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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

I resti della domus romana sempre al buio: faretti rubati e mai sostituiti

Da domus romana in età repubblicana (I-II sec. a.C.) ad edificio pubblico in epoca imperiale (II sec. d.C.) fino ai nostri giorni in cui si è trasformata in orinatoio improvvisato ed all’occorrenza riparo per i meno fortunati. Ci riferiamo all’area archeologica di via Casimiro, in pieno centro storico, ai piedi del palazzo dell’Iacp

BRINDISI - Da domus romana in età repubblicana (I-II sec. a.C.) ad edificio pubblico in epoca imperiale (II sec. d.C.) fino ai nostri giorni in cui si è trasformata in orinatoio improvvisato ed all’occorrenza riparo per i meno fortunati. Ci riferiamo all’area archeologica di via Casimiro, in pieno centro storico, ai piedi del palazzo dell’Iacp (gli scavi vennero alla luce proprio durante la costruzione del palazzo, nel 1957). Una zona colpevolmente dimenticata dalla cittadinanza, ma non dai vandali che troppo spesso lasciano il loro segno.

Illuminazione scavi 2-2La cavea poco meno di due anni fa fu interessata da lavori di riqualificazione, gli operai della ditta brindisina incaricata dal Comune intonacarono i muri perimetrali e successivamente montarono un impianto d’illuminazione. Un restyling che avrebbe portato un minimo di dignità all’area. Il condizionale è d’obbligo visto che pochi giorni dopo la conclusione dei lavori poco o niente rimase dell’impianto d’illuminazione, dei dieci faretti posizionati dalla ditta ben otto scomparvero nel nulla, divelti in modo da non poter permettere il loro riutilizzo. I due restanti possono essere ancora ammirati all’interno della cavea, inutilizzabili.

Illuminazione scavi-2Per quei lavori di riqualificazione il Comune spese sicuramente soldi pubblici, soldi buttati visto che i resti del colonnato posto al centro degli scavi o la pavimentazione a mosaico non furono illuminati neanche per un minuto. Tralasciando il fatto che gli scavi continuano ad essere invasi da sporcizia, erbacce e topi, una situazione di degrado, ancora più inconcepibile se si pensa che proprio di fronte si trova il palazzo che ospita gli uffici comunali del settore Urbanistica e Igiene urbana, come può essere possibile che in due anni nessuno ha pensato bene di risistemare i faretti, facendo tra l’altro il gioco dei vandali?

Adesso che il Negroamaro Wine Festival ha deciso di allestire degli stand nella piazzetta che si affaccia sugli scavi, le migliaia di persone, che l’organizzazione del festival dice di portare in città, quale spettacolo si troveranno davanti? Che giudizio daranno su una città che tratta in modo barbaro una preziosa eredità?

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