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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Positive due operatrici di Sanitaservice. Asl sempre più sotto accusa

Lo fa sapere il sindacato Cobas. Anche il Pd chiede che i vertici dell'azienda sanitaria di assumano le proprie responsabilità

BRINDISI – Prosegue la pioggia di critiche sindacali e politiche sulla gestione dell’emergenza Covid-19 da parte della Asl di Brindisi. Dopo le denunce di ieri del deputato Mauro D’Attis e del segretario generale della Cgil, Antonio Macchia, Il sindacato Cobas afferma che “due ausiliarie di Sanitaservice  arrivate a lavoro al pronto soccorso del Perrino alle 21 di lunedì 13 aprile, giorno di Pasquetta, dopo alcuni minuti sono state rimandate a casa perché hanno comunicato loro di essere risultate positive al coronavirus”.

“Ancora tantissimi lavoratori del personale sanitario aspettano il tampone mentre per le ditte private ancora non sono chiari gli indirizzi da prendere. Pensiamo ai rischi dei lavoratori delle ditte che intervengono nei reparti e ai vigilantes che spesso in questo periodo così teso sono chiamati ad intervenire e a girare come già facevano all’interno dell’ospedale”, dice il Cobas.

“Questi sono purtroppo i risultati della mancanza di dispositivi di protezioni e di una pessima gestione degli ingressi dei malati al Pronto Soccorso e nell’intero ospedale. Il sindacato Cobas – si legge ancora in una nota - con molta umiltà aveva proposto pubblicamente di trattare tutti gli arrivi al Pronto Soccorso come potenziali coronavirus, facendo stazionare i nuovi ingressi in stanze attrezzate appositamente dove realizzare una mini quarantena di due giorni per effettuare i due necessari tamponi”.

“Gli ospedali in Italia che hanno adottato questo sistema sono rimasti indenni da ‘danni’ al Pronto Soccorso ed impedito gli arrivi nei reparti di malati che potevano sviluppare  il coronavirus successivamente, così come è accaduto ampiamente a Brindisi. Unitamente alla necessità di cambiare i documenti di valutazione del rischio lavorativo, che significa d’ora in avanti stabilire nuove regole di lavoro per difendersi dal coronavirus e da nuovi possibili virus. Gli ospedali sono stati i luoghi maggiori del contagio ,non dimentichiamolo. Nuovo pericolo, nuova organizzazione”, chiede il Cobas.

Il Focolare - Brindisi-2

Il Pd Brindisi: “La Asl si assuma le proprie responsabilità”

Anche il Pd di Brindisi chiede chiarezza: “La gestione da parte dell'Asl di Brindisi dell'emergenza coronavirus su tutto il territorio provinciale, soprattutto alla luce delle ultime gravi notizie del contagio di tanti ospiti e operatori sanitari della residenza ‘Il Focolare’ e dei sanitari e ricoverati del centro riabilitativo San Raffaele a Ceglie, ha evidenziato numerose lacune”, si afferma in un comunicato.

“In questi giorni – prosegue la nota del Pd - abbiamo evitato di intervenire pubblicamente e aspettato chiarezza di intenti da parte dei responsabili dell'azienda sanitaria locale attendendo invano risposte ai tanti interrogativi che ognuno di noi, da tempo, si sta ponendo”.

Anche il Pd è deluso della situazione: “Auspicavamo che l'ultima videoconferenza dei sindaci della provincia di Brindisi, alla presenza del prefetto e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, potesse rappresentare un momento di franco confronto e l'occasione per individuare un percorso comune finalizzato ad affrontare in maniera coordinata l'emergenza sanitaria per il Covid19 proprio con l'Asl”.

“Il rischio di vedere vanificati tutti gli sforzi che stanno compiendo sia la Regione Puglia, con lo stanziamento di importanti risorse per l'emergenza, sia l'amministrazione comunale di Brindisi, con il supporto alle fasce più deboli della cittadinanza, è concreto”, riconosce il partito Democratico di Brindisi.

“Per questo riteniamo sia il momento per l'assunzione di responsabilità dei vertici Asl e della chiarezza delle scelte. L'impennata dei contagi a Brindisi obbligherà a scelte immediate e funzionali per non rischiare di far collassare il sistema sanitario locale. Quindi invitiamo con fermezza l'azienda sanitaria di Brindisi a riferire senza indugio alle Istituzioni locali a partire dal prefetto sulla reale situazione dell'emergenza coronavirus in questo territorio alla luce degli ultimi aggiornamenti”.

“I sindaci della provincia, soprattutto, non possono essere tenuti all'oscuro o essere scarsamente informati alle volte con notizie contraddittorie, come successo finora, delle scelte sanitarie compiute e da compiere per affrontare l'aumento dei casi”, denuncia il Pd.

“È altrettanto urgente chiarire – chiede il Pd - anche le intenzioni sull'utilizzo dell'ex Di Summa o altra struttura da dedicare all'emergenza, lo stato d'avanzamento degli annunciati screening sierologici al personale sanitario e a tutti gli operatori ed è, soprattutto, necessario riferire in merito alla distribuzione dei dispositivi di protezione individuale che risultano essere ancora gravemente carenti”.

La nota conclude con la constatazione della mancanza di trasparenza: “Queste considerazioni non sono una valutazione politica sull'operato della direzione dell'azienda sanitaria locale ma piuttosto rappresentano, purtroppo, una riflessione sostanziale dei fatti in un'insolita emergenza. Siamo convinti che l'informazione trasparente debba essere alla base della comunicazione a cui tutti, dai rappresentanti istituzionali, ai mass media fino ai semplici cittadini, devono avere il diritto di accedere”.

Unità del 118 al Perrino di Brindisi con protezioni-2

Rifondazione: “Attuare la prevenzione che è mancata”

“Si potevano evitare tutti questi contagi? Si potevano mettere in atto le misure di screening, monitoraggio, prevenzione pure suggerite dall' Istituto Superiore di Sanità (ad esempio il 24 marzo 2020), anziché ricorrere all'ennesimo affannoso piano di emergenza per tenere sotto controllo la situazione e affrontare il rischio sanitario?”. Se lo chiede Rifondazione comunista.

“Ci sono altre strutture residenziali sanitarie e socio sanitarie (Rsa, Centri per riabilitazione neuromotoria, Strutture residenziali riabilitative psichiatriche, cvase di riposo)dove risiedono nostri concittadini più fragili ed a rischio) in tutto il territorio provinciale: alle Istituzioni preposte chiediamo di non andare dietro al virus, rincorrendo i problemi ed intervenire quando il danno è fatto, ma di mettere in atto piani di prevenzione”.

“Ci rivolgiamo al sindaco di Brindisi ed ai sindaci dei Comuni della provincia non solo perché sono l' autorità sanitaria locale, ma soprattutto perché devono rappresentare le Istituzioni più vicine a tutti noi, mentre altri sembrano essere lontani, non raggiungibili dal nostro grido di allarme e dolore”, conclude il comunicato di Rifondazione comunista.

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