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“Pagine di storia brindisina”: presentato il nuovo libro di Gianfranco Perri

Iniziativa organizzata dalla Fondazione Tonino Di Giulio e dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia per ricordare il medico brindisino Antonio Di Giulio

BRINDISI - “Pagine di storia brindisina”, il nuovo libro dell’ingegner Gianfranco Perri, è stato presentato ieri, martedì 24 settembre, nel corso di un’iniziativa organizzata dalla Fondazione Tonino Di Giulio e dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia per ricordare il medico brindisino Antonio Di Giulio nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa. Il volume è stato presentato nella sala multimediale della History Digital Library, presso la Casa del Turista.  Presenti in sala, tra il folto pubblico, i familiari del dottor Di Giulio.  “Abbiamo voluto ricordarlo in una maniera diversa”, spiega la presidente della Fondazione Tonino Di Giulio, Raffaella Argentieri. “Sicuramente parlare di Brindisi per il dottore Di Giulio sarebbe stata la festa più bella. Tutti sapete quanto amasse questa città, pertanto parlarne, parlare degli avvenimenti storici, di cronache, è sicuramente un modo per ricordarlo”.

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L’impegno del dottor Di Giulio su più fronti, in particolare su quello ambientale sin dai primi anni Ottanta, è stato ricordato dall’avvocato Roberto Fusco. “E prima ancora si era occupato dell’agricoltura, della trasformazione dei prodotti agricoli”, afferma Fusco, “e quindi di capire quello che era il vero nostro sviluppo, cioè quello di un’agricoltura tecnologica, moderna, aperta ai commerci sia nella nazione che all’estero”. L’avvocato, che ha curato la prefazione del libro di Gianfranco Perri, definisce il volume dell’autore “un atto di amore per la propria città”, “un elemento fondamentale per il recupero dell’orgoglio dei cittadini di Brindisi”.

Il professor Giacomo Carito, presidente della sezione locale della Società di Storia Patria per la Puglia, ha posto l’attenzione sui circa tremila anni di storia brindisina raccontati da Perri nel suo libro, la storia di un luogo, di molte città, di molte diverse popolazioni, rilevando come Brindisi abbia tanta letteratura ma poca memoria orale. “È difficile identificare Brindisi”, evidenzia Carito che elenca tutte le definizioni che la città ha avuto dall’inizio del Novecento: dalla porta per cui si va in Oriente, la Valigia delle Indie, alla sentinella dell’Adriatico, dalla principale base operativa della flotta italiana durante la Grande Guerra alla capitale del vino, dall’effimera capitale d’Italia al polo industriale, dalla città della chimica fino a “Marlboro City”.

“Dov'è la verità?”, chiede il professore. “Parliamo della stessa città eppure sembra che parliamo di tante città diverse”. “Brindisi per secoli, come tutte le città che hanno una grande importanza strategica, è stata utilizzata in relazione a politiche che riguardavano le grandi relazioni internazionali. È molto poco l’uso del territorio da parte degli abitanti”. Il professore mette in rilievo quindi la scissione netta tra ciò che si decideva a Roma o a Berlino e ciò di cui si discuteva a Brindisi. “Quando una città è molto importante strategicamente e le vere decisioni non si pigliano in questa città, ma altrove, non è opportuno che quella città abbia un’amministrazione forte e questo è il senso della debolezza continua della città, è il suo qualificarsi come città provvisoria, fondamentalmente, cioè una città che si reinventa continuamente in base alle scelte che vengono da fuori”. È importante quindi, secondo Carito, recuperare la capacità di progettare che Brindisi ebbe in alcuni momenti della sua storia, come alla fine del XVIII secolo, quando l’interramento del porto dovuto a Pigonati sollecitò un attivismo delle classi dirigenti locali, in particolare Teodoro Monticelli, Annibale De Leo e Carlo De Marco, che crearono l’unico esempio di progetto integrato per lo sviluppo della città: messa a coltura dell’agro favorendo l’immigrazione, porto funzionale all’economia locale e attenzione alla formazione migliorando la qualità del sistema scolastico locale.

La parola è passata infine all’autore di “Pagine di storia brindisina” (Lulu Editore) Gianfranco Perri, che ha illustrato le caratteristiche del libro, una raccolta di 29-30 capitoli distribuiti sull’arco dei tremila anni della lunga e millenaria storia di Brindisi. “Sono articoli, sono pezzi che ho scritto nell’arco degli ultimi anni, sette, otto, nove anni, che ho voluto raccogliere dietro suggerimento di qualche amico” spiega Perri. “Li ho riordinati in successione cronologica degli eventi raccontati, non della pubblicazione”, prosegue l’autore, “e pertanto costituiscono una carrellata episodica della storia di Brindisi senza continuità. Una visione globale dal preromano, dai Messapi, fino ai giorni nostri”. Sulla copertina del libro di Gianfranco Perri risalta il distintivo della Brigata Amatori Storia e Arte Brindisi, l’associazione culturale fondata da don Pasquale Camassa, che come ha ricordato l’autore del libro fu un grandissimo divulgatore della storia di Brindisi a livello popolare. “Questo mio libro è un piccolissimo omaggio alla sua memoria”, conclude Perri.

“La nostra sezione si chiama Brigata Amatori Storia e Arte perché nel 1935, quando la sezione fu istituita con decreto ministeriale, la sezione di Brindisi ha un decreto specifico, era allora il periodo fascista e si voleva mettere sotto controllo tutti i centri di ricerca storica”, aggiunge al termine della presentazione il professor Giacomo Carito. “Tutti i componenti della Brigata transitarono nella Società di Storia Patria per la Puglia e quindi c’è un elemento di continuità. In sostanza nel ’35 la Brigata cambia nome e diventa sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia e quindi poi noi abbiamo recuperato una ventina d’anni fa la denominazione originaria proprio per questo motivo, perché ci sembrava giusto ricollegarci a quella che era stata la radice della sezione brindisina della Società di Storia Patria per la Puglia che, probabilmente, proprio grazie all’opera di Camassa meritò un decreto particolare specifico”. 

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