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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Parroco trasferito: i laici della parrocchia scrivono al vescovo

Accade alla chiesa di San Nicola, al quartiere Paradiso di Brindisi. Nella lettera si conferma obbedienza, ma tra molte perplessità

BRINDISI - I membri laici del consiglio pastorale della parrocchia di San Nicola, del quartiere Paradiso di Brindisi, hanno scritto nei giorni scorsi una lunga lettera all’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, monsignor Domenico Caliandro (nella foto sotto), a proposito delle modalità del trasferimento ad altra parrocchia di don Cosimo Zecca, con il quale la comunità in questione aveva intrapreso un importante cammino di proiezione all’esterno, nella società e tra i problemi di un contesto sociale con varie criticità. Proponiamo il testo integrale della lettera stessa.

Il vescovo Domenico Caliandro-2

“Eccellenza, abbiamo appreso in questi giorni del trasferimento del nostro parroco, Don Cosimo Zecca, presso un’altra parrocchia della Diocesi. Il dispiacere è grande, l’incomprensione anche, non avendo avuto alcuna parola, da nessuno, che accompagnasse questa scelta e la rendesse più accettabile e/o condivisibile.

Sei anni, ci sembrano davvero pochi, e lo sono realmente se pensiamo al cammino che la nostra Comunità sta conducendo anche e soprattutto grazie a Don Cosimo. Eppure questi giorni che, come Consiglio pastorale, abbiamo desiderato prenderci prima di scriverLe, hanno fatto emergere quelle che crediamo essere le vere ragioni del nostro dispiacere davanti a questa notizia.

Sappiamo che questa decisione ha comportato difficoltà prima di tutto a Lei, che si è trovato a interrompere un percorso comunitario che cominciava a entrare nel vivo, ma abbiamo comunque la speranza che come sempre fino ad ora, la nostra Parrocchia, la nostra Comunità venga affidata a un altro sacerdote che generosamente, come sempre abbiamo avuto la grazia di vivere al Quartiere Paradiso, si spenda senza riserve per il gregge affidatogli.

Le garantiamo di accogliere e custodire don Alessandro D’Agostino, come fino ad ora abbiamo provato a fare con tutti i sacerdoti che sono stati chiamati a svolgere il loro ministero presso la nostra Parrocchia. Tuttavia, Eccellenza, questa decisione ci risulta davvero difficile da accettare, ci spiace lo stile con cui è stata presa. Come Comunità, non vogliamo contestare i “poteri” che la Chiesa riconosce ai suoi Vescovi, ma sicuramente non essere interpellati in alcun modo sulle scelte riguardanti la nostra Parrocchia, ci lascia un po’attoniti. (Nella foto sotto, don Cosimo Zecca).

Don Cosimo Zecca(1)-2

Sono passati ormai tanti anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II e quest’occasione fa ricordare a noi laici che abbiamo ancora molto da lavorare per rendere concrete e visibili nelle nostre realtà ecclesiali quanto i Padri conciliari augurarono in quegli anni; ci riferiamo al coinvolgimento dei fedeli laici nelle decisioni che riguardano la vita delle comunità Parrocchiali. Vorremmo conoscerla di più Eccellenza, e vorremmo che lei conoscesse di più noi, le attività che portiamo avanti, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, che saranno la Chiesa brindisina del domani.

In questa occasione ci rendiamo conto, invece, che una delle ragioni di tanto dispiacere è proprio la distanza che ci separa. Distanza che ci fa vivere questo cambiamento come fosse il frutto di una semplice e ordinaria applicazione di chissà quale norma canonica, come effetto di un tratto di penna… Eppure, quante storie coinvolge quel tratto di penna…!

Chiediamo che anche la nostra Chiesa locale, come sembra avvenire per quella universale, viva questa primavera di “sinodalità”: come stile di Chiesa. Vorremmo Eccellenza che i sentieri dei laici, dei religiosi e dei sacerdoti si incontrassero, che si aprissero strade di discernimento comunitario, che la pastorale diocesana formasse ad una “diaconia diocesana”.

Ma perché questo accada, come laici abbiamo bisogno anche del suo aiuto, della sua presenza, della sua partecipazione. Come vede, Eccellenza, possiamo fermarci al dispiacere provocato da un saluto, per noi, o da una scelta difficile, per Lei, oppure cogliere l’occasione per cominciare a camminare insieme e a dare forma, insieme, alla nostra Diocesi”.

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