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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Gli studenti del Fermi e del Monticelli nel Palazzo dell’Onu

Sette giorni a New York per il progetto Change the World su simulazioni diplomatiche: 1.600 ragazzi provenienti da 92 Paesi. Nel gruppo degli "inviati" di Brindisi, Ludovica Burlizzi, la più giovane: 14 anni, ha rappresentato il Nepal. "Esperienza emozionante, da ripetere"

BRINDISI – Qualcuno è diventato maggiorenne da poco, per gli altri il traguardo dei 18 anni è lontano, per una settimana sono stati ospiti nel Palazzo di vetro dell’Onu, a New York, alle prese con le risoluzioni e le riunioni in commissione. Hanno lavorato come i grandi della Terra gli studenti del liceo Scientifico Monticelli-Fermi di Brindisi che hanno partecipato al progetto “Change the world”.

foto ragazzi onu bis-2La squadra di inviati brindisini è stata composta da:  Paola Cariolo, Maura Massagli, Luca Zullo, Francesco Ble, Francesco Birgitta, Giuseppe Stifani, Irsina Hokxa, Matilde Silva, Matteo Tollemeto, Matteo Brogna, Martina Sole, Giulia Tundo, Giulia Vindice, Gianmarco Bassi, Gaia Volpe, Gabriele Marasco, Chiara Mangione, Edoardo Alba e Ludovica Burlizzi.

Quest’ultima è la più giovane partecipante al progetto  nel quale ha creduto il dirigente scolastico Anna Maria Quarta: ha 14 anni appena, è iscritta al primo anno dell’indirizzo europeo, ottimi voti nella classe 4 A, studia inglese, francese e tedesco e spera un giorno di lavorare in quel palazzo, per conto dell’Onu, o di prestare consulenza per aziende di respiro internazionale.

A Ludovica Burlizzi è toccato il compito di rappresentare la difficile situazione vissuta dal Nepal ai colleghi componenti dell’assemblea generale delle Nazioni Unite: “E’ stata un’esperienza bellissima ed emozionante”, dice la studentessa di ritorno dalla Grande Mela con gli amici del Monticelli e del Fermi. Ad accompagnarli c’era la vice preside Teresa Nacci che ha seguito i ragazzi passo dopo passo, assieme al coordinatore del progetto per la Regione Puglia, Marco Stasi.

“Parlando all’assemblea ho spiegato che il Nepal dipende ancora dalle grandi Nazioni e che il Paese vive una situazione difficile anche sul fronte del riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo”, spiega la studentessa. “Ho illustrato la realtà in inglese e lo stesso hanno fatto i miei colleghi per i Paesi di cui erano rappresentanti”.

Il change the world Model è un laboratorio di formazione nel quale vengono riprodotti in maniera fedele alla realtà i meccanismi di funzionamento degli organi delle Nazioni Unite: gli studenti arrivano da ogni parte del mondo e si confrontano come fanno i “grandi” della terra su problematiche attuali, le stesse che scandiscono le agende dei lavori di capi di Stato e di Governo.

onu 2-2“Siamo arrivati a New York il 17 marzo e siamo stati lì sino al 23”, racconta Ludovica Burlizzi. “C’erano 1.600 studenti, provenienti da 92 Paesi”. Hanno rappresentato 400 scuole e università che hanno aderito al progetto dedicato  quest’anno alla “Diplomazia globale nell’era dei new media”. Il quartier generale degli studenti è stato quel Palazzo visto più volte in televisione. Chi mai avrebbe immaginato di vederlo, di entrarci e di parlare negli stessi luoghi che rappresentano gli ambienti di lavoro del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon o di Barack Obama, solo per fare qualche nome.

Nella sala dell’assemblea generale delle Nazioni Unite si è svolta la cerimonia di inaugurazione a cui hanno partecipato, tra gli altri, Enrico Letta, Letizia Moratti, Lucio Caracciolo, Sebastiano Cardi, Paolo Magri, Marco Tardelli e Andrea Pirlo. “E’ stato davvero incredibile, spero di avere altre possibilità di questo tipo”, dice la ragazza.

foto ingresso onu-2Il liceo scientifico Fermi-Monticelli ha iniziato a lavorare sul progetto  lo scorso mese di ottobre affrontando anche il tema del terrorismo internazionale legato all’Isis: “Abbiamo svolto un’analisi dei fatti, degli attentati e della posizione che i singoli Stati hanno assunto nella lotta ai terroristi”, racconta Ludovica Burlizzi.

L’ultimo giorno in cui la delegazione di Brindisi è stata a New York, il terrorismo ha attaccato Bruxelles seminando terrore e morte. Prima ancora, l’incidente stradale  a Tarragona, in Catalogna (Spagna) nel quale hanno perso la vita studentesse italiane che partecipavano a un progetto Erasmus: “La paura c’è sempre visto quello che raccontano i tg e i giornali, ma noi andiamo avanti”, dicono gli studenti. “Può avvenire ovunque ma non per questo possiamo restare paralizzati”.

Hanno voglia di fare e molto da dire questi giovani che grandi lo sono già a dispetto dell’età e si sono fatti conoscere. Sono l’orgoglio di Brindisi, ragazzi di cui andare fieri e per i quali lavorare costruendo il futuro che meritano.

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