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Immobili confiscati a Brindisi, ok al progetto di recupero per attico e villa

Il Comune ha dato il via libera alla ristrutturazione degli immobili in via Brin e in via Montebello, per 393 mila euro

BRINDISI – Via libera ai lavori di ristrutturazione per un attico e una villa confiscati alla criminalità organizzata e diventati di proprietà del Comune di Brindisi: gli immobili diventeranno case per le famiglie in condizioni di fragilità, al termine delle opere edili e dell’acquisto degli arredi, a fronte di un costo stimato pari a 393mila euro.

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Il progetto

L’Amministrazione lo scorso 14 ottobre ha approvato il progetto esecutivo per gli “interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione” dell’attico che si trova in via Montebello, al civico 17 (rione Santa Chiara) e per la villa in via Benedetto Brin 31 (Casale), entrambi inseriti nel “Pon Legalità 2014-2020”, destinato alla “Prima Casa, rete cittadina di casa per i senza fissa dimora, centri per l’accoglienza e integrazione per i soggetti a rischio devianza”.

Si tratta di immobili entrati a far parte del patrimonio del Comune, in seguito a confisca per effetto di sentenze di condanna definitiva nei confronti di brindisini, riconosciuti colpevoli di aver fatto parte dell’associazione di stampo mafioso denominata Sacra Corona Unita. Il progetto definitivo è stato approvato lo scorso 3 settembre, dopo l’ottenimento dei fondi dal Ministero dell’Interno, per un totale di quasi 400mila euro, portando alla fase successiva, quella esecutiva, validata dal responsabile del procedimento amministrativo.

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I fondi dei Ministero dell'Interno

L’Amministrazione può contare sulla disponibilità di 393.854,35 euro, stando al decreto trasmesso lo scorso 18 giugno: i lavori edili  a base d’asta ammontano a 200.361,90 euro, importo al quale vanno sommati gli oneri per la sicurezza pari a 10.190 euro, per un totale di 210.551,90 sul quale è stata conteggiata l’Iva con aliquota al 22 per cento, per 46.321,42.

Sono state inserite nel conteggio anche le spese per l’acquisto di arredi e attrezzature per 80mila euro, con Iva al 22 per cento per 17.600 e poi le spese per incentivi per 4.211,03, quelle per rilievi e indagini pari a duemila euro, quelle per allacci ai pubblici servizi per 3.500 e  quella per la pubblicazione della gara pari a mille euro. E poi ancora, le spese gestionali pari a duemila euro, quelle finalizzate all’attività di divulgazione e promozione dell’intervento pari a 21.500.

Tra i lavori necessari, sono stati indicati quelli di demolizioni di pareti interne agli immobili, la sostituzione della pavimentazione, la posa in opera di nuovi, la sostituzione di impianti elettrici, idraulici, di riscaldamento e condizionamento, la posa dell’intonaco e la tinteggiatura delle pareti.

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La finalità del progetto

“Attraverso il recupero di unità abitative confiscate alla criminalità organizzata, oggi iscritte al patrimonio pubblico comunale, sarà possibile pensare a chi si trova in condizioni svantaggiate”, spiegano dagli uffici di Palazzo di città, nella relazione allegata al progetto di ristrutturazione. “L’impegno dell’Amministrazione va nella direzione di fornire risposte alle emergenze sociali volte ad elevare il livello di benessere dell’intera comunità, attingendo a tutte le forme di finanziamento comunitario, nazionale e regionale che consentano di compensare le difficoltà di bilancio”.

“In tal modo si migliora il tessuto urbano attraverso la riqualificazione di spazi abbandonati e si attivano servizi innovativi intorno al tema dell’abitare a favore di cittadini e famiglie delle fasce svantaggiate”, si legge ancora.  “Inoltre si sottraggono alcuni immobili confiscati dal rischio di utilizzo illecito legato al racket delle abitazioni e alle occupazioni abusive, si forniscono alternative concrete nei casi di disagio grave ed emergenza abitativa ed opportunità di reinserimento sociale attraverso percorsi volti all’autonomia abitativa”. Il prossimo passo sarà l’indizione del bando di gara per l’affidamento dei lavori di ristrutturazione.

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