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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Antenna nel rondò di Bozzano: "O chiarezza o carte in procura"

Passaggi da approfondire sull’uso di fondi pubblici e sulla proprietà attuale del suolo privato, non ancora nota. Il caso nella commissione comunale Lavori Pubblici: Giannace punta i piedi. Latini: “Scarsa sensibilità istituzionale del segretario”

BRINDISI – Troppe domande sulla maxi antenna della telefonia mobile nel rondò del rione Bozzano, ma nessuna risposta ufficiale, motivo per il quale c’è chi si dice pronto a portare la documentazione in procura, di fronte alla possibilità di risvolti penali. Perché l’interrogativo di base è se siano o meno stati usati fondi pubblici per realizzare la rotatoria su un suolo privato.

Il caso. Ad alzare la voce non sono i consiglieri comunali di opposizione sempre pronti a punzecchiare chi governa, ma quelli eletti nella lista del sindaco Consales, Progettiamo Brindisi, con in testa Salvatore Giannace: in occasione dell’ultima riunione della Commissione ai Lavori Pubblici ha scatenato il terremoto, trovando alla fine consensi trasversali, visto che si è associato il consigliere di Forza Italia, Cosimo Elmo, già assessore ai Lavori Pubblici nella giunta guidata da Domenico Mennitti.

La voce grossa rimbalza dal verbale della seduta dell’8 giugno che più di qualcuno fra gli inquilini del Palazzo ha chiesto in copia, curioso di sapere come mai proprio Giannace, persona calma e poco incline alla rabbia politica, si sia parecchio arrabbiato. Il motivo è presto detto, basta appunto leggere quanto è scritto nella relazione: “assenza di notizie da parte del segretario generale in merito alla vicenda dell’antenna del rondò di Bozzano”.

“Attesa prolungata di risposte”, è scritto ancora facendo riferimento al “caso”. Da qui la decisione del consigliere di maggioranza: “Stante la possibilità di risvolti penali se dovesse provarsi l’utilizzo di fondi pubblici per la realizzazione di un’opera pubblica su un suolo privato, invito il presidente a presentare il carteggio in Procura”. Il dubbio c’è e c’è da parecchio, da quando sono partiti i lavori per la rotatoria che ha abbracciato il ripetitore della compagnia di telefonia mobile Vodafone.

L’ultimo appello è stato rivolto ad Enrico Latini, del Partito democratico, in qualità di presidente della commissione a cui era presente anche il numero uno del consiglio comunale, Luciano Loiacono, anche lui del Pd. A entrambi è stata consegnata la richiesta di “interloquire con il segretario generale e laddove non ci siano risposte, ad intraprendere le necessarie iniziative nel rispetto delle normative di legge” perché secondo i consiglieri ci sono “alcuni passaggi relativi alla realizzazione” della rotatoria “non chiari all’intera commissione” di cui fanno parte Massimo Pagliara del Centro democratico, Antonio Pisanelli di Futuro e libertà e Umberto Ribezzi del Pd.

Pagliara in quella occasione ha sollecitato risposte tempestive aggiungendo che potrebbero esserci gli estremi per un “danno erariale” se dovesse effettivamente risultare una spesa pubblica per un’opera come quella realizzata nel quartiere Bozzano su un terreno ancora nella disponibilità di privati.

La proprietà. Il nodo della vicenda è tutto qui: nella proprietà del fazzoletto di terra sul quale è stato realizzato il “cerchio” non propriamente geometrico, allo scopo di permettere una viabilità più scorrevole tenuto conto dell’accesso alla multisala Andromeda in sostituzione dell’impianto semaforico e sul quale, prima ancora che fosse dato il via libera al progetto, ha trovato posto un ripetitore della compagnia di telefonia mobile Vodafone. Che paga un canone in favore del titolare del terreno. E allora, la domanda acquista ancora maggior forza: chi è il proprietario?

I componenti della commissione attendevano chiarimenti dal segretario, ma sono stati costretta a verbalizzare il nulla di fatto. E il presidente, dal canto suo, non ha potuto fare altro che “ascoltare le giuste lamentele” e “constatare la mancanza di sensibilità istituzionale nei confronti dell’intera commissione” da parte del segretario “più volta invitato sia personalmente, sia telefonicamente che su richiesta scritta”. Di conseguenza, lo stesso Latini si è impegnato “qualora la commissione dovesse riscontrare possibili aspetti di rilevanza penale, a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica”.

Nel frattempo sono stati informati il sindaco Mimmo Consales e l’assessore ai Lavori Pubblici, Cosimo D’Angelo, e qualcuno tra i più attivi consiglieri ha iniziato a raccogliere informazioni, riuscendo a trovare i documenti relativi all’antenna, dall’archivio del settore Urbanistica e assetto del territorio del Comune di Brindisi. Praticamente un riesumazione, poiché si tratta di “carte” che risalgono al 1999.

Il contratto di locazione. Spulciando tra gli scaffali è venuto a galla il “contratto di locazione di immobile ad uso non abitativo” tra Giuseppe C. nato e residente a Brindisi, classe 1929, e Omnitel Pronto Italia spa con sede legale ad Ivrea, Torino per la “cessione in locazione del terreno censito al foglio 54, particella 2476, del catasto di Brindisi, per 220 metri quadrati complessivi”.

Durata di nove anni, rinnovabili per uguale periodo. Ma la parte relativa al canone risulta bianca: nessuna somma, per lo meno nessuna cifra che sia leggibile. Si sa che il “locatore concede alla conduttrice di allocare sull’immobile un palo sul quale saranno allocate antenne e parabole e un prefabbricato (shelter) nel quale saranno allocate le apparecchiature”.

A sentire gli autori del ritrovamento dei documenti, del locatore si sarebbero perse le tracce nel senso che non è dato sapere se sia in vita (dovrebbe avere 86 anni), se sia ancora proprietario o se la titolarità del terreno sia cambiata. Non sono riusciti neppure a sapere se nel frattempo ci sia stata un’espropriazione per pubblica utilità tenuto conto della rotatoria. Ecco perché avevano necessità di rapportarsi al segretario generale del Comune.

Hanno accertato, invece, che Vodafone nel 2004 ha chiesto l’autorizzazione a una “nuova configurazione dell’impianto esistente in via Martiri delle Fosse Ardeatine con implementazione di tecnologia Umts” e dal Comune è arrivato l’ok. Nel mese di maggio 2004 risulta essere pervenuta a Palazzo di città la denuncia di inizio attività presentata dall’allora procuratore generale della società Vodafone.

Il costo del rondò. Sul fronte del costo del progetto, i consiglieri hanno acquisito la determina del dirigente del settore Lavori Pubblici di fine maggio da cui si evince che il progetto è stato approvato il 22 aprile 2013, la gara d’appalto si è svolta il 9 gennaio dell’anno successivo e che i lavori sono stati aggiudicati in via definitiva alla ditta “Smarrazzo Sas” di Isernia per un importo complessivo di 148.202,48 oltre Iva, per cui per un totale pari a 219.686,48.

Hanno anche appreso che durante “l’esecuzione dei lavori e in particolare nella fase di scavo per la costruzione della fondazione della viabilità della rotatoria è stato constatato che il materiale era del tutto inidoneo ad essere riutilizzato come fondazione stradale per la sua natura”: si sarebbero trattato di “materia melmosa argillosa e poco compatta”. Da qui un maggiore onere da sostenere per il trasporto e per lo smaltimento in discarica, nonché un ulteriore costo per la sostituzione dello stesso. Sempre a carico dell’amministrazione.

Non è finita. “E’ emersa, inoltre, la necessità oggettiva di migliorare dal punto di vista funzionale l’intera costruzione del compendio della rotatoria, prevedendo, per i veicoli provenienti dalla zona industriale, l’ingresso diretto per via Bozzano e il locale Andromeda per evitare disagi sia per i residenti sia per gli automobilisti diretti alla Multisala”. Tutto questo “ha comportato una rivisitazione del piano altimetrico dei luoghi, un nuovo studio per il deflusso delle acque piovane con la necessità di realizzare nuovi tronchi e caditoie di fogna bianca in ragione del mutato stato dei luoghi” nonché “il rifacimento dell’asfalto su tutte le strade che si innestano con la rotatoria”.

Per questi motivi, la direzione dei lavori ha redatto una perizia di variante che ha comportato una variazione del prezzo di contratto in aumento pari a 10.948,12 euro, somma che ha trovato copertura finanziaria nell’importo originariamente stanziato per l’esecuzione dell’appalto alla voce “economie di gara e imprevisti”. Non finisce qui. I consiglieri insistono: “Chi è l’attuale proprietario del terreno che ospita l’antenna e il rondò?”.

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