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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Luigi il legislatore e Luciano il reclutatore, i body guard di Silvio targati Brindisi

Sono due brindisini i body guard più fedeli di Silvio Berlusconi. E’ toccato a loro il compito più difficile, cioè cercare deputati per allargare la scricchiolante maggioranza e inventarsi nuove astruserie giuridiche per salvarlo dai processi. Il Bibì e Bibò del Cavaliere si chiamano Luigi Vitali e Luciano Sardelli. Il primo nasce a Taranto ma vive a Francavilla Fontana, è avvocato, trascorre parte della sua vita nel Msi fino a che non si innamora di Silvio. Cammina impettito anche per reggere il peso di una pancetta che spesso cammina molti centimetri più avanti di lui. L’altro, Luciano Sardelli da San Vito dei Normanni, l’abbiamo visto in tv con un incredibile gessato che sembrava tagliato dalla tenda di un barbiere ma è noto alle cronache per la sua attività letteraria. Ha scritto un romanzo sul Parlamento e una canzone per Al Bano. Fa parte dei cosiddetti responsabili, quel comitato di voltagabbana guidato dal mitico Scilipoti. Di lui si ricorda la vicenda che lo oppose a Cosimo Faggiano quando fu accusato di avergli sottratto voti e rielezione.

Sono due brindisini i body guard più fedeli di Silvio Berlusconi. E’ toccato a loro il compito più difficile, cioè cercare deputati per allargare la scricchiolante maggioranza e inventarsi nuove astruserie giuridiche per salvarlo dai processi. Il Bibì e Bibò del Cavaliere si chiamano Luigi Vitali e Luciano Sardelli. Il primo nasce a Taranto ma vive a Francavilla Fontana, è avvocato, trascorre parte della sua vita nel Msi fino a che non si innamora di Silvio. Cammina impettito anche per reggere il peso di una pancetta che spesso cammina molti centimetri più avanti di lui. L’altro, Luciano Sardelli da San Vito dei Normanni, l’abbiamo visto in tv con un incredibile gessato che sembrava tagliato dalla tenda di un barbiere ma è noto alle cronache per la sua attività letteraria. Ha scritto un romanzo sul Parlamento e una canzone per Al Bano. Fa parte dei cosiddetti responsabili, quel comitato di voltagabbana guidato dal mitico Scilipoti. Di lui si ricorda la vicenda che lo oppose a Cosimo Faggiano quando fu accusato di avergli sottratto voti e rielezione.

Sono questi due i protagonisti della vita politica italiana. Già così si capisce come è ridotto questo paese. Sardelli ha difeso gli uomini del premier dall’accusa di voler corrompere deputati dell’opposizione e ha preso la parola contro l’on. Gino Bucchino che aveva denunciato il tentativo di corruzione ma soprattutto ha dimostrato fedeltà al premier attaccando Gianfranco Fini. Vitali è invece passato alle cronache per la suggestiva proposta di tagliare i tempi della prescrizione per i sessantacinquenni incensurati. Dicono che persino Ghedini, l’avvocato “mavalà”, abbia considerato eccessivo questo tentativo di nuova legge ad personam. Ma Vitali ha dichiarato che vuole insistere anche perché vede aria di rimpasto nel governo e vorrebbe tornare a fare il sottosegretario alla giustizia.

Grazie anche a Vitali il “caso italiano” sarà studiato in tutte le università giuridiche del mondo perché la capacità di produrre norme generali che servono ad una sola persona non ha uguali sulla terra. Brindisi sarà contenta di questi due esponenti della guardia pretoriana che difende il premier. Pensate che nell’ultima settimana hanno preso la guida della controffensiva berlusconiana  mettendo in ombra uomini e donne del calibro di Stracquadanio, Capezzone, Gasparri, Santanchè. Il premier saprà ricompensarli. Almeno la rielezione è sicura. La tradizione pure. C’è una genìa di meridionali che è adusa a dire sempre di sì ai potenti. Li chiamo i “meridionali da cortile” parafrasando quell’invettiva, “neri da cortile”, con cui Malcom X censurava i vari zio Tom che stavano sempre dalla parte del padrone.

C’è una canzone popolare scritta da Matteo Salvatore, straordinario cantastorie pugliese morto alcuni anni fa, che racconta con terribile ironia la vita della povera gente e canta : “Padrone mio ti voglio arricchire”. Lui pensava ai braccianti della Capitanata, dolenti e affamati. Il testo lo potrebbe riadattare, senza ironia, il poeta Sardelli dedicandola al suo premier. Nè lui né Vitali sono minorenni, marocchini, nipoti di qualcuno, ma Silvio è notoriamente generoso. Chissà se tornassero il voto di preferenza o  i collegi che cosa farebbero di loro, invece, i brindisini. La vedo dura.

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