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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Raccordo ferroviario, progetto stravolto”: il Consorzio chiede 14 milioni al Comune

Atto di citazione notificato a Palazzo di città: fissata la prima udienza in Tribunale, sezione civile. “Circostanze non imputabili all’appaltatore"

BRINDISI – Grana giudiziaria del valore di 14 milioni di euro dopo le variazioni apportate al progetto per il raccordo ferroviario tra la zona industriale di Brindisi e la stazione di Tuturano, con atto di citazione a carico del Comune. Che dovrà giocare in difesa di fronte alle pretese del Consorzio.

Binari in via Enrico FermiI due contendenti, da un lato l’Amministrazione cittadina, e dall’altro il Consorzio Ecit Engineering costruzioni infrastrutture tecnologiche, si vedranno in Tribunale e sarà un giudice civile a stabilire chi abbia ragione e chi no. Chi debba pagare e chi no. E quanto. La prima udienza è stata già fissata e per l’Ente pubblico ci saranno gli avvocati interni Francesco Trane e Monica Canepa, ancora una volta alle prese con un nodo legale e di nuovo costretti a reiterare la richiesta di documentazione ai colleghi degli altri uffici. Perché nonostante le note ufficiali nelle quali  domandavano delucidazioni sull’argomento, non avrebbero ancora ricevuto risposte. Ma la costituzione nel giudizio è necessaria, tenuto conto dell’importo dal formato maxi. Il commissario Cesare Castelli, infatti, ha condiviso e con i poteri della Giunta ha proceduto con la nomina.

Oggetto del contendere è l’esecuzione dei lavori per il “nuovo raccordo ferroviario tra la zona industriale e la stazione di Tuturano”, aggiudicati in via definitiva all’Ecit a seguito di “procedura concorrenziale il 31 maggio 2011”. Due anni dopo, esattamente il 20 dicembre 2013, il Comune “procedeva alla stipula del contratto per il corrispettivo di 12.992.769,67 euro oltre Iva, rimodulato alla luce della nuova configurazione infrastrutturale resasi necessaria”.

A sentire i legali del Consorzio, nel corso dell’appalto sarebbero emerse diverse problematiche, tra queste “alcune interferenze con le strutture già esistenti sul territorio di diverse società”. Per questo, sono state apportare “integrazioni e varianti in adeguamento alle prescrizioni di volta in volta richieste dagli Enti coinvolti”. Si tratterebbe di “criticità non imputabili all’appaltatore che avrebbero determinato un consistente stravolgimento dei tempi e delle modalità esecutive pattuite nel contratto, tali da indurre il consorzio ad iscrivere in contabilità riserve per un ammontare complessivo di 14.114.919,78 euro”. Somma posta a base della richiesta.

L'avvocato Francesco Trane-2Il consorzio sostiene anche di aver reso noto al Comune “tali riserve” con una lettera protocollata, dunque arrivata a Palazzo di città il 2 febbraio 2016, finalizzata “a una definizione bonaria della vicenda”. Ma non ci sarebbe stato alcun riscontro. Solo lo scorso  11 aprile, il “responsabile unico del procedimento ha relazionato limitatamente alle criticità rinvenienti dalle interferenze con i metanodotti della società Snam Rete Gas srl”. La nota porta la firma dell’architetto Fabio Lacinio.

Tre giorni dopo, il dirigente responsabile dell’ufficio Legale, Francesco Trane (nella foto), ha chiesto per chiedere “ulteriori elementi cognitivi e documentali utili a un’efficace difesa giudiziale” ma niente. Adesso per il Comune diventa indispensabile essere presente in udienza per rappresentare e far valere l’interesse dell’Amministrazione

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