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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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"Per un vero cambiamento, rompere con i condizionamenti del passato"

Carmine Dipietrangelo: "Rompere con il passato, lo ripeto, non ha solo il significato di rompere con gli uomini che lo hanno rappresentato"

Non farsi travolgere dal “puttanaio” e dal pettegolezzo che si aggira in questi giorni dentro e attorno al palazzo comunale è un dovere per chi ha a cuore il futuro di Brindisi, città martoriata e da tempo alla ricerca di serietà e di stabilità. È necessaria una buona dose di pazienza e di fermezza se si vuole essere all’altezza delle criticità che la città ha accumulato negli anni per responsabilità politiche e per un certo modo di concepire e gestire la macchina comunale.

Allontanare chi crea e alimenta un clima di questo genere spetta innanzitutto al sindaco. Ad ogni partito e movimento che lo sostiene il compito di aiutarlo in questa opera evitando protagonismi invadenti in funzioni non proprie e che possono alimentare metodi e comportamenti tipici di un passato da cui tutti, a parole, hanno dichiarato di voler prendere le distanze e che rischiano di pregiudicare i buoni propositi iniziali.

Serietà, autonomia e serenità sono indispensabili per poter affrontare questioni come il lavoro(60% di disoccupazione giovanile e 34% di disoccupati), come l’ambiente (compromesso da uno sviluppo industriale ormai esaurito), come la qualità e l’organizzazione dei servizi sociali (rispetto a bisogni diffusi e in costante aumento), come la situazione finanziaria (un bilancio a dir poco in profonda sofferenza se non in predissesto finanziario), la pulizia e il decoro della città a partire dalla raccolta e gestione dei rifiuti (una emergenza continua malgrado i costi).

Emergenze che vanno affrontate con la consapevolezza che la loro soluzione non dipende solo dal Comune ma anche da una condivisione dialettica con altri livelli istituzionali, con la città e con l’intero consiglio comunale, oggi, tra l’altro, ricco di giovani, di nuove e competenti energie.

Il rigore, la serietà e la trasparenza dell’agire amministrativo, possono contribuire alla loro soluzione. Per questo, farsi sommergere dalle emergenze quotidiane e da una gestione che puzza di passato non aiuta la città a condividere il coraggio e l’entusiasmo del cambiamento.

La città nuova, solidale, quella dei diritti e dei doveri (per tutti), va disegnata e ricostruita non solo attraverso le cose da fare, ma sapendo innanzitutto che “non si possono fare cose nuove facendo le stesse cose” e lavorando con coerenza e fermezza al suo futuro, valorizzandone potenzialità, risorse, competenze di cui rimane ancora ricca e che non andrebbero più mortificate.

Credo che Rossi e tutti quanti lo hanno candidato e sostenuto siano consapevoli che si è vinto con il 23% di consenso del primo turno e grazie anche alla divisione del e nel centrodestra. Richiamo questi dati per evidenziare la responsabilità che hanno il sindaco e quella sinistra che attorno a lui è stata capace di unirsi e di unire per creare speranza di cambiamento. Una speranza che ha creato attesa e ha coinvolto l’intera città e che oggi non va delusa.

Questo significa innanzitutto liberarsi da quei condizionamenti e da quelle pratiche che, molte volte, trasformano la necessaria continuità amministrativa, saldamente in mano ai funzionari, in un deleterio e deplorevole continuismo amministrativo. Rompere con il passato, lo ripeto, non ha solo il significato di rompere con gli uomini che lo hanno rappresentato, ma soprattutto con le pratiche, le dinamiche, le alleanze extrapolitiche che hanno sempre mortificato la città privandola di autonomia, di autorevolezza e di rappresentatività.

Le stesse gestioni commissariali susseguitesi dopo le tante crisi e interruzioni dei governi cittadini, compresa l’ultima, hanno brillato più per continuismo amministrativo che per aiuto a liberare la città dalle vecchie dinamiche e consuetudini amministrative, vero ostacolo a far respirare aria nuova. La sinistra e Rossi non possono andare in continuità con quello che altri hanno lasciato. La politica brindisina da tempo ha perso autonomia non solo per le scelte fatte aldifuori e/o sulla sua testa ma anche per essersi piegata ad una macchina amministrativa abituata a nascondere “polvere sotto i tappeti” e ad assecondare quel sistema di potere extraistituzionale, fatto di relazioni, di scambi, di guarentigie e di cui essa è stata, in alcuni casi, solo strumento inconsapevole. Situazioni queste che si esaltano quando hanno di fronte ignoranza e mediocrità.

Sono richiesti, allora, atti forti, coraggiosi e coerenti di rottura, per ridare speranza, per far crescere una nuova classe dirigente e per opporsi a quel sistema suadente e avvolgente che non ci mette molto a far diventare esthablishment chi fino a qualche tempo addietro lo combatteva. Questa è la sfida che ha di fronte Rossi, per vincerla deve essere più autonomo e forse meno sensibile alle tentazioni, alle pratiche e alle dinamiche della vecchia politica.  I partiti e i movimenti che lo sostengono lo aiutino ad essere autonomo e “sindaco della città di tutti”.

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