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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Debacle di Berlusconi ma stentano, anche in Puglia, alternativa riformista e Pd

Tralascio volutamente i temi della suggestione diffusa ( o della “retorica”, per richiamare il prof. Cacciari) cui la politica tutta fa ricorso a piene mani di questi tempi. Non è un caso che tra gli interventi di merito svolti dai leader delle opposizioni alla Camera dei Deputati dopo il discorso del presidente Berlusconi, quello che più ha richiamato l’attenzione dei media, sia stata la frase ad effetto dell’on. Di Pietro: “stupratore della democrazia”.

Tralascio volutamente i temi della suggestione diffusa ( o della “retorica”, per richiamare il prof. Cacciari) cui la politica tutta fa ricorso a piene mani di questi tempi. Non è un caso che tra gli interventi di merito svolti dai leader delle opposizioni alla Camera dei Deputati dopo il discorso del presidente Berlusconi, quello che più ha richiamato l’attenzione dei media, sia stata la frase ad effetto dell’on. Di Pietro: “stupratore della democrazia”.

Voglio invece contribuire all’avvio di un dibattito franco e serrato su questo deficit di attrattività dello schieramento alternativo a Berlusconi e, più nello specifico, al ruolo che dovrebbe svolgere il mio partito, il Partito Democratico con tre esempi concreti: i conti della sanità pugliese, gli accorpamenti funzionali che stanno interessando l’acquedotto pugliese, la risposta che, primo in Italia, ha dato l’Istituto tecnico “E.Majorana” di Brindisi al caro libri scolastici con il suo “Book in progress“.

Non è vero che i conti della sanità Pugliese in questi anni sono stati fuori controllo; hanno sempre risposto ai parametri di spesa imposti dalle Leggi nazionali tant’è che la Puglia, a differenza di altre Regioni non è stata commissariata. La differenza tra ieri ed oggi è che ieri quei parametri erano “interpretabili” mentre oggi, dopo l’esperienza della Grecia che ci ha dimostrato concretamente quanto siano esposti gli Stati con un elevato indebitamento pubblico, quei parametri diventano tassativi. Prima conseguenza, oserei dire imposta dalla Unione Europea: occorre rientrare dentro il trasferimento statale. La seconda riviene dagli eccessivi casi di malasanità che, spalmati su tutto il territorio nazionale, stanno riguardando i reparti materno-infantili, le chirurgie, le ortopedie, le cardio-chirurgie; tutto ciò impone un adeguamento del modello organizzativo delle corsie ed una messa in sicurezza del paziente.

Allora occorre risparmiare tagliando soprattutto posti-letto in acuzie, ma occorre farlo tenendo presente che alcuni ricoveri di ieri oggi possono essere prestazioni ambulatoriali, che alcune residenzialità ospedaliere possono diventare semiresidenzialità territoriali, che si nasce dove vi è almeno la terapia intensiva, ancora meglio se vi è anche quella neonatale, che le branche chirurgiche devono erogare prestazioni in 24 ore. Vi sono reparti che vivono lo stress operatorio 24 ore su 24 per sette giorni su sette, mentre ve ne sono altri che possono chiudere il venerdì pomeriggio mentre la domanda di personale sanitario è altissima.

Affrontare oggi il tema del riordino della offerta ospedaliera secondo i parametri di messa in sicurezza, efficacia e qualità della prestazione, significa avere il coraggio politico di produrre un “pensiero lungo” sulla necessità di reingegnerizzare (brutto termine) tutto il sistema sanitario pugliese. Le contestazioni saranno dietro l’angolo, ma la sfida è quella di costruire la sanità dei diritti per le generazioni future. Occorre scegliere oggi. E il PD?

Durante l’ultima commissione consiliare regionale allo sviluppo economico, abbiamo ascoltato il management dell’azienda Acquedotto Pugliese a proposito degli accorpamenti funzionali di Brindisi a Taranto e nella BAT. Durante l’audizione l’amministratore delegato ha affermato che il front-office (rapporto azienda-utenza privata e pubblica) non subirà alcuna modificazione anzi, verrà potenziato; che il disservizio per l’utenza sarà meno di zero; che l’accorpamento funzionale interesserà soltanto 6 funzioni apicali e che non è prevista alcuna riduzione di personale; che la prossima rivisitazione interesserà la direzione generale: che il piano industriale approvato, del quale fanno parte le scelte di oggi, ha prodotto all’azienda un risparmio di un milione e seicentomila euro.

Queste dichiarazioni ufficiali vanno apprezzate e, visto la reazione veemente del centro-destra, significano che l’azienda, come è giusto che sia, si sta affrancando dalla cappa della politica che la ha compressa da quando è nata. Il PD, invece di cavalcare un’onda indistinta, deve sostenere questo processo, prestando attenzione a che tutta l’operazione politica non si trasformi in un cambio di padronato.

Infine il terzo esempio riguarda questa inedita esperienza del book in progress del “Majorana” di Brindisi. E’ una iniziativa quantomeno meritevole di attenzione, atteso che stiamo parlando di un risparmio netto per le famiglie degli studenti di quattrocento euro l’anno (dati Federconsumatori). Va detto ancora che il corpo docente del Majorana, questo anno ha acquisito anche una validazione scientifica delle dispense prodotte e che, da quest’anno, le dispense saranno la risultante di un lavoro di equipe prodotto da circa duecento insegnanti di tutt’Italia divisi per disciplina. L’idea è andata talmente avanti che dal 4 al 6 ottobre prossimi, Brindisi ospiterà una trentina di scuole italiane che intendono aggiungersi al nucleo esistente. L’attuale Assessore, a differenza del suo predecessore prof. Viesti che sostenne anche finanziariamente il progetto, non pare interessato. Comprendo tutto, gli interessi delle case editrici, il mantenimento dei livelli occupazionali, le resistenze di carattere culturale, ma un pensiero lungo va espresso.

Vedete, il “pensiero socialdemocratico” ha ottenuto grandi risultati durante il secolo trascorso ed il Welfare, la più rivoluzionaria delle conquiste, ha garantito servizi e prestazioni a milioni di persone; ma il Welfare oggi costa e bisogna riposizionare l’asticella del chi paga e perché. Mi vengono in mente idee che una cultura liberaldemocratica (Dahrendorf, “La società dei due terzi”) espresse qualche decennio fa, quando iniziò la crisi quel pensiero politico. E il PD oggi? Deve saper scegliere, superando tutte quelle posizioni ondivaghe che lo  fanno percepire come un partito avviluppato nella difesa di privilegi quasi corporativi.

*consigliere regionale PD

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