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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Abolita per decreto la processione dei santi la sera di Pasqua. Fedeli divisi

SAN VITO DEI NORMANNI – Cinque anni fa la processione del Corpus Domini che da lunghissimo tempo si teneva a mezzogiorno, è stata spostata alla sera. Poi, più recentemente, è stata vietata la libera circolazione delle processioni parrocchiali, che non possono più “sconfinare” nel territorio di competenza delle altre chiese, fatta eccezione per quella del patrono San Vito martire, e quella dei Defunti. Adesso il colpo all’ultima delle tradizioni religiose locali: l’ingresso festoso delle statue dei santi nella Chiesa Madre alla fine della messa della sera di Pasqua, nel momento del Gloria per la resurrezione di Cristo, è stato cancellato per decreto arcivescovile, dopo alcuni secoli. E i fedeli si dividono, ma sono molti di più coloro che hanno accolto con critiche e disapprovazione questo veto.

SAN VITO DEI NORMANNI – Cinque anni fa la processione del Corpus Domini che da lunghissimo tempo si teneva a mezzogiorno, è stata spostata alla sera. Poi, più recentemente, è stata vietata la libera circolazione delle processioni parrocchiali, che non possono più “sconfinare” nel territorio di competenza delle altre chiese, fatta eccezione per quella del patrono San Vito martire, e quella dei Defunti. Adesso il colpo all’ultima delle tradizioni religiose locali: l’ingresso festoso delle statue dei santi nella Chiesa Madre alla fine della messa della sera di Pasqua, nel momento del Gloria per la resurrezione di Cristo, è stato cancellato per decreto arcivescovile, dopo alcuni secoli. E i fedeli si dividono, ma sono molti di più coloro che hanno accolto con critiche e disapprovazione questo veto.

E’ come se a Brindisi il presule avesse deciso di non montare più a cavallo per la processione di San Teodoro d’Amasea, o che a Ostuni fosse stata abolita la Cavalcata di Sant’Oronzo. Cose che molto difficilmente accadranno. Invece a San Vito è stata applicata in maniera drastica la prescrizione di privilegiare su tutto la nuova liturgia, con la quale ogni altro atto o manifestazione di fede (secondo il Concilio Vaticano II) deve essere in armonia e ricondurre ad essa. Ma perché la processione dei santi portati a spalla, e usciti da tutte le sette chiede di San Vito dei Normanni, è in contrasto con tutto ciò? La parte critica dei fedeli non è ne è convinta, e difficilmente si farà convincere dalla lettera di tre pagine fitte ad essi rivolta dall’arcivescovo di Brindisi e Ostuni, Rocco Talucci, ed affidata ai parroci per l’opportuna diffusione.

Una lunga spiegazione delle ragioni che hanno indotto il capo della Curia ad emettere, nel giorno dell’Epifania, il decreto che seppellisce la tradizione delle statue dei santi che simbolicamente vanno ad osannare il Cristo risorto accompagnati da una grande folla. Un decreto che in ultimo contiene una piccola concessione. Solo e solamente le copie fedelissime – e giammai gli originali, che non vanno “impoveriti” con gli spostamenti - delle statue dei santi patroni, San Giuseppe, S,Vito, San Vincenzo Ferreri, San Francesco di Paola e Santa Rita, assieme a quella della Vergine Maria, potranno essere trasportate in forma privata sino alla Chiesa Madre (la basilica di Santa Maria della Vittoria) la Domenica delle Palme, per entrare attraverso una delle navate al momento del canto del Regina Coeli durante la messa della sera del Sabato Santo. La sera di Pasqua le statue fac-simile potranno essere portate sul sagrato e partecipare ad una brevissima processione all’ora del Vespro. Il giorno dopo, sempre in forma rigorosamente privata, dovranno essere riportate alle rispettive parrocchie.

Il primo blocco della tradizionale processione del Gloria è avvenuto al Sabato Santo del 2010 per volontà del clero locale, una decisione interparrocchiale, secondo alcune fonti, legata al proposito di non vedere più semivuote le chiese durante la messa della sera della vigilia, a causa del grande afflusso verso la Chiesa Madre e la sfilata delle statue dei santi. Questa non è la verità ufficiale, ma è ciò di cui molti sono convinti, a partire da coloro che quella sera inalberarono polemicamente gigantografie delle statue interdette. Succederà ancora il prossimo Sabato Santo? Sarà sfidato il decreto arcivescovile, una disobbedienza clamorosa a difesa di una antica manifestazione di fede in un paese che di tradizioni ormai non ne conserva più?

Per arrivare alla decisione, dalla Pasqua del 2010 al 5 gennaio 2011, Talucci ha convocato più volte per consultazioni sia il clero che le confraternite locali (una decina), praticamente tutte contrarie all’abolizione della processione. Ma la chiesa, come ha detto qualcuno durante una chiacchierata sul caso, “non è una democrazia”. E ha deciso l’arcivescovo. Le confraternite e i loro priori sono state chiamate dal decreto a collaborare con i parroci per applicare le disposizioni dell’arcivescovo, che alla fine della lettera ai fedeli scrive: “Chiediamo al Signore la gioia della concordia, coltivata da ognuno di noi”.

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