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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Anche Screti chiede la libertà, parere favorevole dei pm

L'istanza depositata oggi dall'avvocato Vincenzo Farina. L'imprenditore ha rinunciato a essere presente all'udienza odierna del processo sulla discarica di Autigno in cui, secondo l'accusa, venivano smaltite feci dei cani e scarti come avanzi di ristorazione

BRINDISI – Anche l’imprenditore Luca Screti chiede di tornare uomo libero, al pari dell’ex sindaco di Brindisi Mimmo Consales, e chiede la revoca della misura cautelare applicata dallo scorso 6 febbraio. Con una differenza rispetto all’indagato libero da ieri, perché l’ex amministratore unico della Nubile ha ottenuto il parere favorevole della Procura dopo aver “collaborato” ammettendo la tangente da 30mila euro dietro l’appalto per l’impianto di Cdr. Mazzetta che invece è stata negata dall’ex primo cittadino scarcerato nonostante l’opposizione dei magistrati.

vincenzo farina-2L’istanza è stata depositata al gip Giuseppe Licci,  in mattinata, dalla difesa di Screti, affidata all’avvocato Vincenzo Farina (nella foto), lo stesso che assiste l’imprenditore nel processo nato dall’inchiesta sullo smaltimento nella discarica di Autigno, di proprietà del Comune, di  feci dei cani e scarti indicati come avanzi di ristorazione.

La prima udienza dibattimentale, per la costituzione delle parti e l’ammissione delle prove, si è tenuta sempre oggi davanti al Tribunale in composizione monocratica (giudice Francesco Cacucci) ma Screti ha rinunciato a comparire, anche se ritualmente “avvisato” per essere tradotto dalla sua abitazione con i vincoli della detenzione domiciliare.

L’imprenditore adesso punta alla libertà e spera di incassare anche il via libera del giudice per le indagini preliminari del Tribunale, lo stesso che ha revocato la misura degli arresti domiciliare a Mimmo Consales, accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Massimo Manfreda, secondo il quale non ci sono più esigenze cautelari legate al pericolo di reiterazione del reato contestato, la corruzione.

IL PM GIUSEPPE DE NOZZA E SAVINA TOSCANI-2Se per l’ex sindaco, i sostituti procuratori Giuseppe De Nozza e Savina Toscani (nella foto), titolari del fascicolo d’inchiesta, hanno dato parere negativo sostenendo che quel pericolo sia ancora da ritenersi concreto e attuale, amplificato dalla campagna elettorale, per Screti invece nulla quaestio. Anche perché per la sua impresa, la Nubile, nel frattempo è stata disposta dal gip la misura interdittiva di contrarre con la Pubblica Amministrazione e di svolgere attività nel settore dei rifiuti, per un anno, esattamente come chiedevano gli stessi pm.

Quanto, poi, al profilo della condotta dei due indagati, è stata differente sin da subito, dal giorno degli arresti eseguiti dagli agenti della Mobile: Screti, finito in carcere, ha subito chiesto di incontrare i pm e ha reso il primo interrogatorio ottenendo i domiciliari, per poi tornare a rispondere alle domande dei magistrati, facendo “ampie ammissioni”, al punto da confermare non solo la tangente, ma da riferire la provenienza della provvista, svelando di aver attinto dal suo compenso da amministratore unico della Nubile, nonché le circostanze dell’accordo.

Mimmo Consales esce dal tribunale insieme all'avvocato Massimo Manfreda, dopo l'interrogatorio davanti al gip-2Consales, al contrario, ha fatto dichiarazioni qualificate dal gip come “parziali ammissioni”, le stesse che ieri (martedì 3 magggio) l’ex sindaco ha comunicato ai giornalisti, negando che si sia trattato di tangente, ammettendo di aver ricevuto il denaro solo a titolo di contributo elettorale. Denaro offerto, non chiesto, configurando in tal modo un’ipotesi differente e pur sempre rilevante sul piano penale, perché riconducibile al finanziamento illecito anche sul punto nulla ha precisato il difensore.

Nei confronti di entrambi restano i gravi indizi di colpevolezza in ordine all’ipotesi della corruzione, evidenziati dai pm e condivisi dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare perché nessuno dei due ha fatto ricorso al Riesame anche per una forma di rispetto nei confronti del lavoro della magistratura.

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