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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Progetto anziani: accordo con la Comunità di Sant'Egidio

Assistenza agli ultraottantenni, l'amministrazione comunale firma un protocollo fino al giugno 2020 nell'ambito di un programma nazionale finanziato da Enel Cuore

BRINDISI – Passo in avanti nei servizi agli anziani da parte dell’amministrazione civica di Brindisi. Il Comune e la Comunità di Sant’Egidio infatti hanno firmato oggi un protocollo d’intesa che prevede l’assistenza agli anziani over 80 valida fino a giugno 2020. Con questo atto, viene sottolineato, la città di Brindisi entra in “Viva gli anziani”, un programma nazionale mirato a combattere il problema dell’isolamento sociale, finanziato da Enel Cuore.

Gli scopi del progetto

Il progetto prevede di raggiungere l’intero target della popolazione anziana ultraottantenne residente nel territorio individuato; di intercettare le situazioni di fragilità e attivare in loro favore interventi di monitoraggio attivo; di attivare e rafforzare le reti di supporto formali ed informali di prossimità; di assicurare la collaborazione tra i referenti locali della Comunità Sant’Egidio e i servizi sociali, sanitari e socio-sanitari territoriali per facilitare l'accesso ai servizi dei cittadini e favorire la gestione condivisa delle situazioni. Inoltre, il programma si propone di sensibilizzare il territorio sui temi della fragilità legata alla terza età e sul valore della comunità nelle strategie di intervento proposte; di promuovere e sostenere eventi e iniziative per animare il territorio, valorizzare la partecipazione attiva della popolazione e sviluppare processi di invecchiamento attivo; di creare sinergie tra gli attori impegnati a diverso titolo in favore della popolazione anziana in un'ottica di condivisione e integrazione.

I compiti reciproci

Il Comune e la Comunità si impegnano con il protocollo siglato stamani a promuovere progetti e obiettivi comuni mirati al sostegno della popolazione anziana che è sempre più colpita dall'isolamento sociale. Ecco l’impegno assunto dalle due parti. Intanto, riconoscere il modello di intervento proposto dal Programma “Viva gli Anziani” come parte integrante e sostanziale del Protocollo; collaborazione operativa per la realizzazione del progetto secondo i ruoli e i compiti di seguito elencati.

La Comunità e il Comune designano il processo di avvio del Progetto “Viva gli Anziani! Una città per gli Anziani è una città per tutti” e individuano i quartieri particolarmente significativi per la composizione della popolazione, con un’attenzione particolare alle problematiche sociali ed abitative, che verranno coinvolti nel programma.

La Comunità si rende disponibile a individuare con gli attori coinvolti una sede operativa dove realizzare la centrale telefonica, nonché un luogo di incontro destinato agli anziani, con orario di apertura diurno, al fine di promuovere la ripresa delle relazioni sociali e costruire processi di invecchiamento attivo, anche attraverso il coinvolgimento degli anziani autosufficienti in azioni di sostegno a chi si trova in situazioni di maggiori difficoltà.

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La Comunità dedica alla realizzazione del progetto proprio personale qualificato e appositamente formato che opererà nella realtà locale con la finalità di implementare il programma “Viva gli anziani” attraverso gli interventi rivolti ai singoli destinatari e al rafforzamento del tessuto sociale, per favorire la permanenza degli anziani presso il contesto di vita abituale.

Il Comune fornisce alla Comunità supporto e collaborazione nella programmazione delle iniziative a favore degli over 80 presenti sul territorio e a tal fine, secondo le modalità concordate e nel rispetto delle norme di tutela della riservatezza, si attiva per consentire l'individuazione dei destinatari degli interventi di sostegno previsti attraverso un’adeguata informazione alla popolazione target finalizzata ad acquisire l'adesione al programma.

Il Comune promuove la pubblicizzazione del progetto sul territorio e favorisce la messa in rete delle attività realizzate dalla Comunità con i servizi sociali e sanitari locali e le organizzazioni attualmente presenti sul territorio; la Comunità condivide con il Comune gli esiti del monitoraggio in itinere e della valutazione finale del progetto in termini di impatto e risultati.

Si comincia dal quartiere Centro

La prima fase del progetto prevede il coinvolgimento della popolazione anziana del quartiere Centro poi si passerà anche agli altri quartieri; la scelta è frutto di uno studio che ha evidenziato come nelle periferie esista una rete di rapporti più stretti che riducono l’isolamento sociale.

La Comunità di Sant’Egidio, fondata a Roma nel 1968 da Andrea Riccardi, prese il nome dalla chiesa di Trastevere dove si svolgeva la preghiera comune serale, in realtà è oggi una rete di decine di comunità sparse in tre quattro continenti, che si occupano di assistenza ai poveri, ai tossicodipendenti, agli ammalati, ai detenuti, alle popolazioni nei teatri di guerra, e in generale alle fasce deboli della società. Il Pontificio Consiglio per i Laici, nel maggio del 1986, ha riconosciuto la Comunità di Sant'Egidio come associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio.

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