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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Albino Prudentino: per lunedì la decisione del Riesame sulla scarcerazione

OSTUNI - Discussa dalla Difesa l’istanza di scarcerazione: Albino Prudentino (59 anni, ostunese) saprà a giorni le decisioni del Tribunale del Riesame. Due le ipotesi: potrebbe lasciare il carcere romano di Rebibbia e tornare in libertà, qualora la domanda di scarcerazione fosse accolta. Viceversa, verrebbe trasferito presso la Casa circondariale di Lecce, anche al fine di consentirgli di prendere parte a una imminente udienza già fissata presso il Tribunale salentino nell’ambito di un processo d’appello in cui il presunto boss ostunese è chiamato a rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al contrabbando di sigarette. Accuse che gli sono costate, in primo grado, una condanna a quattro anni di carcere, per fatti e circostanze che lo portarono in cella agli inizi del Duemila. La requisitoria del Procuratore generale è in calendario il 17 febbraio prossimo.

OSTUNI - Discussa dalla Difesa l’istanza di scarcerazione: Albino Prudentino (59 anni, ostunese) saprà a giorni le decisioni del Tribunale del Riesame. Due le ipotesi: potrebbe lasciare il carcere romano di Rebibbia e tornare in libertà, qualora la domanda di scarcerazione fosse accolta. Viceversa, verrebbe trasferito presso la Casa circondariale di Lecce, anche al fine di consentirgli di prendere parte a una imminente udienza già fissata presso il Tribunale salentino nell’ambito di un processo d’appello in cui il presunto boss ostunese è chiamato a rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al contrabbando di sigarette. Accuse che gli sono costate, in primo grado, una condanna a quattro anni di carcere, per fatti e circostanze che lo portarono in cella agli inizi del Duemila. La requisitoria del Procuratore generale è in calendario il 17 febbraio prossimo.

Dalle pendenze maturate all’epoca della Marlboro city agli “affari” recenti, che lo hanno portato a finire nuovamente in manette nel settembre 2010, raggiunto in Albania da un ordine di cattura eseguito nell’ambito dell'operazione denominata “Calipso”. Prudentino è chiamato a rispondere su questo nuovo fronte di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti ed estorsione, con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Chiusa la pratica dell’estradizione dall’Albania in Italia, l’ex capo contrabbandiere di Ostuni, si trova tuttora recluso a Rebibbia, a disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e del giudice delle indagini preliminari.

Estradato e consegnato alla Giustizia italiana l’11 gennaio scorso, dopo oltre tre mesi di detenzione nel Paese delle Aquile, il pregiudicato ostunese (che in sede di interrogatorio di garanzia ha respinto ogni addebito) è ritenuto responsabile, insieme al latitante Daniele Vicientino, anche di un’estorsione commessa ai danni dei titolari di una società di scommesse di Ceglie Messapica, costretti secondo l’accusa a versare 10 mila euro l’anno.

Il blitz della Dda scattò alle quattro di mattina del 29 settembre scorso, fra le due sponde dell’Adriatico. L’operazione dei carabinieri e delle forze speciali della Polizia albanese, consentì la cattura di Prudentino ma anche di altri nove boss della Sacra Corona Unita. Nella rete finì così uno dei due clan della Scu attualmente in attività, quello dei mesagnesi Massimo Pasimeni e Antonio Vitale (entrambi detenuti), la cui direzione era stata affidata a Daniele Vicientino (altro mesagnese, riuscito a sfuggire alla cattura e ancora latitante) e ad Ercole Penna (mesagnese, 36 anni), divenuto nel frattempo collaboratore di giustizia.

Dalle dichiarazione di quest’ultimo, sarebbe non a caso maturato alla fine del dicembre scorso l’Operazione Last Minute, condotta da Squadra mobile di Brindisi e dal Commissariato di Mesagne. Qualche giorno dopo l’arresto scattarono anche i sigilli a carico dei beni di Prudentino, stavolta su disposizione della Procura di Valona. Sotto sequestro preventivo, infatti, finirono alcune delle proprietà e delle attività economiche avviate in Albania e intestate ai suoi familiari.

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