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“Vietato morire”: la mamma di Noemi agli studenti del Morvillo-Falcone

Presenti anche i genitori di Melissa Bassi e le amiche, Azzurra e Selena, all’iniziativa della questura. La dirigente scolastica: “La violenza non è amore”

BRINDISI – “Ragazze e ragazzi, vietato morire: ricordate e fate vostra, ogni giorno, questa frase che vi consegno in nome della mia Noemi, perché la violenza non è mai amore”. Con il viso rigato dalle lacrime di un dolore senza fine e la voce a tratti rotta dall’emozione, Imma Rizzo, la mamma di Noemi Durini, uccisa a 16 anni da chi diceva di amarla, ha incontrato gli studenti dell’istituto professionale di Stato per i Servizi sociali Morvillo-Falcone di Brindisi e della sede distaccata di San Vito dei Normanni. L’incontro è avvenuto in occasione dell’iniziativa dal titolo “Questo non è amore”, organizzata dalla questura di Brindisi alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne (il prossimo 25 novembre). All’esterno dell’istituto, il camper della Polizia di Stato.

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La mamma di Noemi e i genitori di Melissa

Questa mattina, nell’auditorium dell’istituto, la mano della mamma di Noemi ha stretto quelle di Rita e Massimo Bassi, genitori di Melissa, la studentessa del Morvillo uccisa nella strage consumata all’ingresso della scuola, poco prima del suono della campanella, la maledetta mattina del 19 maggio 2012.  Melissa aveva 16 anni e un sacco di sogni che avrebbe voluto diventassero realtà, così come Noemi. Come ogni giorno stava per entrare in classe, accanto alle sue amiche-sorelle, Azzurra e Selena. Sia per i genitori che per le ragazze, è stata la prima volta in quella scuola dopo la tragedia. Hanno accolto l’invito della dirigente scolastica Irene Esposito: “Ringrazio tutti per aver aderito all’iniziativa. E’ una mattinata di riflessione su un tema di grande importanza e allo stesso tempo una importante lezioni di vita”, ha detto in apertura della manifestazione, condotta dalla giornalista Stefania De Cristofaro, di BrindisiReport.

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Le amiche di Melissa: Azzurra e Selena

Azzurra si è sposata ed è diventata mamma: “Ho voluto chiamare mia figlia Melissa”. Lo stesso farà Selena. Lo ha promesso. “Melissa è sempre con noi, ogni giorno”, hanno detto le ragazze prima che la voce si strozzasse in gola.

Sono diventate definitive le condanne per gli autori dell’omicidio di Noemi e per la strage dinanzi al Morvillo: il primo è stato condannato a 18 anni e otto mesi di reclusione (in abbreviato), l’altro all’ergastolo. Ma il dolore di una madre e di un padre non conoscerà fine, ma hanno trovato la forza di andare avanti.

Alzando gli occhi al soffitto, Imma Rizzo, pensando alle due ragazze strappate alla vita, coetanee degli studenti del Morvillo, ha letto un messaggio che lei ha scritto con il cuore: sono state parole dettate dall’amore di Noemi per la vita, come se le avesse scritte Noemi.

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La lettera di Noemi

“Sono Noemi, voglio parlarvi delle giornate di ragazza come voi e dei tormenti per i compiti da fare, delle regole da rispettare, dei conflitti e delle frivole chiacchiere, delle gioie inaspettate, delle risate e delle ansie senza fine”, ha detto Imma Rizzo. “L’amore è la cosa più importante che muove il mondo, che noi adolescenti scopriamo con occhi di incredibile meraviglia. Un mondo in subbuglio il nostro, dove tutto è vissuto all’ennesima potenza, dove si ha fretta di entrare nel misterioso mondo degli adulti. Io in quel mondo ci sono entrata con violenza, mi si è aperto in varco, non ho avuto la forza di trattenermi. Sono diventata schiava di un sentimento, dimenticando e umiliando me stessa”. Impossibile trattenere le lacrime. “Dall’amore sono arrivata al territorio del male, della violenza e della negazione di se stessi”.

Nel passaggio successivo, il messaggio agli studenti: “Ragazzi, niente ha potuto fermare questo legame malato: quando scambi l’amore per la dipendenza, la carezza diventa schiaffo, la gentilezza si trasforma in volgare insulto e la scoperta del corpo abbatte pudore e rispetto”, ha continuato a leggere la mamma di Noemi. “Oggi ricordo con tenerezza infinita tutte le volte che non ti ho ascoltato, mamma, e voi adulti rompiscatole forse sapevate già quanto può essere crudele la vita. Non vi ho creduto. A voi amici, dico di vivere. Diventare grandi, non è essere liberi da regole. La regola condivisa è la fase per creare bellezza e amore. E l’amore non è mai violenza”. Mai.

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Con lungo applauso, gli studenti hanno voluto abbracciare la mamma di Noemi. “Se potete ricordarmi in qualche vostro passo, in qualche vostra canzone, in questo bel viaggio verso l’età adulta, ricordatemi quando ci sarà da scegliere tra la vita imperfetta, ma libera da dipendenza e ricatti, e la morte che porta alla negazione del rispetto e dell’amore per voi stessi. Ricordatevi che è vietato morire”.

Alla manifestazione hanno preso parte oltre al questore Ferdinando Rossi,  il prefetto Umberto Guidato; il procuratore capo Antonio De Donno, il provveditore agli studi Giuseppina Lotito; l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brindisi, Isabella Lettori; la presidente della Commissione alle Pari opportunità, Anna Maria Calabrese, e l’avvocato Vita Cavaliere, componente della stessa commissione; la psicoterapeuta Isabella D’Attoma. Ciascuno ha portato il proprio contributo nel settore di competenza.

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I messaggi delle autorità 

Il questore, dal canto suo, ha raccolto tutto il dolore misto a rabbia  di Imma Rizzo e ha garantito il massimo supporto alle donne spiegando il funzionamento del protocollo chiamato Eva che garantisce tempestività di tutte le forze dell’ordine, in caso di necessità, sottolineando l’importanza della denuncia, così come evidenziato dal dirigente medico Alessandra Arpaio e dal sovrintendente Alessandro Stamer: “Mai avere paura di denunciare gli episodi di violenza”, ha detto commentando l’audio di una richiesta di aiuto al 113, arrivato da una ragazza di 21 anni di Brindisi.  “Bisogna superare i timori e andare oltre il muro del silenzio: le forze di polizia ci sono”.

Il video della manifestazione

Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni di legge, racchiuse nel cosiddetto Codice Rosso, viene garantita tempestività nella trasmissione della notizia di reato, come ha sottolineato anche il procuratore capo: avviene al più tardi nei tre giorni successivi alla denuncia. De Donno coordina un pool di magistrati, al lavoro sulla violenza di genere. “A Brindisi il gruppo è composto da un terzo dei pubblici ministeri”, ha detto dopo aver invitato gli studenti a riflettere anche sul linguaggio usato negli ambiti politici così come sportivi: “Troppo spesso sconfina nella violenza diventando incitazione. Occorre una rivoluzione copernicana il cui punto di partenza non può che essere la cultura”.

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Sull’importanza della cultura e sul ruolo svolto dalla scuola in particolare, si sono soffermati il prefetto Guidato e la dottoressa Lotito, invitando gli studenti a dialogare con i docenti e i professori ad ascoltare i ragazzi e le ragazze. Con la psicoterapeuta D’Attoma, gli studenti hanno avuto modo di rivolgere alcune domande per capire quali sono i comportamenti che valgono come campanelli d’allarme: “Ci sono segnali che vanno colti nella relazione a due”, ha detto la professionista. “Non può essere ignorato, ad esempio, il comportamento di quei ragazzi che controllano il telefonino della fidanzata in maniera ossessiva così come di chi vieta di uscire, di indossare questo o quel vestito”.

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La cronaca riferita dai giornali spesso racconta di messaggi di divieto, di controllo e di possesso. Che non sono amore. Lo hanno ribadito anche l’assessore Lettori e le componenti della Commissione: anche il Comune è impegnato nell’ascolto delle donne e dei minori. Ci sono il centro di aggregazione giovanile e il centro di ascolto.

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La canzone e l'abbraccio finale

A chiudere l’iniziativa, il momento musicale affidato a Vita Benvenuto, con l’accompagnamento di Michelle Bisconti: hanno scelto Margherita, celebre canzone di Riccardo Cocciante. A seguire Viva la vita, canzone di Mia Martini. Poi l’abbraccio vero, autentico degli studenti del Morvillo alla mamma di Noemi Durini e ai genitori di Melissa Bassi, raggiunti nell’androne dell’istituto. “Ricordatelo: vietato morire. Vivete, ridete, divertitevi, amate e studiate, mi raccomando”.


 

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