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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Sanificazione Perrino: "Procedure sporadiche e operatori insufficienti"

Il sindacato Fp Cgil critico rispetto a una nota dell'Asl sull'acquisto di nuovi macchinari per la società Sanitaservice

BRINDISI – Il sindacato Fp Cgil esprime forti riserve sulle modalità con cui vengono effettuate le operazioni di sanificazione all’interno dell’ospedale Perrino di Brindisi. Lo fa attraverso una nota a firma del segretario generale, Pancrazio Tedesco, e del responsabile della dirigenza Medica e sanitaria, dottor Cristian Luca Ghezzani, in cui si fa riferimento a una nota sull’acquisto di nuovi macchinari per la sanificazione divulgata lo sorso 13 maggio dall’Asl Brindisi. A tal proposito, “le dichiarazioni dell’amministratore unico di Sanitaservice - si legge nel comunicato della Cgil - intendono certificare l’accuratezza delle procedure di sanificazione, ma, in realtà, nulla dicono in merito alla produzione e pubblicazione delle ‘buone prassi igieniche’: un simile documento, come le linee guida e i protocolli aziendali, avrebbe proprio il compito di definire e regolamentare la procedura di sanificazione degli ambienti sanitari”. 

“L’importanza della produzione e pubblicazione di un tale documento – sostiene ancora la Cgil - al di là della trasparenza amministrativa che dimostrerebbero, risiede non tanto nella  formalità burocratica, ma soprattutto nella cogenza del documento nell’ambito dell’epidemia da Klebsiella Cpe ed ora in quella da Sars-Cov-2, come già sottolineato nella precedente nota della Cgil, ‘Osservazioni sulla 'fase due' e la sanificazione negli ambienti sanitari’, e nella sua necessaria integrazione con il Dvr. La sua assenza, invece, assumerebbe, in questo preciso contesto storico, il sapore della superficialità e dell’improvvisazione e dell’autoreferenzialità”.

“Nella dichiarazione a mezzo stampa non viene precisato, ad esempio, la frequenza con cui vengono eseguite le procedure di sanificazione: ambienti chiusi quali, ad esempio, i bagni delle stanze dei pazienti Covid-19 (e con questi, di conseguenza, in sostanza l’intero reparto Covid-19) e gli ascensori, meriterebbero almeno quattro procedure quotidiane; così come, sempre a titolo esemplificativo ma non esaustivo, la sanificazione dell’abitacolo di automezzo/ambulanza o degli spogliatoi del personale sanitario andrebbero sanificati ogni qualvolta subentrino nuovi utilizzatori che costituiscono un turno/gruppo di lavoro segregato - specifico insieme di lavoratori che risulti autonomo, distinto e riconoscibile rispetto agli altri¬ - diverso da quello precedente. La sporadicità di tali procedure eseguite per lo più a chiamata e con tempi di attesa variabili può aver inciso sulla diffusione del contagio e l’emersione di alcuni cluster epidemici ospedalieri con conseguente chiusura temporanea dei reparti”.

La Fp Cgil ritiene quindi “assolutamente insufficiente il numero di operatori dedicati a tale compito come dimostrato dal fatto che spesso alcune di queste persone sono state costrette a lavorare, con grandissimo spirito di sacrificio e abnegazione, fino a 24 ore consecutive per garantire un servizio che avrebbe potuto essere meglio gestito ed organizzato”. “È possibile che il responsabile tecnico e il coordinatore delle procedure di sanificazione – si legge ancora nella nota sindacale - non si siano resi conto di un tale sovraccarico di lavoro che evidentemente aumenta, nei dipendenti di Sanitaservice, il rischio di rimanere contagiati ed ammalarsi? Non hanno abbastanza tempo per verificare e correggere queste distorsioni? Codesta amministrazione dovrebbe, a parere della scrivente, aumentare il contingente a tempo pieno di operatori dedicati alla sanificazione!”. 

“In ultimo, ma non per ultimo – conclude il sindacato - sebbene il responsabile tecnico della sanificazione sia incarnato dall’amministratore unico di Sanitaservice, lasciare il coordinamento (e, quindi, chiaramente, la verifica) delle procedure di sanificazione di tutta l’AslBr ad un dipendente che ha scelto di usufruire del distacco sindacale parziale per cui potrebbe dedicarsi ai suoi compiti aziendali istituzionali solo per 18 ore settimanali rimane un’ulteriore debolezza organizzativa che codesta amministrazione dovrebbe correggere incaricando uno o più dipendenti a tempo pieno”.

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