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Cronaca

Il curatore fallimentare di Cittadella chiede indagini sull'ultimo cda per bancarotta

Altro che operazione risanamento: secondo il curatore fallimentare di Cittadella della Ricerca Scpa, l'avvocato Stefano Inglese, il consiglio di amministrazione nominato su richiesta della Provincia di Brindisi, socio di maggioranza, presieduta da Massimo Ferrarese, potrebbe aver messo in atto condotte che prefigurano la bancarotta semplice e la bancarotta fraudolenta

BRINDISI – Altro che operazione risanamento: secondo il curatore fallimentare di Cittadella della Ricerca Scpa, l’avvocato Stefano Inglese, il consiglio di amministrazione nominato su richiesta della Provincia di Brindisi, socio di maggioranza, presieduta da Massimo Ferrarese, potrebbe aver messo in atto condotte che prefigurano la bancarotta semplice e la bancarotta fraudolenta, oltre che altre condotte su cui lo stesso curatore chiede accertamenti al procuratore della Repubblica di Brindisi, in una lunga e dettagliata relazione stesa sulla base dell’esame della contabilità della società consortile per azioni.

Gli uffici della procura e del gip a BrindisiUn passo che un curatore fallimentare deve compiere al cospetto di situazioni che sconfinano nella competenza delle valutazioni del giudice penale. E dire che quel cambio di guida, avvenuto il 21 dicembre del 2009 su volontà della Provincia, sostituendo il vecchio presidente Vitantonio Gioia e il precedente cda con il nuovo presidente Antonio Andreucci e altri due soli consiglieri, era stata presentata come l’applicazione di criteri di efficienza e competenza proprio da Ferrarese e dalla sua maggioranza, con la sola opposizione non degli assessori, ma del capogruppo consiliare del Pd, Damiano Franco.

Cominciò invece una campagna, che forse alcuni ricordano, contro i presunti buchi neri nei bilanci della precedente gestione. Ma non è la precedente gestione che viene posta sotto la lente della procura dal curatore fallimentare, bensì la nuova, quella che poi portò Cittadella della Ricerca Scpa alla procedura di messa in liquidazione malgrado il parere contrario della commissione d’indagine del consiglio provinciale e della stessa opposizione consiliare e di parte della maggioranza.

La Foresteria di Cittadella della RicercaLa relazione del curatore alla procura, da quanto si sa, è stata consegnata alcuni giorni addietro. E contiene alcuni passaggi emblematici della vicenda, come la nomina nel nuovo consiglio di amministrazione a tre di uno dei principali debitori di Cittadella Scpa, il quale successivamente aderì addirittura ad un comitato (minoritario, in verità) che contestava gli alti costi dei servizi nel comprensorio di cui Cittadella era non proprietaria, ma solo società consortile di gestione. Tale consigliere fu successivamente nominato anche vicepresidente.

Il battage del  cosiddetto comitato degli utenti era sostanzialmente coincidente con quello condotto da alcuni giornali locali, che accusavano la vecchia gestione di aver determinato un grosso buco nelle finanze della società. In realtà questo passivo di rilevante entità, era costituito proprio dai crediti vantati da Cittadella della Ricerca Scpa verso una serie di soci utenti del comprensorio, quindi – come aveva rilevato in alcune note per il presidente Andreucci l’allora direttore Angelo Colucci – aveva natura finanziaria e non economica, con una profonda differenza ai fini del bilancio di Cittadella stessa.

La palazzina delle aule di Unisalento in CittadellaCittadella si trovava di fronte a nuove difficoltà per riscuotere le somme dei canoni condominiali, malgrado il suo diritto ad agire fosse ineccepibile. Ma la nuova gestione non solo non incassava, ma perdeva anche altre occasioni di far cassa e addirittura entrava nel capitale di società debitrici, funzionando quasi da banca per esse. Il curatore fallimentare ha annotato tutto dettagliatamente, nell’illustrare il quadro della situazione cui si è trovato di fronte studiando l’incarto contabile della società in fallimento.

Un’occasione perduta fu quella offerta dal Distretto aerospaziale pugliese per la gestione di un progetto di formazione, in cui si proponeva a Cittadella della Ricerca il ruolo di coordinamento, monitoraggio e rendicontazione. I due consiglieri, incluso quello in debito con la società, si sarebbero rifiutati di firmare gli atti di partecipazione. Il Distretto aerospaziale propose allora forme alternative e richiese la sola firma del presidente Andreucci, ma Cittadella si tenne fuori dal progetto, che poi fu ammesso a finanziamento, a sottolineare l’occasione perduta da Cittadella stessa.

C’è anche il caso di un’altra società insediata nei confronti della quale Cittadella della Ricerca vantava un credito molto rilevante per canoni pregressi e occupazione di spazi. Si tratta di Isbem, che chiese il riconoscimento (non dovuto secondo il direttore di Cittadella, Angelo Colucci) delle migliorie applicate alle strutture utilizzate, oltre ad una sostanziosa rateizzazione del resto delle somme restanti, proponendo a Cittadella anche l’acquisizione di alcuni progetti nel campo della salute, ritenuti però dallo stesso direttore Colucci, in altre note al presidente Andreucci, di alcun valore perché non ammessi ad alcun finanziamento.

La sede della direzione dell'Enea in CittadellaNel frattempo Cittadella della Ricerca aveva ottenuto dai magistrati competenti sia l’esecutività dello sfratto per Isbem che un decreto ingiuntivo. Isbem fece allora una nuova proposta di transazione per fermare lo sfratto, nel corso di un incontro informale con il nuovo cda di Cittadella. Colucci mise per iscritto i propri dubbi e le proprie contrarietà, ma lo sfratto non diveniva mai esecutivo. Alla fine, il direttore si dimise il 15 giugno del 2011 stanco della situazione. Il vicepresidente debitore a quella data non aveva pagato neppure una delle fatture pregresse, e in consiglio di amministrazione sosteneva la necessità di attendere la presentazione di un piano di rientro da parte degli altri debitori, e la ridiscussione del problema del canone di locazione.

Insomma, secondo il curatore fallimentare, non fu fatto alcunché di concreto e decisivo per portare nelle casse della società i crediti maturati nei confronti di numerosi utenti del comprensorio. Non solo: la società firmò con Isbem una transazione. Il fatto, che pare sia stato riportato anche nella relazione del relatore alla procura, prevedeva intanto il riconoscimento del debito verso Cittadella da parte di Isbem. Cittadella invece finì col riconoscere 32mila euro ad Isbem per interventi di manutenzione ordinaria nel periodo di vigenza del contratto. L’Isbem in più si impegnò a saldare il resto in 24 rate e a sgomberare i locali.

L'incendio negli uffici di CittadellaMa non era finita lì. In una fase successiva infatti Cittadella della Ricerca concesse il passaggio della rateizzazione del debito da 24 a 60 mesi, ed entrò addirittura nel capitale di Isbem acquistando azioni per una somma superiore ai 30mila euro riducendo ancor più il proprio credito. E da questo episodio si passa alla famosa faccenda del “buco” delle gestioni dal 2007 al 2009. Si tratta della contabilizzazione degli oneri per servizi comuni da parte della Cittadella della Ricerca per quei bilanci, su cui la Provincia chiese una relazione ai sindaci revisori. Questi rideterminarono il valore della voce in bilancio “Ricavi da servizi comuni”, perciò anche una ridefinizione delle perdite di quegli esercizi, con un aggravamento della situazione, perché questo accade se a una riduzione dei ricavi non corrisponde una riduzione dei costi, che erano già stati sostenuti.

Atto finale, la decisione del consiglio provinciale l’1 marzo 2012 di dare mandato per mettere in liquidazione la società Cittadella della Ricerca, e il 30 marzo di revocare anche il comodato degli immobili. Il 5 aprile a tutte le società insediate arrivò la lettera del Settore patrimonio della Provincia per comunicare che i canoni di locazione andavano versati da quel momento in poi direttamente allo stesso ufficio, e non più a Cittadella, mentre il 23 aprile, in virtù della revoca del comodato degli immobili a Cittadella, decadevano anche i vecchi contratti di locazione che andavano invece rideterminati con la Provincia. Ma se a una società in liquidazioni togli ogni cespite, il fallimento è scontato. Il 5 dicembre 2013 è arrivata la sentenza dichiarativa del fallimento.

E adesso tutta la storia dovrà essere ricostruita dalla procura della Repubblica, che già ha un fascicolo sul misterioso incendio del 21 ottobre 2012, che distrusse i locali della ex presidenza di Cittadella della Ricerca dove erano archiviati i documenti contabili degli anni precedenti. Ci sono due indagati, due guardie giurate, ma ancora nessuna decisione del pm.

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