E’ restato chiuso per un giorno, il negozio dei genitori. Increduli che si possa smarrire una figlia di 16 anni per un male incurabile. Di recente è toccato al Vigile del Fuoco di 56 anni, il Teddy amante della musica che non è riuscito a spegnere l’incendio provocato nel suo corpo, lasciando moglie e figli. L’altro giorno la moglie di un collega di lavoro ha smesso di lottare contro il suo cancro, abbandonando il marito e la figlia piccola.

A dicembre scorso toccò all’ex giocatore della “New Basket Brindisi”, perchè a me piace dire solo così, stroncato dal male a 31 anni. Una camera ardente, una basilica piena, un corteo infinito, un dolore profondo, lacrime con la profondità del mare, fiori d’arcobaleno sulla tomba, messaggi a bizzeffe sui social network, labbra tremolanti di rabbia e dispiacere.

Mentre la squadra del cuore finisce il suo campionato, mentre si inaugurano felicemente colonnine per auto elettriche, mentre spuntano sentenze nei luoghi avvelenati, mentre qualcuno agogna di tramutare Brindisi nella terra dei rifiuti, mentre ignavi cresciamo i nostri figli innocenti. Cronaca ricorrente di una città in cui si opera considerandola normale.