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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Ancora guai per il bandito mascherato: a Forlì, altra rapina

FORLI – Due colpi, per un bottino complessivo di mezzo milione di euro. Trasferte d’oro, per il bandito mascherato, al secolo Cosimo Proto, 45 anni, operaio di Brindisi col pallino dei grandi colpi. In Abruzzo avrebbe fatto fortune: due rapine e refurtiva a sei zeri. Ma gli investigatori lo hanno individuato. La prima. E la seconda. Il suo nome, infatti, compare tra gli autori di quella che, se non è stata la rapina del secolo nel Forlivese, ci è andata molto vicina. Avvenne la mattina del 9 febbraio 2009, quando tre malviventi rapinarono ben 370.000 euro nella filiale di Forlimpopoli della Banca Romagna Centro Credito Cooperativo.

FORLI' – Due colpi, per un bottino complessivo di mezzo milione di euro. Trasferte d’oro, per il bandito mascherato, al secolo Cosimo Proto, 45 anni, operaio di Brindisi col pallino dei grandi colpi. In Abruzzo avrebbe fatto fortune: due rapine e refurtiva a sei zeri. Ma gli investigatori lo hanno individuato. La prima. E la seconda.  Il suo nome, infatti, compare tra gli autori di quella che, se non è stata la rapina del secolo nel Forlivese, ci è andata molto vicina. Avvenne la mattina del 9 febbraio 2009, quando tre malviventi rapinarono ben 370.000 euro nella filiale di Forlimpopoli della Banca Romagna Centro Credito Cooperativo.

I tre, secondo le indagini della squadra Mobile di Forlì, sono Rocco Verderosa (60enne di Foggia), Filippo Pierfelice (50 anni, di Pescara) e il brindisino Cosimo Proto, appunto. Tutti sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre già si trovavano in cella, a Cremona, per una fallita rapina commessa nel giugno dello scorso anno. Ai tre viene poi attribuita un'altra rapina, il 14 luglio 2008 alla Cassa dei Risparmi di Cesena, filiale di San Vittore. Il colpo di Forlipopoli, oltre che per l'importo del bottino, aveva evidenziato l'azione di un gruppo di professionisti.

Il terzetto, visi truccati, parrucche e barbe, radio auricolari per essere sempre in contatto, prima aveva rubato un'auto a Ravenna. Poi aveva atteso ad un semaforo e sequestrato la donna delle pulizie della banca mentre si dirigeva al lavoro in macchina. Entrati in banca con le chiavi della donna da un ingresso secondario il terzetto, pistole in mano, aveva sequestrato impiegati e clienti, chiudendoli nel bagno, per poi attendere pazientemente l'apertura, a tempo, della cassaforte e andarsene con tutto il denaro. L'epilogo si è avuto lo scorso 4 giugno, quando i tre sono stati arrestati dopo la fallita rapina alla Banca Cremonese di Cremona.

Le immagini tv hanno consentito agli inquirenti di associare a Verderosa, Proto e Pierfelice i volti dei rapinatori di San Vittore e successivamente di Forlimpopoli. I tre si erano conosciuti in carcere, dove si trovavano per altri reati, e avevano deciso di mettersi assieme un volta tornati in libertà. La loro tattica prevedeva di fare vita rigorosamente separata e di frequentarsi solo lo stretto necessario per fare i colpi e dividersi il bottino

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