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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Presta, sceglie di nuovo il silenzio il presunto killer

Carlo Solazzo, accusato di essere stato l’esecutore materiale, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip, come fece lo scorso mese di dicembre dopo il primo arresto

BRINDISI – Silenzio, di nuovo. Ha scelto per la seconda volta di avvalersi della facoltà di non rispondere Carlo Solazzo, arrestato nell’inchiesta Omega bis con l’accusa di aver ucciso Antonio Presta il 5 settembre 2012, davanti all’ingresso della sala giochi di San Donaci. Omicidio premeditato aggravato dalle modalità mafiose perché ritenuto dalla Dda di Lecce maturato in seno alla frangia della Sacra Corona Unita che operava nel settore della droga tra i comuni di San Donaci e Cellino San Marco.

Il presunto killer

Carlo Solazzo-2L’indagato per la seconda volta, davanti allo stesso gip che ha firmato per il nuovo arresto con identica contestazione, ha deciso di non affrontare l’interrogatorio di garanzia. E ha comunicato la propria decisione al suo difensore di fiducia, Stefano Prontera, lo stesso che lo scorso mese di gennaio, a distanza di due settimane dal primo arresto per l’omicidio Presta, ottenne la scarcerazione ricorrendo al Tribunale del Riesame. In quella occasione il penalista sostenne che il provvedimento di arresto firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, non avesse una propria motivazione. E il collegio in funzione di Riesame arrivò alle stesse conclusioni: “Mancanza di autonoma motivazione del gip, diversa da quella indicata nella richiesta dei pubblici ministeri Cataldo Motta (il procuratore capo dell’Antimafia, ora in pensione, e Alberto Santacatterina (il sostituto, che ha firmato la nuova richiesta di emissione del provvedimento cautelare in carcere)”.

Solazzo non fu l’unico a essere rimesso in libertà. Ci furono scarcerazioni a catena per le stesse ragioni e a quel punto il ministro della Giustizia decise di occuparsi del “caso” e dispose un’ispezione, ancora in corso. Non è stata, infatti, ancora depositata la relazione conclusiva. Sono stati eseguiti i nuovi arresti con il blitz tenuto a battesimo con il nome Omega bis. Ordinanza di custodia cautelare in carcere numero due, per tutti gli indagati scarcerati in precedenza.

I gravi indizi di colpevolezza

Gravi indizi di colpevolezza rispetto alla posizione di Solazzo restano intercettazioni ambientali, nelle auto di alcuni degli indagati considerate alla stregua di confessioni. Come nel caso dell’omicidio perché a parlare, in alcune conversazioni, è stato lo stesso Solazzo. Ci sono, inoltre, i verbali dei pentiti da Ercole Penna a Francesco Gravina, alias il Gabibbo, sino ad arrivare all’ultimo, Sandro Campana.

Carlo Solazzo è per la Dda l’indagato principale dell’inchiesta essendo ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio Presta. L’autista che lo accompagnato in via Tobagi, di fronte alla sala giochi, e che gli ha garantito la via di fuga non è stato ancora identificato. Era alla guida di una Lancia Delta di colore bianco. Nonostante nel frattempo siano state sentite sette persone, considerate testimoni oculari, due quelle quali arrestate nel blitz, il nome di chi era alla guida resta un mistero.

Antonio Presta, come già evidenziò il risultato dell’autopsia, morì “a causa di un violentissimo trauma cranico”: venne prima raggiunto da “numerosi colpi di pistola calibro 38”, poi finito con il calcio di un fucile calibro 12 che, stando alla ricostruzione, si sarebbe inceppato. In tal senso ha deposto per primo Sergio Dell’Anna, a sua volta arrestato sia in Omega che in Omega bis, il quale ha prima riferito la dinamica, per poi dire ai magistrati di aver saputo del nome del killer da altri.

Le aggravanti

Per l’omicidio, sono state contestate a Solazzo le aggravanti della premeditazione, “avendo organizzato l’agguato”, e dell’agevolazione “dell’attività della frangia della Scu operante a San Donaci e Cellino, a cui apparteneva”. Quanto al movente, l’accusa sostiene che Presta lo aveva “sfidato nel ruolo di vertice, entrando in contrasto nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti, essendo per di più il figlio di Gianfranco, collaboratore di giustizia”.

Pietro SolazzoIl fratello di Carlo, Piero, anche lui difeso dall’avvocato Stefano Prontera, è indicato come appartenente alla frangia della Scu, attiva nel narcotraffico, settore di attività contestata a Daniela Presta, la sua convivente, sorella di Antonio Presta, la prima ad aver intuito chi fosse stato l’autore dell’omicidio. Determinanti sarebbero i colloqui in carcere tra lei e il convivente, nei passaggi in cui si fa riferimento a che a quanto era avvenuto prima del fatto di sangue.

Il movente dell'omicidio

Daniela Presta, difesa dall’avvocato Giacomo Serio, è tra gli arrestati nel nuovo bis. Dopo l’omicidio, stando a quanto si legge nel provvedimento di arresto, si lasciò scappare di essere stata lei, assieme al fratello, ad agire per l’incendio dell’abitazione di Carlo Solazzo, il 15 agosto 2012. Pensava di non essere intercettata. Piero Solazzo, al contrario, temeva le cimici. “Tuo fratello c’entra qua dentro, ci odia a morte, sa che siamo stati noi”: lo dice Daniela Presta il 15 settembre, dieci giorni dopo l’omicidio, al suo compagno. Il 13 ottobre, sarà Pietro Solazzo a parlare di una “guerra con il fratello Carlo”, anche perché nel frattempo c’era più di qualcuno che in paese alimentava i sospetti sul coinvolgimento nel delitto: “Deve morire sparato in testa e non lo devono neanche trovare”.  Carlo Solazzo, il 6 marzo 2013, a confesserà di essere stato l’autore dell’omicidio, nel corso di un colloquio con uno degli indagati, Marco Pecoraro: “Quando mi vide (Antonio Presta, ndr) capì”. E Pecoraro: “Hai fatto bene, se l’è meritato”.

I penalisti potrebbero presentare nuovamente ricorso al Tribunale del Riesame.

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