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A cura di Blog Collettivo

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Un test per sapere come siete attraverso i vostri "like" Su Facebook

Abbandonate ogni forma auto-conoscitiva o riflessione su voi stessi: ci pensa Facebook (ed il sito Psychometric Centre dell'università di Cambridge) ad effettuare una precisa lettura della vostra personalità. Probabilmente i più si faranno una grassa risata o si avvicineranno curiosi, e allo stesso tempo perplessi, su quello che il sito https://applymagicsauce.com/ propone di fare in maniera sperimentale

Abbandonate ogni forma auto-conoscitiva o riflessione su voi stessi: ci pensa Facebook (ed il sito Psychometric Centre dell'università di Cambridge) ad effettuare una precisa lettura della vostra personalità. Probabilmente i più si faranno una grassa risata o si avvicineranno curiosi, e allo stesso tempo perplessi, su quello che il sito https://applymagicsauce.com/ propone di fare in maniera sperimentale.

Scevro da ogni palese velleità scientifica, il sito si propone di analizzare la nostra attività sul portale Facebook, raccogliere tutti i "like" che abbiamo generosamente elargito nel corso della nostra vita virtuale, al fine di restituisci una lettura sui nostri interessi, passioni, religione, orientamento politico. Neanche il sesso d'appartenenza o la vita affettiva vengono risparmiati dall'analisi statistica.

Entrare nel sito è facile e richiede semplicemente l'accesso al nostro profilo FB dal sito stesso dell'università di Cambridge. Non bisogna esser timorosi della nostra privacy: già con l'iscrizione su Facebook o Whatsapp affidiamo a terze parti il potere di entrare in possesso di tutte le nostre informazioni personali.

Una volta effettuato il login, in pochi secondi si traccia il profilo della nostra personalità. Tutto ha un valore statistico, il calcolo aggira informazioni palesi, quali la data di nascita, e cerca di basarsi esclusivamente sui contenuti dei nostri like.

Ecco così che l'elaboratore riceve inconsapevolmente il primo punto a suo favore: sbaglia la nostra età presunta e, il più delle volte per gentilezza, tende a toglierci qualche anno. Come dire, dimostriamo di essere più giovani di quello che siamo, un tocco di narcisismo che non guasta mai.

Proseguendo con la lettura, il test dichiara che abbiamo una certa percentuale di essere Uomo e Donna, con buona pace dei maschietti che si ritrovano un 48% di possibilità di essere donne o viceversa. De gustibus.

Man mano che si scorre la pagina, le notizie diventano più importanti: quanto siamo "conservativi" o "liberali" rispetto agli altri? Il risultato ci paragona rispetto al resto della popolazione, collocandoci su un continuum che va da 0 a 100. Stessa cosa per le voci "Spontaneità VS Organizzazione", "Introversione VS Estroversione" ed "Rilassatezza VS Stress".

Oltrepassate questi cinque titoli sulla nostra personalità, troveremo la nostra intelligenza paragonata al resto della popolazione di Facebook e, per la legge dei grandi numeri, uno su due si ritroverà nella metà in cui non vorrebbe stare. Non bastasse questo, viene valutato anche quanto i nostri like siano condivisi da utenti gay. Niente paura, le ricerche psicologiche rilevano che gli stereotipi sessuali sono presenti soprattutto in chi ha un'intelligenza e un'apertura mentale inferiore alla media. (v.brugnola@libero.it)

Dopo questi dati, ecco svelarsi il nostro orientamento politico: personalmente sono soddisfatto del mio 40% liberale ma mi chiedo: come si concilia col restante  33% conservativo? E' vero che le intenzioni di voto cambiano nel giro di una settimana e forse il test, nell'esprimere dati ambigui, ci azzecca davvero.

Successivamente vengono delineati i nostri interessi personali: un lungo elenco di voci che, sommate, costituiscono l'universo della nostra mente. Dal mio profilo rimango stupito come al primo posto ci sia l'arte, pari merito con la psicologia (12%), ma mi rincuora sapere che i miei interessi vanno dal campo ingegneristico a quello finanziario, non trascurando la cura per bambini e adolescenti.

Infine, vi è l'ultimo grafico relativo alla nostra situazione sentimentale e, a meno che i vostri like non siano esclusivamente su eventi matrimoniali,  si rischia di porsi delle serie domande su quanto possiamo essere single o impegnati, dal momento che il nostro grafico a torte si mostra democraticamente generoso sulle voci riportate.

Insomma, il servizio del portale dell'università di Cambridge effettua una lettura piuttosto grossolana della nostra attività online ma comunque analizza una mole immensa di nostri dati personali.

Viene da chiedersi quanto le nostre vite reali, fatte di parole e interazioni, siano ormai fuse col mondo virtuale e come la nostra personalità lasci sul web tracce che vengono accolte (purchè raccolte) in modo da orientare servizi ed informazioni esclusive, basate sulle inclinazioni del lettore.

Davanti ai terabyte di informazioni che avvolgono la nostra esperienza quotidiana, e che costituiscono la società liquida di questo inizio millennio, vien da chiedersi quanto spazio riusciamo a riservare a noi stessi, alla vera introspezione ed all'analisi dei nostri veri bisogni.

Questo neanche Cambridge lo può dire…o forse sì?

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