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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Porto: riattivato il faro ottico elettronico. Da gennaio le norme "green"

Il Port entry light era stato vandalizzato nel 2014. L'obbligo per le navi di ridurre SOx e anidride carbonica

BRINDISI – Sempre più elevata la sicurezza della navigazione in entrata nel porto di Brindisi, grazie alla riattivazione dopo alcuni anni del Pel (Port entry light), il faro di guida ottica che delimita il canale di accesso, operazione condotta in sinergia e sostenuta concretamente da Enel, mentre dall’1 gennaio 2020, come in tutti gli altri scali marittimi dei Paesi che hanno aderito alla Convenzione internazionale Marpol, scatteranno le norme per la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto e di zolfo e di altri gas serra da parte delle navi.

Due importanti novità, una per la sicurezza della navigazione, l’altra sull’impatto ambientale del traffico marittimo, riguardanti il porto di Brindisi sono state illustrate oggi 19 dicembre nel corso di una conferenza stampa congiunta di Capitaneria e Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, assieme ad Enel Produzione. All’incontro hanno partecipato il capitano di vascello Giovanni Canu, comandante della Capitaneria di Porto che ha ospitato la conferenza stampa; il direttore del Dipartimento esercizio porti di Brindisi e Monopoli dell’Adsp, Aldo Tanzarella; e il direttore dell’Unità di business di Brindisi-Cerano dell’Enel, Concetto Tosto.

Conferenza stampa riattivazione Pel-2

Il Pel vittima dei ladri di rame

Il sistema Pel-6 è installato su una torre metallica di 25 metri sull’sola di Sant’Andrea. Era entrato in funzione nel 2013 con una apposita ordinanza dell’autorità marittima, ma nel 2014 i ladri di rame razziarono i cablaggi dei quadri elettrici e il lungo cavo di alimentazione, circa 800 metri, che l’Autorità portuale aveva dovuto posare per collegare il Pel alla rete elettrica (il sito non aveva cabine a breve distanza). Fu danneggiato anche il sistema di videosorveglianza.

Ci sono voluti anni per il ripristino, problema legato agli iter burocratici degli interventi di reinstallazione. Enel produzione, che è uno dei principali utilizzatori del porto industriale ed è quindi concretamente interessata ai problemi della sicurezza delle installazioni di assistenza alla navigazione, e in generale a quella delle infrastrutture portuali, ha dato una grossa mano occupandosi in sinergia con Adsp e Capitaneria del riallaccio del Pel alla rete, delle manutenzioni straordinarie degli apparati e dell’installazione di un nuovo sistema di videosorveglianza.

Ora il porto di Brindisi potrà nuovamente contare su questo segnalamento elettronico di assistenza all’ingresso, con fascio di luce ad alta definizione a cinque settori che di fatto riproduce l’ampiezza del canale che la nave deve seguire: il centro, quindi l’allineamento esatto, è costituito da fascio di luce bianca, mentre quello verde avverte quale sia il limite del canale a dritta, e quello rosso il limite a sinistra. Il Pel è ora in fase di calibratura da parte dei tecnici dell’Adsp.

Il Port entry light eleverà il livello di sicurezza, è stato sottolineato, in una situazione di orientamento non semplice per chi cerca nelle ore di buio l’ingresso del porto e l’allineamento con il canale indicato dall’ordinanza vigente sui percorsi da rispettare e sulle aree interdette. Infatti la presenza delle luci della città sullo sfondo, di quelle della zona industriale all’interno ma anche nel bacino dell’avamporto, rendono difficile l’individuazione dei segnalamenti tradizionali (che resteranno ovviamente in funzione assieme al Pel).  Il Pel si aggiungerà al Racon, il faro radar installato sulla testata della Diga di Punta Riso. Il Racon è un tranponder che invia un segnale guida alle navi per segnalare gli ostacoli.

Traghetti Grimaldi a Brindisi-3

Con il nuovo anno arrivano le norme “green” per le navi

Il carburante utilizzato dalle navi ha un elevato potere inquinante. Concordando su ciò, gli estensori dell’allegato IV della Convenzione Marpol stabiliscono l’obbligo per le navi, a partire dall'1 gennaio 2020, di impiego di carburanti per la navigazione con tenore di zolfo inferiori allo 0,5 per cento, e di carburanti per la permanenza in porto con tenori di zolfo inferiori allo 0,1 per cento. Si prevede così di abbattere del 77 per cento le emissioni di ossido di zolfo nell’aria. Contestualmente, si punta a ridurre del 20 per cento anche le emissioni di CO2 attribuibili alla navigazione marittima.

Per adempiere, le compagnie hanno tre opzioni: adottare carburanti con tenore di zolfo inferiore allo 0,5 per cento; utilizzare lo stesso combustibile di sempre ma applicando scrubber (filtri appositi) ai dispositivi di scarico dei gas; passare all’alimentazione a metano (Gnl) delle turbine navali. E su quest’ultimo scenario sono già al lavoro varie società internazionali del settore energetico per proporre stazioni di stoccaggio e rifornimento nei porti, sia per le navi che per i Tir imbarcati.

Nell’attesa, si stima che le compagnie ricorreranno alla prima soluzione, e per quanto riguarda il porto di Brindisi solo le navi appartenenti al Gruppo Grimaldi ricorreranno agli scrubber di lavaggio dei fumi. Sono invece già operative per quanto riguarda lo stazionamento dei rimorchiatori dell’impresa Barretta le colonnine elettriche in banchina per l’alimentazione dei sistemi di bordo.

traghetti in difficolta a Punta delle Terarre (2)-2-3

Pontile a briccole e sicurezza degli ormeggi

Fuori dai temi della conferenza stampa le domande al comandante Giovanni Canu circa una possibile ordinanza di interdizione degli ormeggi della Banchina di Riva di Costa Morena Ovest, stante il travagliato iter del pontile a briccole. La risposta è stata chiara.

La Capitaneria ovviamente si attiene esclusivamente al proprio ruolo di garante della sicurezza del porto. Prendendo atto dello stop imposto al progetto del pontile a briccole, il comandante del porto emetterà un’ordinanza che da un lato indicherà misure precise a garanzia della sicurezza delle navi all’ormeggio, dall’altra elencherà in quali condizioni meteo marine quegli ormeggi non potranno essere utilizzati (le maggiori difficoltà derivano da venti di burrasca dai quadranti settentrionali).

Provvedimento doveroso e obbligato. Quale effetto produrrà lo dovranno valutare altri attori dai quali dipende il percorso delle infrastrutture. A ciascuno le proprie responsabilità.

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