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Cronaca

“Multiservizi a rischio di sopravvivenza: eroso il capitale sociale”

I Revisori del Comune sollecitano l’approvazione del bilancio per il 2015 e il piano di risanamento: “Preservare il patrimonio e non erodere totalmente le prospettive di redditività”. Ad oggi non è stato conferito l’immobile sede della srl e neppure è stato disposto l’aumento del capitale nonostante la delibera del Consiglio del 2014. A Camassa compenso lordo di 35mila euro l’anno

BRINDISI – Rischia la sopravvivenza la Multiservizi, la più importante società partecipata del Comune di Brindisi, di fronte alle perdite registrate negli ultimi tre esercizi e non arginate, al punto da aver intaccato il capitale sociale eroso di recente.

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Lanciano l’allarme i Revisori dei Conti di Palazzo di città, collegio presieduto da Antonio Simone (componenti Raffaele Petracca e Alberta Caterina Colella), in sede di parere sulla proposta di bilancio di previsione 2017, nel capitolo dedicato agli “organismi partecipati”. In primis, i revisori hanno ricordato che manca il bilancio della Multiservizi al 2015, così come non è stato depositato il consuntivo della Fondazione del Nuovo Teatro Verdi, alla fine dello stesso esercizio, e quindi hanno “sollecitato” entrambi gli organi di amministrazione ad approvare i rispettivi documenti contabili.

Per Multiservizi, i revisori richiamano l’attenzione su  “perdite che richiedono interventi di cui all’articolo 2447 del Codice civile”:  “quando risulta che il capitale è diminuito  di oltre un terzo in conseguenza di perdite, gli amministratori o il consiglio di gestione, e nel caso di loro inerzia il collegio sindacale ovvero il consiglio di sorveglianza, devono senza indugio convocare l’assemblea per gli opportuni provvedimenti”, è scritto dell’articolo. “All’assemblea deve essere sottoposta una relazione sulla situazione patrimoniale della società, con le osservazioni del collegio sindacale o del comitato per il controllo sulla gestione. La relazione e le osservazioni devono restare depositate in copia nella sede della società durante gli otto giorni che precedono l’assemblea, perchè i soci possano prenderne visione. Nell’assemblea gli amministratori devono dare conto dei fatti di rilievo avvenuti dopo la redazione della relazione”.

Codice civile alla mano, “entro l’esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di un terzo, l’assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza che approva il bilancio di tale esercizio deve ridurre il capitale in proporzione delle perdite accertate”. “In mancanza gli amministratori e i sindaci o il consiglio di sorveglianza devono chiedere al tribunale che venga disposta la riduzione del capitale in ragione delle perdite risultanti dal bilancio. Il tribunale provvede, sentito il pubblico ministero, con decreto soggetto a reclamo, che deve essere iscritto nel registro delle imprese a cura degli amministratori”.

Al momento non risulta che per la Multiservizi siano state adottate le azioni previste dal legislatore. “Si sottolinea – scrivono i revisori – l’importanza di definire il risultato di esercizio chiuso al 31 dicembre 2015, onde poter prevedere con maggiore precisione gli stanziamenti per l’eventuale copertura di perdite e al contempo programma un piano di risanamento, al fine di preservare il patrimonio aziendale e non erodere totalmente le prospettive di redditività future degli stessi, con il rischio di gravi riverberi sulle possibilità di sopravvivenza e di conseguenza sui loro dipendenti”. Analoghe considerazioni sono state fatte per la Fondazione nata per la gestione del teatro sospeso sugli scavi.

Una protesta davanti alla sede della Multiservizi

Per la Multiservizi, inoltre, “a tutt’oggi non è stato assunto alcun provvedimento” di quelli deliberati dal Consiglio comunale nella seduta del 22 dicembre 2014, periodo dell’Amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Mimmo Consales: conferimento dell’immobile sede della stessa società, di proprietà del Comune e conseguente aumento del capitale. Vero è che l’Ente socio” ha proceduto ad accantonare nel bilancio di previsione 2017, la somma di un milione e 400mila euro, sia per il risultato negativo conseguito nel 2014 pari a 1.333.219 approvato il 19 dicembre 2016 che per l’incertezza sul risultato 2015”.

Al neo amministratore della partecipata, Vito Camassa, spetta un compenso di 35mila euro lordo annuo, di cui il 70 per cento come parte fissa da corrispondere mensilmente e il 30 per cento di parte variabile da deliberare annualmente dall’assemblea dei soci sulla base dei risultati conseguiti dallo stesso in sede di approvazione del bilancio.

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