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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Cgil: "Crisi comunicativa, operatori sanitari in una situazione di pericolo"

Il sindacato segnala nuove criticità nella gestione dell'emergenza coronavirus da parte dell'Asl Brindisi

BRINDISI – “Confusa ed incerta comunicazione istituzionale che induce una devastante incertezza esistenziale negli operatori sanitari”. Il sindacato Fp Cgil segnala nuove criticità nella gestione dell’emergenza Covid-19 da parte dell’Asl Brindisi, attraverso una nota a firma del segretario provinciale, Pancrazio Tedesco, e del responsabile della dirigenza Medica e sanitaria, dottor Luca Ghezzani, rivolta alla management dell’Asl Brindisi, ai primari dei reparti Covid e per conoscenza alla Regione Puglia.

Il sindacato segnala “i macroscopici errori comunicativi delle numerose circolari e percorsi che ‘fanno a cazzotti’ tra loro generando confusione e incertezza tra gli operatori sanitari, come nel caso recentissimo della circolare a con cui sono stati sospesi ‘in attesa di ricercare adeguati correttivi’ i percorsi Covid-19 del Perrino istituiti con una precedente (di circa 3 giorni) circolare (formulata con almeno 45 giorni di ritardo rispetto all’inizio della diffusione del Sars-Cov-2 in Puglia), nelle more di trovare ‘correttivi’ alle criticità già abbondantemente segnalate dalla intersindacale del 18 aprile". 

Il sindacato fa poi riferimento alla contraddittorietà delle direttive “che hanno dapprima istituito una sorta di programma di screening di massa, per cui gli operatori sanitari sarebbero dovuti essere tutti sottoposti a tampone per Covid-19, e l’ordine verbale del 22 aprile che lo ha sospeso nelle more di una circolare regionale, non ancora pervenuta”. 

E poi viene rimarcato il fatto che i reparti, compreso il Pronto Soccorso, non abbiano ancora ricevuto comunicazioni formali riguardo ai tamponi da effettuare nei confronti di tutti i pazienti che dovessero necessitare di ricovero, come deciso in sede di delegazione trattante in smart-working lo scorso 21 marzo. In questa situazione di incertezza, “l’amministrazione – si legge nella nota della Cgil - lascia gli operatori sanitari in una chiara situazione di pericolo perché, richiamando, ad abbundantiam, in toto la nota della Cgil del 20 marzo (avente oggetto ‘osservazioni circa la correlazione tra la tutela della salute, sicurezza sul lavoro e la gestione del rischio clinico in ambito aziendale’ ), ‘è dimostrato scientificamentemche gli agenti patogeni sono più trasmissibili […]specialmente quando si diffondono in microcomunità chiuse, quali sono, appunto, gli ospedali e le strutture sanitarie e sociosanitarie territoriali; […]il lavoro comportante un contatto continuativo col pubblico, o con colleghi, tra i quali è probabile la presenza di soggetti contagiosi, espone il singolo dipendente ad un rischio biologico che attiene alla posizione di garanzia del datore di lavoro ex art. 2087 c.c. e D.lgs. n. 81/2008 (articoli 271 e 272)’”. 

Nel rimarcare le scadenti relazioni sindacali, la Cgil chiede: chi sono i componenti dell’unità di crisi aziendale e con quali criteri sono stati scelti (atteso che il valore sul campo potrebbe anche non coincidere con il valore gerarchico dei dirigenti)?; quale ruolo, nell’ambito della suddetta unità di crisi, è stato attribuito alla Rsppa; quale posizione ha assunto la Rsppa nei confronti dei Dpi di provenienza cinese;  come mai codesta amministrazione distribuisce ancora mascherine chirurgiche e Kn95 cui l'“Inail ha dato parere negativo in merito”; quale posizione ha assunto la Rsppa nei confronti della sostanza Umonium che viene quotidianamente vaporizzata negli ambienti sanitari dopo il passaggio di pazienti Covid-19? È sicura per la sicurezza dei lavoratori? È davvero efficace per la distruzione del Sars-Cov-2 dalle superfici più manipolate da lavoratori ed utenti? In che modo viene monitorata questa efficacia dato che questa OS è certa che non vengono mai eseguiti tamponi dalle suddette superfici?

Il sindacato chiede infine: qual è l'andamento del contagio tra gli operatori sanitari (del settore pubblico e privato) o nelle forze dell'ordine? perché non viene indicato nello pseudo bollettino medico che di medico non ha nulla dato che non è un medico a rilasciarlo? Qual è l'evoluzione del contagio nelle diverse microcomunità colpite (residenze per anziani, carceri, centri per la salute mentale, per minori, per immigrati)? 

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