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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

A Mesagne previsto un hospice con 20 posti letto, ma due reparti spariranno

L’ospedale di Mesagne perderà i reparti di Medicina generale e Lungodegenza. In compenso ospiterà un “hospice” con 20 posti letto  per le cure palliative. Questi saranno alcuni degli effetti della riconversione delle funzioni del San Camillo in struttura a carattere specialistico

MESAGNE – L’ospedale di Mesagne perderà i reparti di Medicina generale e Lungodegenza. In compenso ospiterà un “hospice” con 20 posti letto  per le cure palliative. Questi saranno alcuni degli effetti della riconversione delle funzioni del San Camillo in struttura a carattere specialistico a servizio del territorio, nell’ambito del piano di riordino ospedaliero varato dalla Regione Puglia che lunedì prossimo (1 marzo) dovrebbe essere approvato dalla giunta regionale.

Il direttore generale dell’Asl Brindisi, Giuseppe Pasqualone, ha fornito alcuni dettagli sul destino dell’ospedale di Mesagne nel corso di un contro avuto venerdì mattina con una delegazione del Comune di Mesagne composta dal sindaco Molfetta, dal deputato Matarrelli, dal consigliere delegato alla Sanità Lenoci e dal consigliere Regionale Vizzino. Come noto, per la provincia di Brindisi si vede il passaggio da sei a tre ospedali, di cui „1 di base, 1 di primo livello e 1 di secondo livello.

“La direzione generale – si legge in una nota del comune di Mesagne - ha preannunciato che i dettagli saranno ufficializzati, dopo tutti gli adempimenti procedurali, in un documento con specifiche schede tecniche”. Dai primi elementi trapelati, ad ogni modo, l’ospedale di Mesagne 
Subirà  la soppressione dei reparti di medicina generale e lungodegenza a fronte della realizzazione di un "hospice" con 20 posti letto per le cure palliative, “del potenziamento dei servizi di day-hospital e day-surgery dall’area medica e chirurgica, oltre all’aumento degli ambulatori specialistici delle varie branche (cardiologia, neurologia, ginecologia, ecc.) che saranno potenziati in dotazione organica e strumentale per ottimizzare e qualificare i percorsi diagnostici a livello territoriale”.  

“È apparso immediatamente chiaro ai rappresentanti istituzionali del Comune di Mesagne  - si legge nel comunicato - che queste linee di indirizzo sono praticamente sovrapponibili a quelle più volte presentate in passato e, di fatto, mai realizzate perché non finanziate. Una condizione che ha portato al progressivo depauperamento delle funzioni ospedaliere tradizionali con la soppressione di posti letto ed interi reparti a cui purtroppo non ha fatto seguito un potenziamento dei servizi territoriali”. “Perché dunque non si ricalchino le stesse orme del passato  - si legge ancora nella nota del Comune - è stato necessario sapere con certezza se sono stati pianificati gli investimenti necessari in termini di risorse umane e finanziarie, a quanto ammontano e quali sono i tempi entro cui deve compiersi la riconversione”.

A queste considerazioni il direttore Pasqualone ha risposto informando che il Ministero della Sanità avrebbe disponibilità di fondi specificatamente destinati alla “specialistica territoriale” per circa 250 milioni di euro ma che presumibilmente sbloccherà questi fondi solo dopo e solo se la Regione Puglia approverà i tagli previsti dal piano di riordino della rete ospedaliera.  

Ha inoltre aggiunto che sul fronte degli interventi strutturali e delle dotazioni strumentali sarebbero già nella disponibilità della Regione risorse rinvenienti dai fondi Fesr per cui si è nelle condizioni potenziali di bandire le gare.  Circa i tempi di previsione per l’attuazione dell’intero piano di riconversione il Direttore Generale ha assicurato che dovrebbero esser contenuti in 18 mesi. 

Affrontata anche la questione relativa al personale sanitario e parasanitario. L’ipotesi configurata è che una parte consistente del personale resti a garanzia dell’agibilità dei servizi in essere e che possa essere addirittura implementato soprattutto per effetto di un aumento certo dei medici specialisti che opereranno in un sistema integrato con i medici di medicina generale.  

“La delegazione mesagnese  - si legge ancora  nel comunicato - non ha espresso in questa sede alcuna valutazione di merito, riservandosi di farlo nelle sedi istituzionali deputate dopo gli approfondimenti necessari e l’esame di dettaglio del piano annunciato. Ha sollecitato però il direttore generale ad un più stretto rapporto di collaborazione e confronto preventivo, riaffermando che le Istituzioni locali eserciteranno a pieno tutte le loro prerogative affinché le determinazioni che si assumeranno a qualunque livello vadano nella direzione di migliorare gli standard qualitativi dell’offerta sanitaria nel nostro territorio”.

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