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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Acque Chiare, Comune non coinvolto"

BRINDISI - "Non c'è organicità tra l'attività del dipendente e dell'ente municipale, in caso di illecito". E' quanto ha sostenuto oggi l'avvocato Augusto Conte, legale che assiste il Comune di Brindisi, responsabile civile nel processo d'appello per la vicenda del villaggio Acque Chiare che si sta celebrando a Lecce. Conte al termine dell'arringa ha chiesto il rigetto dell'appello delle parti civili che avevano contestato la sentenza di primo grado nella parte in cui non ha concesso ai proprietari delle villette del villaggio finito sotto sequestro il risarcimento dei danni: in media 700 mila euro a testa, per circa 170 posizioni.

BRINDISI - "Non c'è organicità tra l'attività del dipendente e dell'ente municipale, in caso di illecito". E' quanto ha sostenuto oggi l'avvocato Augusto Conte, legale che assiste il Comune di Brindisi, responsabile civile nel processo d'appello per la vicenda del villaggio Acque Chiare che si sta celebrando a Lecce. Conte al termine dell'arringa ha chiesto il rigetto dell'appello delle parti civili che avevano contestato la sentenza di primo grado nella parte in cui non ha concesso ai proprietari delle villette del villaggio finito sotto sequestro il risarcimento dei danni: in media 700 mila euro a testa, per circa 170 posizioni.

Alla sbarra in questo filone processuale del caso ci sono quattro persone: il costruttore del villaggio, Vincenzo Romanazzi; il notaio che effettuò la gran parte dei rogiti, Bruno Romano Cafaro; l'allora capo dell'ufficio tecnico comunale, Carlo Cioffi e il progettista Severino Orsan. Il Comune è stato citato nel processo in qualità di responsabile civile relativamente alla posizione di Cioffi, dirigente del Comune che sarebbe stato a conoscenza dei disegni commerciali che c'erano all'origine del villaggio.

Acque Chiare avrebbe dovuto essere una struttura ricettiva e invece fu realizzato come complesso abitativo, frazionato e venduto a privati i quali in un primo momento furono ritenuti terzi in buona fede, mentre oggi sono tutti imputati per concorso in lottizzazione abusiva negoziale in uno stralcio del processo principale.

Quanto all'appello, il giudizio e' alle battute finali. Oggi l'avvocato Augusto Conte ha insistito sulla estraneità del Comune rispetto alla condotta di Cioffi e dunque ha ribadito che, anche in caso, di conferma della condanna dell'architetto, non è l'ente, e quindi la collettività, a doverci rimettere di tasca propria.

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