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Opere di security, l’Autorità portuale ricorre al Tar

L’Ente ribadisce la conformità urbanistica dei varchi, sotto sequestro, e chiede l’annullamento dei provvedimenti del Comune

BRINDISI – Arriva davanti ai giudici del Tar il caso del presunto difetto di conformità urbanistica di alcuni lavori di completamento delle infrastrutture di security nel porto di Brindisi. Varchi qualificati come difformi rispetto alle previsioni del piano regolatore e per questo prima bocciati in sede di conferenza di servizi, poi finiti sotto sequestro nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brindisi  assieme alla recinzione metallica e nel frattempo diventati a rischio di demolizione.

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Il ricorso

Il casus belli che si trascina ormai da mesi approda nelle aule del Tribunale amministrativo regionale per effetto dell’azione posta in essere dagli avvocati dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale. Il braccio di ferro legale coinvolge il Comune di Brindisi, con riferimento a tutti i provvedimenti firmati dal dirigente della ripartizione Urbanistica, così come quelli del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Puglia e Basilicata e della Regione Puglia, dal settore Assetto del territorio al dipartimento per la tutela e valorizzazione del paesaggio.

Il ricorso è stato notificato a Palazzo di città lo scorso 3 dicembre, ma solo oggi è diventato di pubblico dominio, contestualmente alla decisione dell’Amministrazione cittadina di costituirsi nel giudizio per confermare il parere contrario, ossia il “rigetto della domanda di accertamento della conformità urbanistica delle opere” che fanno parte del progetto di security in ambito portuale.

Il Comune di Brindisi

Mauro Masiello-2L’assessore Mauro Masiello (nella foto accanto), in qualità di titolare della delega al Contenzioso, ha ritenuto necessaria la presenza del Comune in giudizio e l’Ente sarà rappresentato dagli avvocati interni Emanuela Guarino e Monica Canepa. A Palazzo di città, infatti, non hanno modificato di una virgola la propria posizione. Del resto, la non conformità era stata ribadita dal dirigente pro tempore del settore Urbanistica al pubblico ministero titolare del fascicolo d’inchiesta sui varchi.

Il sequestro penale e gli indagati

L’indagine, come si ricorderà, lo scorso 21 novembre portò al sequestro dei varchi per difformità rispetto a quanto previsto nello strumento che regola il porto dal punto di vista urbanistico, il piano regolatore portuale (in sigla Prp). Risale a 43 anni fa. Venne approvato il 21 ottobre 1975, con una variante del 4 agosto 2006. E’ tuttora in vigore.

Cinque sono gli indagati nell’inchiesta: il direttore dei lavori di ampliamento della strada, Gianluca Fischetto; l’imprenditore Gaetano Giordano; il funzionario dell’Authority Francesco Di Leverano;  la responsabile del  monitoraggio archeologico della Soprintendenza, Antonella Antonazzo, e il collaudatore tecnico amministrativo delle opere, Antonio Iaia, funzionario del Comune di Brindisi. L'iscrizione sul registro del pm è atto dovuto, a garanzia dell'esercizio del diritto di difesa.

L’Autorità portuale

Ugo Patroni Griffi-6L’autorità portuale, invece, continua a sostenere la “conformità urbanistica” di tutte le opere e per questo ha chiesto ai giudici di “disporre all’annullamento, previa sospensione” di tutti gli atti che riguardano la vicenda. Il ricorso, inizialmente, è stato presentato al Tar di Bari e da qui con ordinanza del presidente di qualche giorno addietro, è approdato a Lecce per competenza funzionale e territoriale.

Immtata la posizione del presidente dell’Autorità portuale, Ugo Patroni Griffi ( nella foto al lato)  il quale, dopo il sequestro, espresse gratitudine alla magistratura e al tempo stesso disse che c’era un “equivoco relativo alla natura dell’Autorità di sistema portuale e i conseguenti procedimenti amministrativi per la realizzazione di opere portuali. Equivoco che auspichiamo venga al più presto chiarito”. E aggiunse: “L’impegno dell’Autorità di sistema è di garantire l’efficienza del porto che potrebbe essere compromessa qualora alcune questioni di merito non venissero chiarite dagli enti territoriali, soprattutto per quanto riguarda le opere di infrastrutturazione di security portuale, la cui inoperabilità potrebbe pregiudicare irreparabilmente i traffici”.

La conferenza di servizi

L’inizio della storia che vede l’uno contro l’altro, Comune e Authority, coincide con la conclusione della conferenza di servizi sulla base delle verifiche e, quindi, degli atti arrivati dalla Regione e dal Comune di Brindisi. I dirigenti degli uffici regionali di Rigenerazione urbana, Angela Cistulli e Urbanistica, Giuseppe Maesti, rilevarono che “le opere oggetto della conferenza di servizi risultano difformi rispetto alle previsioni del Prp, come riscontrato dai relativi elaborati agli atti”. In particolare – è scritto – “tre varchi nel Prp, in luogo di 17 del progetto”.

 Da Palazzo di città ricordarono che le opere di completamento delle infrastrutture portuali per la security ricadono nell’area qualificata come “industriale” nel piano regolatore del Comune di Brindisi. Area in cui insistono vincoli di natura ambientale (il Sin), culturale (per la presenza del capannone ex Montecatini), archeologica (per il sito di Punta delle Terrare) e infine paesaggistica di pianificazione sovracomunale (per esempio Enac).

Le nuove perimetrazioni previste dal piano di security dell'Autorità Portuale (nel cerchio, quella sul lungomare)-2

I fabbricati e la variante in corso d’opera

L’Amministrazione, ora come allora, sostiene innanzitutto che “il tracciato del progetto security”, vale a dire la recinzione, è “interrotto da 17 varchi diversamente da quanto previsto in sede di piano regolatore portuale”. “Dagli elaborati si evince che almeno in sette di questi varchi sono presenti fabbricati di diversa dimensione contenenti spazi destinati a uffici e a servizi igienici, sormontati da pensiline o affiancati da tettoie”. E ancora: “Il tracciato dell’attuale recinzione e le sue caratteristiche tecnico funzionali non sono state oggetto di valutazione preventiva da parte del settore Urbanistica del Comune”. Da Palazzo di città, inoltre, si conferma un parere positivo rilasciato il 5 gennaio 2006, ma “si riferisce a un progetto diverso da quello esecutivo appaltato e successivamente oggetto di variante in corso d’opera”.

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