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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Normanni, Longobardi, Bizantini e la presa di Brindisi tra storia e arte

Lo studioso di oplologia medievale, Cristian Guzzo, ha presentato venerdì presso Palazzo Virgilio, il suo ultimo libro intitolato “L’arrivo dei Normanni nel Meridione d’Italia. Tra fonti d’epoca e storiografia moderna”. Il saggio, edito da Penne & Papiri, casa editrice specializzata nella storia dei Templari, delle Crociate e del Medioevo, è stato presentato dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, di cui Guzzo è socio, e dal Rotary Club Brindisi “Appia Antica”

BRINDISI - Lo studioso di oplologia medievale, Cristian Guzzo, ha presentato venerdì presso Palazzo Virgilio, il suo ultimo libro intitolato “L’arrivo dei Normanni nel Meridione d’Italia. Tra fonti d’epoca e storiografia moderna”. Il saggio, edito da Penne & Papiri, casa editrice specializzata nella storia dei Templari, delle Crociate e del Medioevo, è stato presentato dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, di cui Guzzo è socio,  e dal Rotary Club Brindisi “Appia Antica” presieduto dalla dottoressa Luigia Massarelli, che ha dato inizio alla serata culturale con gli indirizzi di saluto e presentando l’autore del libro. A presiedere i lavori è stato Giacomo Carito, presidente della sezione brindisina della Società di Storia Patria per la Puglia.

Luigia Massarelli-2“I fatti sono stupidi, diceva Nietzsche. I fatti occorre interpretarli”, afferma Carito ricordando quanto ciò sia importante per gli eventi che hanno una durata molto prolungata nel tempo, come per il regno cui diedero vita i Normanni che tra alterne vicende arrivò sino al 1861. Carito ha ricordato quindi il rapporto della nostra città con Bisanzio, un rapporto che “andava avanti dal VI secolo pur tra varie soluzioni di continuità determinate dall’irruzione dei Longobardi che giunsero fin nel cuore del Salento”. “Però, sostanzialmente i rapporti con Bisanzio non cessarono mai - prosegue il professore - e paradossalmente proprio dai primi dell’XI secolo, in un momento finalmente di crescita demografica si registra in tutte le città bizantine del Sud un’intensa attività edilizia”. (Nella foto, Giacomo carito e Luigia Massarelli)

La copertina del libro di Cristian Guzzo-2Carito ha quindi ricordato l’arrivo definitivo dei Normanni a Brindisi nel 1071 e come quella presa della città non fu né facile né indolore e passò attraverso fasi alterne di conquista, perdita e riconquista. E a tal proposito il professore ricorda ancora lo stratagemma elaborato dal generale bizantino Niceforo Caranteno che comandava la guarnigione di Brindisi nel 1070. “Temendo di essere sconfitto sul campo dalle forze normanne che erano preponderanti - ricorda Carito - elaborò uno stratagemma: finse di cedere la città provvisoriamente ai Normanni che scalano le mura convinti di poter entrare facilmente. Vennero presi a uno a uno, sgozzati e la loro testa inviata come un trofeo a Costantinopoli”.

Il presidente della sezione brindisina della Società di storia patria per la Puglia ha quindi concluso il suo intervento ricordando gli opposti modi in cui questo episodio venne interpretato dalla storiografia napoletana e da quella veneziana e il mutamento di prospettiva con la storiografia risorgimentale. Nel suo intervento, il professor Giuseppe Marella ha analizzato invece le vicende artistiche del primo periodo normanno, in particolare nell’architettura e nella scultura. Sulla scultura di fine XI secolo Marella afferma: “Presenta alcune caratteristiche, alcuni spunti, alcuni timbri che in realtà si erano parzialmente già affermati in epoca longobarda. Per cui bisogna vedere i Normanni non tanto come ai fautori della nuova arte normanna quanto a vettori della stessa. Cioè coloro che fanno quasi da mediatori tra quello che sta accadendo nel Nord Europa in questo periodo e quanto era già stato  un po’ sviluppato nel Sud Italia prima del loro arrivo grazie proprio ai Longobardi”.

Giuseppe Marella-3Marella ha quindi proposto esempi di ciò che, in architettura, si stava sviluppando a Caen, in Normandia, regione d’origine dei Normanni, nel momento in cui giungono i Normanni nel Sud Italia. E quindi le due chiese abbaziali erette dal duca Guglielmo attorno al 1070-1072: la chiesa della Trinità, destinata alle Benedettine, e quella di Santo Stefano, destinata invece alla comunità maschile benedettina. “In entrambi i casi - afferma Marella - sono già palesi quelli che diverranno poi  nel corso degli anni successivi elementi caratteristici dell’arte normanna un po’ in tutta Europa”. Marella ha concluso analizzando la basilica di San Nicola a Bari, la chiesa di San Benedetto a Brindisi, la Cattedrale di Bayeux in Normandia e la cattedrale di Aversa. E di quest’ultima il professore ha mostrato anche la famosa lastra di Sigfrido e il drago che ne arricchisce il corredo scultoreo. (Nella foto, Giuseppe Marella)

Cristian Guzzo e Giacomo Carito-2Infine l’autore del libro, Cristian Guzzo, che ha spiegato come arrivarono i Normanni nel Meridione d’Italia. “È molto difficile, quando i documenti sono pochi e soprattutto posteriori agli eventi raccontati, stabilire la verità”, afferma Guzzo, che ha ricordato la fonte più importanti dell’epoca normanna, Amato di Montecassino e la sua cronaca dell’arrivo di questi uomini d’arme nel Meridione d’Italia come pellegrini. Dell’età normanna in Puglia si tornerà a parlare ancora con un incontro di studi previsto per giovedì prossimo, 23 aprile 2015, sempre presso Palazzo Virgilio. Nel corso dell’incontro di studi intitolato “L’età normanna in Puglia. Mito e Ragione” si avvicenderanno qualificati relatori dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 18.30. (Nella foto, Cristian Guzzo)

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