del terminal privato della società “Il Mondo”. Al momento infatti per l’Adsp è urgente mettere in campo servizi integrati ai passeggeri e in particolare a quelli per l’Albania, tra i quali ormai anche molti turisti italiani, e ai crocieristi che non possono continuare a sbarcare tra cumuli di materiali ferrosi e il molo Enel, senza attendere la realizzazione di altre opere.

Ma per l’acquisizione del terminal ci vuole anche l’ok del Comune di Brindisi, che ancora non è giunto. Vedremo se questa impasse si sbloccherà in tempi ragionevoli, visto che l’operazione è vitale per il traffico Tir e viaggiatori.  Il terminal privato, oltre all’area check-in a piano terra, ai servizi igienici, al servizio di ristoro, al primo piano dispone di 500 metri quadrati destinabili a zona di attesa. Cosa si aspetta?

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