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Cronaca

La Scu secondo Andrea Martina

CELLINO SAN MARCO – Dopo il libro sulla mafia “Fratelli di Strada”, ieri l'interpretazione di un monologo scritto di proprio pugno davanti a 400 studenti, sempre per parlare di criminalità, pizzo, estorsioni, per sensibilizzare le nuove generazioni.

CELLINO SAN MARCO – Dopo il libro sulla mafia “Fratelli di Strada”, ieri l'interpretazione di un monologo scritto di proprio pugno davanti a 400 studenti, sempre per parlare di criminalità, pizzo, estorsioni, per sensibilizzare le nuove generazioni, per rendere omaggio a Giovanni Falcone, il magistrato ammazzato dalla mafia 21 anni fa. Il 23enne cellinese Andrea Martina non si ferma e ieri era proprio lui a parlare agli studenti dell'istituto magistrale Farina di Vicenza della strage di Capaci. L'incontro con il giovane pubblico, di qualche anno più giovane di lui, si è tenuto nell'aula magna, alla presenza di Tina Montinaro, moglie di Antonio, caposcorta di Falcone ammazzato anche lui quel tragico 23 maggio del 1992.

Il cellinese Andrea Martina, studente di Ingegneria gestionale all'università di Padova, figlio del presidente dell'associazione antiracket di Cellino San Marco, Roberto, all'epoca aveva solo due anni. Ieri il suo libro sulla mafia lo ha presentato ai giovani studenti di Vicenza (erano presenti anche gli alunni del liceo scientifico Quadri), in più ha recitato un monologo su Giovanni Falcone “I giorni di maggio”.

“Spero che questo libro faccia arrabbiare qualcuno. Magari la smetteremo di sentirci dire che viviamo su un'isola felice. La criminalità va affrontata con coraggio e non nascondendola sotto al tappeto”, aveva affermato il giovane cellinese in una precedente intervista quando il suo libro Fratelli di Strada (edizioni Albatros “Il Filo”), stava per uscire nelle librerie di tutta Italia. Era il 18 dicembre del 2012. Da allora Andrea non si è fermato, ha girato l'Italia nelle aule universitarie, la sua opera era presente al salone internazionale del libro di Torino, tenutosi dal 16 al 20 maggio scorsi, la casa editrice Albatros gli ha riservato un'intervista televisiva che andrà in onda nei prossimi giorni su Sky e su altre reti private.

Ieri mattina l'incontro con gli studenti, sempre all'ombra del suo motto, affrontare la criminalità.

Come mai sono arrivati proprio a lei?

La mia presenza è stata chiesta da alcuni studenti che avevano letto il libro, gli organizzatori dell'evento in memoria della strage di Capaci, hanno accettato con entusiasmo.

Quali domande le hanno fatto gli studenti?

Mi hanno chiesto principalmente cosa mi ha spinto a parlare di Scu e come fare ad occuparsi attivamente di mafia.

Quale domanda l'ha stupita di più?

Un ragazzo mi ha chiesto se avevo paura.

Risposta?

Io mi sento così vivo.

Prima dell'incontro quale era la sua preoccupazione più grande?

Di essere visto come uno che parla dall'alto invece volevo solo far capire a tutti i ragazzi che io ero come loro e non avevo niente di speciale per occuparmi di questa cosa.

Come ha vissuto l'incontro con Tina Montinaro?

E' stato molto bello, si è comportata come una mamma e mi ha invitato al suo fianco per giovedì a Mozzacane (Ve), per una marcia in memoria della strage del 23 maggio.

Prima dell'uscita del libro avrebbe immaginato questo successo?

Assolutamente no e il fatto che sono passati solo cinque mesi mi fa sorridere ancora di più.

Il suo obiettivo?

Cercare ogni occasione possibile per poter parlare a ragazzi della mia età e di diverse regioni, di questo problema, per fare informazione e creare impegno.

In che modo si dovrebbe raggiungere questo obiettivo?

Prima di tutto capire e interessarsi al problema. Se riesci ad avere la conoscenza, vedi la mafia molto più chiaramente perchè è un fenomeno quotidiano e radicato ovunque, da lì il passo per reagire ad eventuali fatti delittuosi è brevissimo.

Cosa le ha lasciato l'incontro?

Voglia di continuare a scrivere, raccontare. Questo è stato uno dei giorni più belli della mia vita. Sentire l'abbraccio di Tina Montinaro e le sue parole “tu sei il risultato della nostra esperienza, il segnale che stiamo facendo un ottimo lavoro, continua così”, mi dà la voglia di andare avanti a testa alta.

 

 

 

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