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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Acque Chiare, cartelle Arneo ai proprietari delle villette

Il Consorzio di bonifica chiede il pagamento di 52 euro a testa anche se gli immobili sono a rischio confisca. Pronto un esposto in Procura. Sollecito pure all'Asi per 16mila euro, somma contestata: "Interventi generici, nessun vantaggio diretto per l'Ente"

BRINDISI – Nuova ondata di solleciti di pagamento per opere di bonifica che l’Arneo sostiene di aver realizzato e guerra legale all’orizzonte: il Consorzio ha guardato al villaggio Acque Chiare, diventato realtà fantasma dal giorno del sequestro, e ha chiesto ai proprietari delle villette il versamento di 52 euro a testa. Ha sollecitato anche l’Asi con richiesta di 16.600 euro.

La Finanza al villaggio Acque ChiareGli avvisi sono stati reiterati nelle ultime settimane dalla società Soget, in nome e per conto del Consorzio di Bonifica, nonostante più di qualcuno tra i destinatari abbia scritto all’Arneo per avere spiegazioni e contezza delle opere di bonifica. Nessuna risposta, visto che sono arrivati i solleciti. Nessuna risposta neppure di fronte alla richiesta di sospendere in autotutela.

Dalla sede dell’Arneo, silenzio assoluto sia nei confronti dei proprietari delle villette di Acque Chiare, ancora in attesa di conoscere quale sarà la sorte degli immobili, a rischio di confisca, nell’ambito del processo penale scaturito dalla conclusione dell’inchiesta per lottizzazione abusiva imbastita dalla Procura di Brindisi. Aspettano la pronuncia della Cassazione, dopo gli ultimi orientamenti dei giudici europei. Silenzio anche rispetto ai dubbi sulla legittimità della pretesa di pagamento sollevati dall’Asi.

Dalla Soget, sono stati spediti i bolletini. Gli ennesimi. E a questo punto in silenzio non sono rimasti né i proprietari delle villette del villaggio Acque Chiare, per lo meno non tutti. Né il consorzio Asi. Tra le fila di coloro i quali hanno acquistato gli immobili costruiti dalla società di Vincenzo Romanazzi, si fa sentire la voce dell’avvocato Luca Leoci con un esposto denuncia pronto per essere depositato in Procura. Perché, secondo il penalista, la condotta sin qui tenuta dall’Arneo, potrebbe configurare gli estremi di fattispecie rilevanti.

In altri termini, non è una questione di quanto pagare, ma della richiesta in sé. Una questione di principio, non solo perché non sarebbe affatto chiaro quali siano state le opere di bonifica al servizio del Villaggio, realizzate dal Consorzio, ma l’Arneo con i solleciti avrebbe persino dimenticato di prestare attenzione a una recente pronuncia del legislatore, secondo il quale nulla è dovuto in relazione agli immobili sottoposti a sequestro. In questo caso, sarebbe rilevante quanto previsto nel decreto legislativo 175 del 2014 e in particolare quanto contenuto nell’articolo 32 a proposti del “regime fiscale” dei beni sottoposti a sequestro. Sarà la Procura a valutare i fatti e accertare se effettivamente ci siano i presupposti per procedere con il rinvio al giudizio del Tribunale.

La sede del Consorzio Asi di BrindisiL’Asi, dal canto suo, ha preso atto della richiesta Arneo nella seduta del consiglio di amministrazione dello scorso 11 luglio e ha deciso di adire le vie legali, conferendo incarico all’avvocato Francesco Carone, dell’ufficio interno. Il vice presidente, Barbara Branca, ha sottolineato che “l’esame degli atti non consente di individuare se e quali opere di bonifica di terreni e fabbricati di proprietà del Consorzio siano state effettuate dall’Arneo”, né tanto meno “risulta provato il presupposto impositivo ex lege, consistente in un vantaggio diretto, specifico e idoneo a tradursi in una qualità sugli immobili. Guerra aperta, sul piano delle azioni legali. Fuoco sull’Arneo.

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