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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Latiano

Padre spara e uccide il figlio durante una lite a casa

L'omicidio avvenuto nella notte a Latiano: la vittima si chiamava Antonio Di Cataldo, 33 anni, arrestato il genitore Cosimo Di Cataldo reo confesso. Testimone la moglie, madre del giovane, che ha chiamato i carabinieri e il 118. Questioni economiche alla base del diverbio: il figlio voleva la caparra incassata dal genitore dopo la vendita di un fondo agricolo

LATIANO – La lite dopo cena, i colpi di pistola e la tragedia poco dopo la mezzanotte in un’abitazione a Latiano: Antonio Di Cataldo, 33 anni, è morto per le ferite riportate dopo essere stato raggiunto dai proiettili di un revolver usato dal padre, Cosimo Di Cataldo, arrestato dai carabinieri chiamati dalla moglie. 

L’omicidio è avvenuto nell’appartamento della famiglia che vive in via Francesco Scarafile, nella zona del campo sportivo: alla base del diverbio finito nel peggiore dei modi ci sarebbe motivi che gli inquirenti, al momento, ritengono collegati a questioni economiche. Probabilmente legati a una richiesta di denaro che il figlio avrebbe avanzato nei confronti dei genitori. Sembrerebbe l'ennesimo episodio.

Cosa abbia armato la mano del padre nei confronti del figlio sarà chiarito con certezza nelle prossime ore, quando Cosimo Di Cataldo sarà sentito dal gip del Tribunale di Brindisi per la convalida dell’arresto operato dai carabinieri della compagnia di San Vito, su disposizione del pubblico ministero di turno, Francesco Carluccio. Il padre della vittima è ristretto nel carcere di via Appia, a Brindisi. 

Stando alla primissima ricostruzione dei fatti, a chiedere l’intervento dei militari sarebbe stata la mamma di Antonio Di Cataldo: avrebbe assistito alla litigata tentando di calmare il marito, senza risultato, e lei stessa vedendo il figlio sanguinante ha chiamato i soccorsi chiedendo di fare presto. Per Antonio Di Cataldo non c’è stato niente da fare. Secondo quanto accertato l'arma, che aveva la matricola abrasa, apparteneva alla vittima. Dopo il diverbio è nata una colluttazione, poi le minacce e infine gli spari. 

Dal revolver sarebbero partiti sei colpi in sequenza: almeno tre avrebbero colpito il figlio, uno alla testa, rivelatosi mortale, e gli altri al torace e braccio sinistro. Sul posto anche il medico legale Antonio Carusi a cui è stato chiesto di procedere con una prima ispezione cadaverica. Domani alle 12 sarà conferito l'incarico per l'autopsia che dovrebbe essere eseguita nel tardo pomeriggio. 

Quando sono arrivati i militari, Cosimo Di Cataldo, ha confessato in lacrime di aver sparato il figlio: non voleva uccidere, la situazione è precipitata all’improvviso nel volgere di qualche istante. I carabinieri non hanno potuto fare altro che portarlo in caserma, dove è stato contattato un avvocato difensore e procedere con i rilievi per l’informativa di reato che questa mattina sarà trasmessa al sostituto procuratore che, per ora, procede contestando l’omicidio aggravato dal legame familiare.

A quanto pare il figlio della coppia era tornato a Latiano da qualche giorno per trascorrere le ferie estive, come faceva ogni anno da quando si era trasferito a Roma per motivi di lavoro. Sotto shock i familiari e gli amici del ragazzo e dei suoi genitori.

L'indagato, ristretto nel carcere di via Appia a Brindisi, continua a ripetere che non voleva uccidere il figlio. Ai carabinieri che lo hanno ascoltato tutta la notte avrebbe riferito di aver più volte, negli ultimi tempi, aver avuto diverbi con il figlio per motivi economici. I rapporti sarebbero diventati ancor più difficili quando il figlio avrebbe saputo che i genitori avevano venduti un fondo agricolo di loro proprietà ottenendo una somma di denaro a titolo di caparra: gli investigatori non escludono che la richiesta di soldi, avanzata anche ieri notte dal giovane, sia legata a questa circostanza. La vendita del terreno con conseguente incasso di poche migliaia di euro potrebbe essere letta come movente dell'omicidio, in relazione al quale il pubblico ministero Francesco Carluccio contesta l'omicidio aggravato.

Nel corso della notte è stata sentita anche la moglie dell'uomo indagato, madre della vittima, in qualità di persone informata dei fatti essendo stata lei stessa testimone della lite tra i due: sarebbe stata la donna a svegliare il marito dopo aver aperto la porta al figlio, non appena si è resa conto che il ragazzo era armato. Aveva un revolver e il marito - stando al suo racconto - avrebbe tentato di disarmarlo, ma a quel punto sono volate parole grosse, tra i due c'è stata una colluttazione e sono stati partiti i colpi. 

L'esame autoptico che svolgerà il medico legale servirà ad accertare la traiettoria dei colpi, la distanza a cui sono stati sparati, in modo tale da definire la dinamica e verificare la dichiarazione del genitore: "Non voleva ucciderlo". Uno di quei sei colpi è stato sparato alla testa, il ragazzo è crollato a terra e non si è più rialzato. L'indagato sarà interrogato dal gip entro la fine della settimana.

articolo aggiornato alle 15,30

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