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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Affitti, dalla Regione Puglia 200mila euro per il Comune di Brindisi

La somma stanziata con delibera della Giunta Emiliano per chi non riesce a pagare i canoni di locazione a causa della perdita o della riduzione del reddito

BRINDISI - La Regione Puglia ha ripartito tra i Comuni pugliesi i fondi destinati sulla morosità incolpevole: 206.761 euro sono stati destinati al Comune di Brindisi, in favore delle famiglie che si trovano in una situazione di impossibilità a provvedere al pagamento del canone di locazione a causa della perdita o della consistente riduzione del proprio reddito. 

Entro quindici giorni dalla pubblicazione della delibera della Giunta Emiliano,  il Comune dovrà pubblicare il bando. “I criteri di accesso sono stabiliti da un decreto minsiteriale del 30 marzo 2016”, ricorda Marcello Petarra, segretario provinciale del Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari). "Perdita del lavoro per licenziamento, accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro, cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti notevolmente la capacità reddituale, mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici e ancora cessazione di attività libero-professionali o di imprese registrate derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente, malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato la consistente riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali".

Lo stesso decreto specifica che le cause elencate sono meramente esemplificative e non esaustive; di conseguenza gli enti locali possono inserire nuove fattispecie. Per potere accedere al contributo è necessario che l’interessato sia destinatario di un atto di intimazione di sfratto per morosità con citazione per la convalida. Il Comune deve inoltre verificare quanto segue: Il richiedente abbia un reddito Ise. non superiore ad 35mila euro o un reddito derivante da regolare attività lavorativa con un valore Isee. non superiore ad 26mila; sia titolare di un contratto di locazione ad uso abitativo registrato (con esclusione degli immobili rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9) e risieda nell’immobile oggetto della procedura di rilascio da almeno un anno; abbia cittadinanza italiana, di un Paese dell’UE o, in caso di extracomunitari, abbia un regolare permesso di soggiorno. Il Comune verifica inoltre che il richiedente ed ogni componente del nucleo familiare non sia titolare di diritto di proprietà o di altro diritto reale su un’abitazione adeguata alle esigenze del nucleo familiare sita nella provincia di residenza.

Il contributo è di importo variabile a seconda dello scopo al quale viene finalizzato. "Si può giungere ad ottomila euro se è destinato a sanare la morosità accertata ma a condizione che il contratto abbia durata residua non inferiore a due anni ed il proprietario rinunci all’esecuzione del provvedimento di rilascio", ricorda ancora Petarra. "Può giungere fino a seimila nella più limitata ipotesi in cui il locatore accetti di differire il rilascio per il tempo necessario a trovare un’adeguata soluzione abitativa all’inquilino. Il contributo può inoltre essere coprire il deposito cauzionale per stipulare un nuovo contratto di locazione. Infine può salire a 12mila  per assicurare il versamento di un numero di mensilità relative ad un nuovo contratto da sottoscrivere a canone".

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