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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Alenia, i dipendenti: "Un tavolo di confronto"

BRINDISI - Di fronte alle prospettive sempre meno rosee per Alenia Aeronautica, i lavoratori dello stabilimento del rione Casale di Brindisi rivolgono un appello pubblico agli organi di informazione, alle istituzioni locali (Comune, Provincia di Brindisi e Regione Puglia), a Finmeccanica e alla stessa Alenia Aeronautica.

BRINDISI - Di fronte alle prospettive sempre meno rosee per Alenia Aeronautica, i lavoratori dello stabilimento del rione Casale di Brindisi rivolgono un appello pubblico agli organi di informazione, alle istituzioni locali (Comune, Provincia di Brindisi e Regione Puglia), a Finmeccanica e alla stessa Alenia Aeronautica. “La prospettiva di attività industriale dello stabilimento - scrivono - viene messa in discussione. Siamo convinti che le attività di revisioni, le manutenzioni e le trasformazioni, svolte dallo stabilimento di Brindisi di Alenia Aeronautica siano un patrimonio produttivo e industriale che la comunità locale non può permettersi di perdere. Queste attività possono continuare nel tempo a produrre opportunità di lavoro e di ricchezza per l’intera comunità locale. Per questi motivi crediamo che sia giunta l’ora di chiedere a Finmeccanica ed Alenia Aeronautica un tavolo a Brindisi assieme alle istituzioni locali, in modo che si affrontino, con chiarezza, anche le prospettive industriali del nostro stabilimento”. Attualmente lo stabilimento svolge regolarmente attività di revisione, di modifica e di ammodernamento su velivoli militari da trasporto C-130J, su ATR 42 e 72, sui Canadair antincendio CL-415. “Inoltre sugli ATR si svolge una attività di trasformazione in Maritime Patrol (pattugliatore marittimo) che pare avere un interessante mercato attorno al Mediterraneo ed oltre”. “Siamo convinti che le attività di revisioni, le manutenzioni e le trasformazioni siano una cosa distinta dalle altre attività dell’industria aeronautica, esse sono legate in primo luogo ad assicurare la sicurezza in volo degli aerei, i quali volano di continuo e quindi hanno continuamente bisogno di manutenzioni, da ciò proviene la nostra fiducia sulla insostituibilità delle manutenzioni, anche perché sono il 25-30% del mercato delle attività aeronautiche. In Italia stanno accadendo eventi industriali e produttivi nel settore delle manutenzioni che dimostrano che vi sono opportunità che si possono e devono cogliere (come mai Finmeccanica partecipa con il 10 % in uno dei progetti?)”. I lavoratori sospettano inoltre che “dietro alcuni giudizi pessimisti che circolano sul mercato delle manutenzioni e delle trasformazioni si nascondano giochi atti a far prevalere interessi di realtà locali diverse da quelli per lo stabilimento di Brindisi, un tavolo locale con le istituzioni locali e Finmeccanica potrebbe dissipare tale ipotesi. Ci piace anche pensare che nell’attività di manutenzione, che è il nostro lavoro, sia centrale il contributo delle persone, siano le loro competenze e le loro professionalità a far volare le aeromobili, sarebbe bello se i nostri giovani potessero continuare a pensare che vi saranno luoghi del nostro territorio dove sperare di poter svolgere questo bel mestiere. Chiediamo se sia possibile pensare ad un centro di manutenzione per l’Area del Mediterraneo, inteso come un sistema integrato di attività di revisioni tra imprese grandi e piccole, ben dotato sul piano delle infrastrutture e degli impianti, geograficamente collocato per servire tutta l’area che sta tra la Puglia e il Medio Oriente, il Mediterraneo, il Nord Africa e i Balcani”. Finmeccanica sbaglia, secondo i lavoratori, “in questa fase di crisi e di recessione, a trascurare un settore dai notevoli volumi quali le manutenzioni e revisioni che comunque ci saranno negli anni futuri.  Finmeccanica sa di poter contare su Brindisi su un modello di organizzazione produttiva sicuramente più agile e dedicato, oltre che basso sul costo orario. Non siamo d’accordo a continuare ad essere vittime assieme a molti lavoratori aeronautici brindisini di un “paradosso”: che una realtà debole come Brindisi debba soccorrere realtà territoriali più forti sul piano industriale, come è accaduto destinando la linea di produzione NH 90 o con la chiusura del reparto di revisione degli elicotteri. Senza tacere che l’indotto locale soffre a prescindere da minori costi, con la singolarità terribile che in Puglia si parla di crescita aeronautica ed in pratica decine di lavoratori e di imprese di Brindisi stentano, qualcosa va raddrizzato nelle politiche del Distretto, mettendo molta più attenzione su Brindisi e alle sue caratteristiche industriali di imprese grandi medie e piccole, inoltre ed è la ragione più importante, per il numero dei lavoratori che ogni giorno ci stanno dentro e fanno il loro dovere”. “Nelle imprese - concludono -, soprattutto quelle grandi presenti a Brindisi, ci sono le intelligenze, le competenze le risorse e le conoscenze utili e da meglio impiegare in una idea di sviluppo concreto,che parte dalle fabbriche quelle che operano adesso a Brindisi”.

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