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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Anni di angherie e aggressioni da parte dell'ex: fine dell'incubo per una donna

In un’occasione l’ha minacciata con un coltello. In un’altra l’ha colpita con un calcio all’addome. In un’altra ancora ha minacciato di fare una strage ai danni dei figli se non fossero tornati insieme.  Dopo anni di continue angherie, i poliziotti del commissariato di Ostuni al comando del commissario capo Gianni Albano hanno posto fine al calvario di una donna.

OSTUNI - In un’occasione l’ha minacciata con un coltello. In un’altra l’ha colpita con un calcio all’addome. In un’altra ancora ha minacciato di fare una strage ai danni dei figli se non fossero tornati insieme.  Dopo anni di continue angherie, i poliziotti del commissariato di Ostuni al comando del commissario capo Gianni Albano hanno posto fine al calvario di una donna. L’ex marito, il 46enne L.R., del posto, non potrà avvicinarsi alla vittima entro un raggio di 500 metri e non potrà contattarla né telefonicamente né attraverso i socialnetwrk.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip del tribunale di Brindisi Stefania De Angelis, su richiesta del pm Pierpaolo Montinaro. Le indagini sono partite lo scorso agosto, quando la malcapitata si è recata in commissariato per denunciare anni di soprusi. L’odissea è iniziata fin dal momento in cui i due si sono sposati, nel 1996, e si è protratta oltre il 2013, quando è avvenuta la separazione. A partire dal divorzio, anzi, il 46enne è diventato ancora più violento. 

Sono iniziate infatti le ripetute telefonate, i messaggi, gli appostamenti sotto casa e nei luoghi di abituale frequentazione della donna, minacciata assieme ai figli. Una vera e propria fissazione quella dell’ex marito che sfociava in ulteriore collera non soltanto nei confronti dell’ex e dei figli, sconvolti dall’atteggiamento del padre, ma anche nei confronti dei suoceri, picchiati dall’ uomo perché ritenuti responsabili del cambiamento della figlia. 

Per il presunto stalker, l’ex era solo una cosa sua, non doveva essere di nessun altro tanto che ne controllava ogni movimento e spostamento, facendosi trovare in tutti i luoghi in cui la donna si recava, giungendo addirittura a “piantonarla” sotto casa, suonando inoltre insistentemente al campanello, creando così nella vittima un perdurante stato di ansia e di paura. 

Quanto riferito dalla donna in sede di denuncia è stato riscontrato in maniera oggettiva dai poliziotti, attraverso una meticolosa indagine durante la quale sono stati raccolti vari elementi. Ritenendo concreto il pericolo di reiterazione del reato, quindi, il giudice ha imposto all’indagato di tenersi lontano dai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, mantenendo una distanza non inferiore a 500 metri dalla stessa, dalla sua abitazione e dal suo luogo di lavoro, con l’ulteriore prescrizione di non comunicare con la stessa attraverso qualsiasi mezzo, neppure in forma scritta, a mezzo del telefono o della rete Internet.

La minima trasgressione di quanto disposto determinerà l’ aggravamento dell’attuale misura restrittiva. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia, è accusato di atti persecutori ai danni dell’ ex moglie, con l’ aggravante di aver commesso il reato in presenza o in danno di minore di anni diciotto.

Tale operazione dimostra l’ attenzione scrupolosa della polizia di Stato nei confronti dei reati in generale ed in particolar modo nei confronti di quelli che ledono la persona e che si inseriscono nell’ ambito della così detta violenza di genere, vera e propria piaga sociale da sconfiggere attraverso l’atto di denuncia a garanzia di un intervento istituzionale celere e risolutivo nell’ottica della sicurezza personale della vittima e delle persone a questa vicina. 

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