rotate-mobile
Cronaca Carovigno

A fuoco la casa dei pedofili

CAROVIGNO - I due fratelli-gemelli sono in carcere per pedofilia e i piromani incendiano la loro casa. Fiamme di origine misteriosa, ma di chiara natura dolosa, nel pomeriggio di lunedì, in una abitazione di Carovigno. Erano circa le 17 quando i vigili del fuoco del distaccamento di Ostuni sono intervenuti per domare il rogo che misteriosamente si sarebbe sviluppato in una casa di via Corte Scipione 1.

CAROVIGNO - I due fratelli-gemelli sono in carcere per pedofilia e i piromani incendiano la loro casa. Fiamme di origine misteriosa, ma di chiara natura dolosa, nel pomeriggio di lunedì, in una abitazione di Carovigno. Erano circa le 17 quando i vigili del fuoco del distaccamento di Ostuni sono intervenuti per domare il rogo che misteriosamente si sarebbe sviluppato in una casa di via Corte Scipione 1.

Le fiamme hanno divorato buona parte degli arredi. Il fumo ha provocato l'annerimento delle pareti, ma fortunatamente – hanno constatato gli stessi vigili del fuoco – l'edificio è agibile. Si tratta della casa dei due fratelli gemelli Antonio e Giuseppe Carlucci, entrambi 48enni. Entrambi reclusi in carcere dopo essere balzati, l'11 ottobre del 2006, alle cronache, per la violenza sessuale nei confronti di una bimba che all'epoca dei fatti aveva solo 5 anni.

Gravissime furono le accuse, formulate dal pm titolare dell’inchiesta Antonio Negro, accolte dal gip Simona Panzera. Fondamentale fu il rapporto tra i carabinieri ed il mondo della scuola, fu  grazie a questo rapporto di fiducia che la spirale di violenza fu interrotta.

La svolta nelle indagini avvenne quando la piccola raccontò alla sorella maggiore il fatto, la sua confidenza ad un insegnante ed i suoi consigli fecero crescere nella famiglia, straziata dalla scoperta, la convinzione di denunciare il fatto. Poi le indagini svoltesi con la preziosa collaborazione della magistratura svizzera dove la piccola emigrò con la sua famiglia.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A fuoco la casa dei pedofili

BrindisiReport è in caricamento