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Virus e carenze ospedali: la Cgil chiede verbali Assemblea sindaci

Il sindacato vuole indagare sui tagli del Piano di riordino ospedaliero e sulla crisi di fronte all'epidemia

BRINDISI – La Cgil ancora in pressing sui problemi degli assetti sanitari della provincia di Brindisi, che l’epidemia di coronavirus sta facendo affiorare. Oggi viene data notizia della richiesta, da parte del sindacato, dei verbali delle ultime tre riunioni dell’Assemblea dei sindaci: la Cgil vuole sapere se e perché nel Brindisino non vi è stata opposizione sia alle misure, che alle procedure di applicazione del Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia.

Il motivo è presto spiegato. Saltando la prima parte della nota di richiesta firmata da Antonio Macchia, Pancrazio Tedesco e Cristian Luca Ghezzani, rispettivamente segretario generale, segretario della Funzione Pubblica e responsabile della Funzione Pubblica – Medici, appare chiaro come la Cgil brindisina voglia dimostrare che le carenze strutturali, conseguenza anche del piano di riordino, pongano a rischio gli ospedali di fronte all’emergenza coronavirus.

"Infezioni: strutture ospedaliere inadeguate"

“Le epidemie ospedaliere sono tanto più gravi quando le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, sono ad elevata densità di popolazione, ovvero quando la struttura è fisicamente inadeguata ad ospitare le popolazioni succitate, quando, ad esempio, non meno di tre pazienti condividono una stanza o quando decine di operatori sanitari e sociosanitari condividono un esiguo numero di spogliatoi e stanze studio-relax”, sottolinea la Cgil.

“Le epidemie ospedaliere sono tanto più gravi quando le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, non sono progettate per il contenimento delle infezioni per carenze igieniche strutturali: la carenza di bagni (un bagno per tre pazienti, nessun bagno in alcuni spogliatoi), l’assenza di docce, (sia per operatori sia per i pazienti), l’assenza di stanze a pressione negativa, l’impossibilità a compartimentale i reparti, l’incertezza circa la purezza microbiologica dell’acqua corrente, eccetera”.

Da qui le domande poste all’Assemblea dei sindaci, nella lettera indirizzata per conoscenza anche al prefetto Umberto Guidato, al direttore del Dipartimento di promozione della salute, Vito Montanaro, e al direttore generale della Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone.

Le domande della Cgil a sindaci, Regione ed Asl

- Atteso che l’ultimo Pro presentava diverse criticità per la provincia brindisina, per quale motivo la direzione strategica dell’ASL Br lo ha applicato solo nella parte delle dismissioni e non ha, contestualmente, attivato servizi e posti letto che avrebbe dovuto attivare?

- Atteso che codesta direzione strategica si è presentata come chi avrebbe investito in tecnologia, per quale motivo non ha ancora a disposizione la tecnologia per la diagnosi della Covid-19? O dei ventilatori meccanici in numero adeguato?

- Per quale motivo il sindaco di Brindisi e la Conferenza dei Sindaci, di fronte all’incompleta applicazione dell’ultimo Piano regionale ospedaliero hanno mantenuto la consegna del silenzio?

- Erano d’accordo con la chiusura dei laboratori di analisi? e lo sono ancora, oggi, alla luce della necessità di fare diagnosi tempestiva di Covid-19? Non considerano che questa deficienza tecnologica dell’Asl Br non fa che appaiarsi drammaticamente con quella débâcle recente sul fronte della radiologia?

- Erano d’accordo con la mancata apertura della rianimazione a Francavilla Fontana? Lo sono ancora oggi, alla luce del fatto che occorrono un numero ancora difficile da definire di posti letto di rianimazione dedicati solo ai Covid-19? Lo sono ancora considerato che per ottenerne otto dedicati ai covid-19, l’Asl ha sacrificato i già insufficienti sedici posti letto di rianimazione accreditati del Perrino? Lo sono ancora considerato che quest’incompleta applicazione del Pro e queste misure tampone non provocheranno altro che non solo un aumento del tasso di letalità della Covid-19, ma anche di quello di mortalità generale da altre cause che necessiterebbero di assistenza rianimatoria?

- Erano d’accordo con la soppressione di circa 200 posti letto nella provincia di Brindisi previsti dall’ultimo Pro? Pensano che chiusure ed accorpamenti in atto siano inesorabili ed inarrestabili? Non considerano che questa grave inadempienza della direzione generale Asl Br potrebbe trasformare le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie in bombe ecologiche in pericolo imminente di esplosione?

- Chi legge, quali misure adotterà per invertire il deleterio circolo vizioso transgenerazionale, innescato con l’incompleta applicazione dell’ultimo Pro, che trasmetterà ai posteri i comportamenti e i fattori ambientali che stanno provocando ed amplificando nel territorio brindisino questa malattia da mismatch, questa pandemia da Sars-Cov-2? Con quali misure e con quale metodo agiranno in difesa dei lavoratori e della popolazione locale la cui salute in questa pandemia sono interconnesse, come detto in premessa?

- Lo sanno che le gravi inadempienze di cui sopra pongono a chi ha responsabilità riconosciute per legge questioni morali, etiche e penali?

Alla luce di tutto ciò, la Cgil ha chiesto al direttore generale Pasqualone “cortese urgente copia dei verbali delle ultime tre riunioni della Conferenza dei sindaci”.

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