Nuova stazione marittima: otto avvisi del pm di conclusione delle indagini

BRINDISI – Non c’è al momento alcun provvedimento di sequestro, ma la travagliata vicenda del nuovo terminal passeggeri denominato “Le Vele” è giunta ad un punto di approdo almeno dal punto di vista giudiziario: le attività della procura di Brindisi sulla costruzione della nuova stazione marittima a Costa Morena Ovest  sono concluse, e la Guardia di Finanza è stata incaricata della notifica degli avvisi di conclusione indagini all’ex presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi, Giuseppe Giurgola, e ad altre sette persone a vario titolo indagate per reati che vanno dall’abuso di ufficio, al falso, alle violazioni urbanistiche.

Per una parte delle persone sottoposte ad accertamenti dagli investigatori del gruppo di Brindisi delle “fiamme gialle” (28 in tutto) coordinate dal sostituto procuratore Antonio Costantini, sono stati disposti stralci e per alcune vi sono probabilmente richieste di archiviazione al gip. L’atto che innescò le indagini fu un esposto dell’amministratore della società che gestisce la stazione marittima privata “Brindisi Terminal” che si trova appena fuori del varco doganale di Costa Morena – Punta delle Terrare, Massimiliano Taveri (Nella foto, il cantiere della nuova stazione marittima).

Il presupposto della richiesta di accertamenti alla magistratura era costituito dal fatto che il progetto del terminal “Le Vele” , formalmente “Riqualificazione del Terminal di Costa Morena - Ristrutturazione ed ampliamento", ricadeva in un’area non destinata a tale uso dal Piano regolatore portuale vigente, né era stata predisposta, richiesta ed ottenuta una variante, mentre il progetto stesso veniva presentato come una modifica ed un ampliamento di una struttura già esistente, un prefabbricato in legno, mentre si sarebbe trattato invece di una struttura ex novo da accostare all’altro (che per le stesse ragioni legate alle previsioni del Piano regolatore portuale, a sua volta non avrebbe dovuto essere realizzato) (Nella foto, l'area di cantiere del nuovo terminal).

Di fatto, l’opera progettata dall’architetto milanese Francesco Angarano, e affidata con gara all’Ati formata dal Consorzio Veneto Cooperative e dalla Igeco con sede legale a Roma, non ha ancora visto la luce per difficoltà tecniche connesse all’area di cantiere che – da quanto si dice – sarebbero state recentemente affrontate con alcune modifiche progettuali. E probabilmente la difesa punterà proprio su questo aspetto per ottenere già in fase di udienza preliminare, se non in dibattimento, il riconoscimento dell’insussistenza delle violazioni urbanistiche (Nella foto, la vecchia struttura prefabbricata).

Gli avvocati sono tuttavia in attesa di poter accedere al voluminoso fascicolo processuale per avere contezza della situazione. Si tratta, pare, di alcune migliaia di pagine tra perizia tecnica e documentazione acquisita dalla Guardia di Finanza, che aveva consegnato al pm Costantini la relazione sulle indagini nello scorso mese di gennaio. Oltre a Giuseppe Giurgola, le indagini hanno toccato, tra gli altri, l’attuale responsabile dei servizi tecnici dell’Autorità Portuale, Francesco Dileverano, il suo predecessore Pasquale Fischetto (che operava in regime di convenzione esterna), e il commissario straordinario che fu inviato a Brindisi nel periodo di sospensione dall’incarico del presidente Iraklis Haralambidis, Ferdinando Lolli, nonché l’ex segretario generale protempore Nicola Del Nobile (ora in servizio a Marina di Carrara).