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Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità

Viaggio nel parco Cesare Braico, il polmone verde della vergogna

Cordoli dei viali distrutti, griglie di raccolta dell’acqua piovana divelte, edifici trasformati in ruderi. Degrado ovunque che suscita amarezza e rabbia

BRINDISI – Continua a lasciare senza parole, nonostante la situazione è sempre la stessa da anni ormai, lo stato in cui versa il parco comunale Cesare Braico a Brindisi, sito in via Appia al cui interno c’è la sede dell’istituto alberghiero Sandro Pertini, visitato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Versa in stato di totale degrado e abbandono: vittima dell’incuria, dell’inerzia di chi dovrebbe occuparsi della manutenzione e dei vandali.

degrado al parco cesare braico2-2

Un polmone verde nel centro urbano di una città già penalizzata dalla presenza di imponenti impianti industriali, che si estende per 55mila mq occupando un intero isolato (si affaccia anche su via Appia, via Alessandro Favia e via Cappuccini). Un polmone verde che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello della città ma che è sempre più dimenticato dalle amministrazioni che si succedono nel tempo.

Le foto a corredo di questo articolo, inviate da un lettore e frequentatore del parco, scattate nel pomeriggio di oggi, sabato 23 febbraio, non mostrano nulla di nuovo rispetto a una situazione già nota a tutti  da anni che va sempre più a peggiorare. E che nessuno riesce a risolvere. Cordoli dei viali distrutti, griglie di raccolta dell’acqua piovana divelte, edifici trasformati in ruderi. Degrado ovunque che suscita amarezza e rabbia.

degrado al parco cesare braico1-2

Il parco continua a essere una delle mete preferite dei brindisini che praticano sport all’aperto o di famiglie che vogliono far respirare aria un po’ più pulita ai propri figli. Non va dimenticato che al suo interno, come spiega il sito internet “Giardini della Puglia” che ha dedicato una pagina al Cesare Braico di Brindisi, sono presenti pini, eucalipti, lecci, ulivi, palme, magnolie, pini d’Aleppo disetanei, conifere, mimose, salici piangenti, oltre che diverse specie arbustive, siepi, erba e vegetazione spontanea. Nacque come parco del Sanatorio antitubercolare, inaugurato nel 1936 fu dismesso nel 1972.

Purtroppo oggi non si può fare altro che raccontare dello stato in cui versa e di quanto è importante un’area verde nei centri urbani, nella speranza che qualcosa prima o poi cambi. 

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