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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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La città in crisi, ma non deve arrendersi. Gli auguri di BrindisiReport

Non si chiude felicemente, neppure alla fine di questo 2016, la serie di "anni horribiles" per la città di Brindisi. Le speranze di un cambiamento percepibile, deciso, si sono spente pochi mesi dopo le elezioni

Non si chiude felicemente, neppure alla fine di questo 2016, la serie di “anni horribiles” per la città di Brindisi. Le speranze di un cambiamento percepibile, deciso, si sono spente pochi mesi dopo le elezioni, e ciò che era stato compromesso nel corso delle precedenti esperienze amministrative scivola sempre più velocemente verso scenari di crisi irreversibili. O, almeno, questo ci dicono la ragione e le leggi vigenti nel nostro paese. La ragione e le leggi.

Qualcuno sostiene che Brindisi sia una città maledetta e sfortunata, che assiste impotente alla paralisi delle proprie risorse e al passaggio di innumerevoli opportunità. La prima asserzione è falsa, la seconda è vera. Questo ci dice che il problema è quello di una reazione civile, insabbiata nel 2003, alla caduta dell’amministrazione Antonino per mano della magistratura, che non si forma e non decolla.

Colonna, Canale Pigonati e Forte a Mare-2-3

Molti dei protagonisti di quel tentativo oggi non sono più all’altezza di guidare un cambiamento, e chi oggi potrebbe prendere il loro posto è defilato: non tutti, ma quelli in campo sono troppo pochi. Un patto per il cambiamento reale, un’avventura politica innovativa finalmente sganciata dalla ricerca di consensi elettorali che nella realtà sono abbracci mortali, e veleno per ogni aspettativa di legalità, non riesce a trovare la spinta necessaria.

Da Bari, nel frattempo, giungono segnali sconcertanti: la nostra impressione (ma è quella di tanti), è che la Puglia stia rischiando una netta regressione sul piano delle capacità di governo manifestate in passato, che ne avevano fatto una “anomalia” positiva nello sconfortante panorama del Sud. Guardiamo anche con preoccupazione all’abbandono dell’equilibrio tra i territori e delle visioni obiettive delle emergenze, sostituite da scelte che fanno pensare ad una gestione che privilegia le aree elettoralmente più funzionali all’attuale maggioranza.

Un veliero da crociera nel Canale Pigonati

Che senso ha, dal punto di vista economico, industriale, e dello sviluppo, tentare sino alla fine di modificare il progetto del gasdotto Tap, spostandone il punto di approdo a Brindisi sapendo che si tratta di un’opera di interesse strategico dell’Unione europea e del nostro Paese, e sapendo che tale progetto in questa fase non è più reversibile pena il suo blocco e conseguenze legali e politiche gravi?

E che senso ha dichiarare “area interna”, con una deliberazione della giunta regionale, il Sud Salento, come se non si trattasse di una delle zone turisticamente più frequentate della penisola italiana, ma di una zona disagiata dell’Appennino calabro-lucano, per garantire a questo territorio vie di finanziamento privilegiate? E gli sforzi dei nostri operatori e delle amministrazioni che hanno reso il nord della provincia una della zone più attrattive turisticamente dell'intera regione?

A destra, il Canale Pigonati

Non esiste a Brindisi una rappresentanza parlamentare talmente autonoma dai meccanismo interni al Partito democratico attuale, o anche agli interessi localistici coltivati dal centrodestra, da rappresentare in queste contingenze visioni politiche e strategiche diverse, in cui venga considerato ciò che la città e la provincia possono dare alla Puglia, e ciò che la Puglia deve a Brindisi, oltre a qualche contratto di programma dovuto alla presenza nella nostra provincia di grandi gruppi industriali nazionali.

Viviamo invece crisi continue nei servizi essenziali, come quella dei rifiuti, dove le marce diverse ingranate da non pochi comuni del territorio per fortuna dimostrano che si può raggiungere una percentuale civile ed europea di differenziata, sia pure a costi elevati imposti dalla mancanza di impianti nella zona. Quindi le competenze contano, siano di destra che di sinistra.

Strutture elicotteri in Agusta Westland Brindisi

Le competenze e la cura degli interessi della comunità, nel controllo della buona gestione degli appalti da parte delle aziende assegnatarie, e del bene comune. Non sappiamo che fine abbia fatto la bonifica di quel lago di veleni che si chiama Micorosa. Il nostro porticciolo turistico, finanziato con una importante quota pubblica, sta finendo ormai interamente nelle mani del socio privato di maggioranza. Abbiamo subito anni ed anni di gestioni molto discutibili sul piano dei risultati della nostra principale infrastruttura, il porto.

L’aeroporto deve molto, tutto, alla buona gestione da parte di Aeroporti di Puglia, sperando che il suo futuro non venga compromesso da privatizzazioni azzardate. La sanità non ha quel livello di qualità in grado di invertire la convinzione non solo siciliana che il miglior medico sia l’aereo. La politica continua a disinteressarsi degli effetti che stanno progressivamente manifestandosi nei settori della chimica e dell’energia, e si limita ad abbaiare per i rischi intravisti nelle ristrutturazioni in corso nel gruppo Leonardo Finmeccanica, ma senza riconoscere una condizione di una parte del settore metalmeccanico che lo rende vulnerabile: quello di essere monocliente, legato per la vita alle commesse di Enel ed Eni, oltre che dei gruppi aeronautici.

Passeggeri all'aeroporto di Brindisi

La grande domanda è: chi può guidare il cambiamento, in un simile scenario. Pensiamo che questa sia una sfida che non deve essere ignorata né dalle organizzazioni sindacali, né da quelle delle imprese. Brindisi può ancora vincere le sue battaglie, liberandosi dai troppi avventurieri che incredibilmente ancora ne frenano il cambiamento. E qui vogliamo collegare il ruolo dell’informazione. Per fortuna si tratta di un “territorio” dove ognuno può ancora scegliere cosa leggere, e su quale giornale leggere. Noi abbiamo deciso da tempo di non essere neutrali: in questa situazione, Brindisi, la sua provincia, le sue speranze devono essere difese.

Non è facile, in una realtà dove per ragioni culturali profonde (non vi è altra spiegazione ragionevole) ciò che dovrebbe essere oggetto di confronto democratico, ragionato, argomentato diventa invece oggetto di dileggio su un palcoscenico sempre più degradato offerto dai social network. Qui ci si lamenta, si insulta, si oltraggia, si inveisce, si diffama. Capita che qualcuno di noi finisca per essere bersaglio di questi eroi del nulla. Ma non importa. Tutte le critiche giuste sono utili, al resto ci pensa il vento.

Forte a Mare

Consideriamo perciò frutto di un lavoro non facile, e certamente ancora migliorabile – con il sostegno che ci garantisce il network nazionale Citynews cui BrindisiReport.it appartiene assieme ad altre 42 testate – i risultati che abbiamo raggiunto nel 2016, certificati da AudiWeb, ma anche da Google Analytics, che dà i seguenti numeri: dall’1 gennaio al 29 dicembre 2016, BrindisiReport.it ha ottenuto 15milioni 344mila 088 visite, 3.876.816 lettori unici, 33milioni 555mila 528 visualizzazioni di pagina. La nostra fan page Facebook ha 56mila like.

Questo ci assegna un ruolo di primo piano nell’informazione locale, e garantisce a tante persone di questa provincia che vivono, lavorano e studiano all’estero facendo onore alla propria terra un costante aggiornamento sui fatti dei loro luoghi di origine. Nella graduatoria dei nostri lettori da altri paesi, guida la Germania, seguita dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, dalla Svizzera, dalla Francia, dalla Spagna, dalla Grecia e infine dall’Albania.

brindisi report 1 gennaio-29dicembre 2016-2

Non possiamo che garantire a tutti, nel ringraziarvi e nel rivolgervi i migliori auguri per il 2017, che noi ci saremo (compiremo 7 anni il prossimo 26 febbraio), anche con novità editoriali che Citynews sta elaborando per i lettori, collegando Brindisi al resto dell’Italia e al mondo (basta cliccare sul link appena sopra la testata della nostra prima pagina per raggiungere 41 città o la testata del gruppo, Today). Grazie ancora.

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