rotate-mobile
Opinioni

Opinioni

A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

Opinioni

Il caso Xylella di Petra Reski: un "giallo" piuttosto opaco

Un commento dell'agronomo Silvio Schito ad un articolo sulla storia dell'epidemia pubblicato da Micromega

Riceviamo e pubblichiamo un commento inviatoci dal dott. Silvio Schito, agronomo, già dirigente dell’Assessorato all’Agricoltura Regione Puglia e direttore dell’Osservatorio Fitosanitario regionale nel periodo 2015-2018, ad un articolo pubblicato sul numero 2/2020 della rivista bimestrale di filosofia e politica Micromega diretta da Paolo Flores d’Arcais, a firma di Petra Reski, che ricostruisce le vicende anche scientifiche oltre che giudiziarie dell’infestazione da Xylella fastidiosa degli uliveti del Salento.

Il commento, in forma di replica, è stata inviata da Schito anche a Micromega. L’articolo di Petra Reski è uno dei contributi pubblicati nel secondo numero del 2020 della rivista, che ha come tema di primo piano “La terra brucia” e quindi come filo conduttore l’emergenza climatica, con articoli e saggi anche di Piero Angela e Luca Mercalli. Per completezza, alleghiamo a fondo pagina il file dell’articolo di Petra Reski, ma informiamo i lettori che Micromega è acquistabile in edicola ed ha un’edizione online.

xylella ottobe 2019-2

Leggendo l'articolo “Giallo Xylella” di Petra Reski, pubblicato sul numero 2/2020 di MicroMega, sorprende la capacità dell’autrice nel cogliere tante sfumature di storie diverse, legandole ad un unico filo conduttore: il complotto. Fa veramente impressione tanta abilità nel saper raccontare fatti insignificanti, a tratti veri, in grado di insinuare sospetti e malafede nei protagonisti delle vicende. La costruzione di una narrazione con personaggi e circostanze avulsi dai loro contesti fattuali. Vien da sé chiedersi come si possa in sole sedici pagine dire tante ... cose!

Tuttavia, emerge spontaneo il dubbio che a raccontare una storia, già accettata dagli ambienti scientifici di tutto il mondo nel suo contenuto oggettivo e scientificamente dimostrato, in maniera distorta giovi a qualcuno, soprattutto se l’autrice si ritiene esonerata dalla responsabilità dell’onere della prova di quanto riportato.

Di fatto, Petra Reski, introduce l’articolo “Giallo Xylella” con un falso, affermando che non c’è nessuna prova scientifica che il batterio, Xylella fastidiosa, sia l’unica causa del disseccamento degli ulivi (olivi), per questo, sostiene “… che gli ambientalisti e i piccoli coltivatori credono che dietro il piano di abbattimento ci siano biechi interessi economici: dai finanziamenti europei destinati all’istituto di ricerca di Bari che si occupa di analizzare il batterio ai fondi per i laboratori che sostengono di essere in procinto di sviluppare varietà di ulivi resistenti, passando per gli indennizzi per gli alberi abbattuti.”

xylella alberi fantasma ottobre 2019-2

È del tutto inutile ribadire l’esistenza della prova scientifica che l’agente causale del disseccamento degli olivi è il batterio Xylella fastidiosa, sottospecie Pauca, ceppo CoDiRO (ST53). È del tutto inutile ribadire che gli altri patogeni (Rodilegno, funghi, ecc..) esistevano prima del ritrovamento di Xylella fastidiosa e gli alberi non seccavano … ergo!

È del tutto inutile ribadire che i contributi per la ricerca sono stati erogati con bandi di evidenza pubblica, ai quali hanno partecipato oltre quaranta Enti e Società, tra cui anche alcuni “Santoni” citati nell’articolo. È del tutto inutile ribadire che le analisi fitosanitarie per l’accertamento del batterio sono affidate con bando pubblico a laboratori riconosciuti dai servizi fitosanitari che hanno una sede operativa in Puglia (per ragioni di sicurezza);

È del tutto inutile ribadire che esiste una normativa internazionale sulla protezione delle piante che impone di adottare le misure di eradicazione nei confronti di organismi nocivi e di quarantena. È del tutto inutile ribadire che le percentuali di alberi infetti riferita all’insieme delle piante monitorate non è confrontabile in quanto non ha significatività statistica.

ulivo con xylella-2

È del tutto inutile ribadire che quando il Servizio fitosanitario della Regione Puglia riconduceva la causa del disseccamento ad una sindrome di più patogeni ancora non era stato identificato il ceppo, per cui gli unici riferimenti in letteratura erano relativi al contagio provocato dalla sottospecie Multiplex sull’olivo, del tutto differente rispetto alla rapidità del CoDiRO;

È del tutto inutile ribadire che il professor Purcell non ha mai fatto affermazioni contro l’eradicazione del patogeno e che tutto va ricondotto ad una fake news della grillina D’Amato. È del tutto inutile ribadire che il provvedimento di archiviazione adottato dalla Procura di Lecce è stato definito dalla stampa nazionale ed estera una difesa corporativa per un’indagine priva di rilevanza processuale.

Tuttavia, la cliché complottistica è sempre identica: per ogni avvenimento esiste sempre qualcuno che per un buon motivo provoca artatamente l’evento, dal quale spera di ricavarne degli utili. Ma la cospirazione non ha confini, per cui i “biechi interessi economici” si sostanziano solo se del complotto fa parte una multinazionale, che per incrementare i propri profitti decide di commercializzare un prodotto che provoca un imprevisto disastro ambientale.

xylella ulivi torchiarolo-2

E sin qui il casting scelto dall’autrice è perfetto: ci sono gli scienziati malvagi, la cinica multinazionale e l’evento catastrofico. Ciò che non convince è la sceneggiatura, in quanto non è chiaro se la provocata catastrofe, la distruzione del patrimonio olivicolo pugliese, sia attribuibile alla cinica multinazionale, ovvero agli scienziati malvagi che si rifiutano di ammettere che gli olivi non muoiono per la Xylella, bensì a causa di altri patogeni.

Di fatto, per gli amanti della saga “horror catastrofico” la questione importa poco, conta molto di più la suspense della catastrofe imminente. A meno che l’azione degli scienziati malvagi non sia stata incidentale rispetto alle intenzioni della cinica multinazionale, in tal caso la trama sarebbe molto più complessa e richiederebbe una rivisitazione delle indagini giudiziarie: come facevano gli scienziati malvagi a prevedere che gli esperimenti della cinica multinazionale avrebbero provocato quel disastro ambientale?

Con gli stessi personaggi si potrebbero scrivere diverse sceneggiature … magari anche qualcuna a lieto fine! E perché non trovare anche un collegamento con la pandemia del “Coronavirus”? A parte il sarcasmo, resta l’amaro in bocca di un paesaggio distrutto, di una economia agricola che non ha ancora trovato il giusto verso, di una storia che ha visto generazioni crescere all’ombra degli olivi e non è giusto speculare per “biechi motivi” su di un simile disastro.

innesti xylella1-2

È significativa, infatti, la testimonianza, riportata nell’articolo, della signora Anita Rossetti, assistente amministrativa e ambientalista, il cui spirito guerriero la spinge a lottare contro l’abbattimento degli olivi contagiati. Il vero motivo risiede nel fatto che alcune categorie di persone (guerrieri) hanno sempre bisogno di avere un nemico da combattere. Ma l’ambiente non si difende promuovendo guerre contro un nemico che non esiste, bensì adottando i giusti provvedimenti previsti dai protocolli nazionali ed internazionali approntati da esperti.

Sorprende come mai una rivista seria come MicroMega abbia dato spazio ad un simile articolo, se simili toni ed argomenti fossero stati utilizzati oggi nei confronti della strategia adottata dal Governo nazionale e dalle regioni per contrastare la pandemia di Coronavirus, sicuramente ci sarebbero state delle reazioni molto diverse. Eppure, le circostanze sono molto simili. (Silvio Schito)

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il caso Xylella di Petra Reski: un "giallo" piuttosto opaco

BrindisiReport è in caricamento