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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

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Genitorialità omosessuale: sì o no?

La moderna società mostra varie dimensioni famigliari. Ci sono coppie di fatto, famiglie monoparentali (con un solo genitore), allargate, ricostruite, biculturali, coppie omosessuali accanto alle più classiche famiglie nucleari e estese

La moderna società mostra varie dimensioni famigliari. Ci sono coppie di fatto, famiglie monoparentali (con un solo genitore), allargate, ricostruite, biculturali, coppie omosessuali accanto alle più classiche famiglie nucleari e estese.

Il sentirsi eguali grazie a diritti e leggi sulle unioni di fatto allarga la visione e la percezione sociale dell’omosessualità, favorendo una equiparazione della sessualità e della coppia. Coppia omosessuale significa genitorialità omosessuale. La genitorialità può essere definita come una funzione autonoma e processuale dell’essere umano, indipendentemente dalla capacità di procreare o dall’orientamento sessuale (Fava Vizziello, 2003). Genitorialità significa saper provvedere all’altro, garantire protezione, sintonizzarsi su emozioni e affettività dell’altro, sostenere, limitare e imporre regole (funzione normativa), stimolare il raggiungimento di tappe evolutive (funzione predittiva), permettere la costruzione di schemi rappresentazionali relativi all’essere-con (funzione rappresentativa). Faro che guida queste funzionalità è la qualità delle relazioni tra il caregiver e il bambino.

C’è di fatto un forte divario a riguardo. Da una parte i sostenitori della famiglia con ruoli tradizionali in cui la donna riveste l’immagine di mamma accudente con capacità affettive e riflessive e l’uomo specchio del maschio virile, della norma, e della razionalità. Dall’altra parte ci sono i sostenitori delle coppie omosessuali secondo cui i ruoli possono mantenersi al di là dell’orientamento sessuale. Concretamente studi dimostrano che i figli di coppie omosessuali non soffrono di alcun svantaggio, godono di minore frequenza di punizioni corporali e litigi in famiglia; migliore capacità di discutere i problemi emotivi; maggiore tolleranza del non conformismo nei ruoli sessuali. “Non vi è alcuna base scientifica per discriminare contro i genitori gay e lesbiche” (Peplau).

I timori discussi riguardano lo sviluppo dell’identità sessuale dei bambini, lo sviluppo della personalità in generale, le difficoltà di stringere relazioni e dal peso dello stigma sociale, delle prese in giro, dell’ostilità delle altre persone. La percezione di una società e di un ambiente giudicante e repressivo può portare a elaborare pensieri di bassa autostima, di vergogna, di colpa. Importanti studi sullo sviluppo infantile hanno contribuito a sostenere che la capacità di crescere un bambino, con affetto e cure, è legato al temperamento, all’affettività, al carattere.

Emerge che il bambino abbia bisogno di una figura accudente e un’altra di supporto, presumibilmente, ma non assolutamente necessario di sesso opposto (Bronfenbrenner 1979). A tal riguardo le ultime notizie circa l’adozione dei due fratellini da parte di una coppia omosessuale italiana e residente nel Regno Unito ad opera del tribunale di Firenze, svelano come l’amore può essere a volte un grande motore che vince sui pregiudizi e sugli ostacoli.

Occorre sottolineare che la normalità sarà sempre una questione relativa: se riflettiamo, il bambino percepirà come “normale” qualsiasi ambiente in cui sarà cresciuto. Potremmo orientarci gradualmente alla consapevolezza che ciò che conta è la qualità della genitorialità, indipendentemente dal fatto che sia biologica, sociale, omosessuale o eterosessuale.

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