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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Appalto per le acque meteoriche a Francavilla: Comune parte civile

L’appalto per il progetto dei lavori di miglioramento della risorsa idrica a Francavilla Fontana, nella zona a rischio inondazione, è al centro del processo iniziato ieri mattina (30 ottobre) in Tribunale, a Brindisi, nel quale sono imputati in quattro: l’architetto Fulgenzio Clavica, in qualità di ex dirigente dell’Ufficio tecnico della Città degli Imperiali

BRINDISI- L’appalto per il progetto dei lavori di miglioramento della risorsa idrica a Francavilla Fontana, nella zona a rischio inondazione, è al centro del processo iniziato ieri mattina (30 ottobre) in Tribunale, a Brindisi, nel quale sono imputati in quattro: l’architetto Fulgenzio Clavica, in qualità di ex dirigente dell’Ufficio tecnico della Città degli Imperiali; Maria Daniela Camarda, brindisina di nascita, impiegata della stessa ripartizione e due ingegneri esterni, Carmelo Dellisanti, di Martina Franca, titolare della società Promeed Engineering e Michele Vinci, di Taranto.

L’Amministrazione comunale di Francavilla Fontana è stata indicata come parte lesa dal sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza e si è costituita in giudizio chiedendo il risarcimento dei danni, soprattutto di immagine, legati alla vicenda emersa nel corso delle indagini delegate ai finanzieri di Taranto. L’istanza è stata presentata dall’avvocato Giancarlo Camassa a cui la Giunta ha dato incarico.

I fatti per i quali gli imputati hanno scelto di affrontare il dibattimento sono legati alla gara indetta nel 2010 per la stesura del progetto che avrebbe dovuto portare all’adeguamento degli scarichi e delle immissioni delle acque meteoriche nell’area classificata a rischio R4 perché ad alta pericolosità di inondazione.

Clavica e Dellisanti sono accusati di “corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio”: il progetto, nell’impostazione del pm, sarebbe stato “apparentemente elaborato dal dirigente dell’ufficio Tecnico, ma effettivamente redatto dal titolare della Promeed”. Il Comune “disponeva un impegno di spesa in favore di Clavica per 32mila euro, a fronte del quale questi compiva e/o prometteva di compiere, avvalendosi della collaborazione di Camarda, diversi atti contrari ai doveri d’ufficio e/o servizio, consistito nel predisporre il contenuto del bando indetto con determina il 12 agosto 2010, a firma dello stesso Clavica, così da consentire a Dellisanti di partecipate certo della sua aggiudicazione”. Tra l’altro in assenza di regolarità contributiva della società. 

Quanto al contenuto del bando, il pm ha fatto riferimento espresso ai “requisiti oggettivi, modalità di partecipazione, termini e importi delle cauzioni, percentuale del massimo ribasso, criterio dell’aggiudicazione indicato in quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa e termine per la consegna della progettazione definitiva”.

Tutti gli imputati sono accusati di turbata libertà degli incanti perché “in concorso tra loro dopo che la Giunta, con delibera, aveva approvato il Fulgenzio Clavicaprogetto preliminare, con Camarda responsabile del procedimento e con l’affidamento a Clavica del compito di dare attuazione agli adempimenti consequenziali” avrebbero “concordato il contenuto del bando. Camarda su “istigazione di Clavica”, si legge nel capo di imputazione. Avrebbero, inoltre, indotto alla “desistenza quasi tutti i professionisti invitati” e in tal modo “impedivano o comunque turbavano il regolare svolgimento della gara (nella foto a destra, Fulgenzio Clavica).

A Camarda e Clavica è stata contestata l’aggravante di “aver commesso il fatto nella qualità di soggetto preposto alla gara”.
I due, assieme a Dellisanti, devono difendersi anche dall’accusa di falso in atto pubblico: “Concorrevano a formare, falsamente, la determina del 13 settembre 2010 di affidamento dell’incarico professionale” nella quale di “dava atto, contrariamente al vero, di avere acquisito il documento di regolarità contributiva e assistenziale, il Durc, emesso in favore della Promeed, richiesto dalla legge a pena di esclusione”. 

Il sostituto procuratore, infine, contesta sempre ai tre l’abuso in atti d’ufficio, in relazione alla condotta precedente che avrebbe consentito al professionista esterno di “conseguire un ingiusto vantaggio patrimoniale”.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Massimo Manfreda, Giuseppe Modesti, Luca Perrone, Carlo Tatarano e Gianfranco Chiarelli. Manfreda oggi ha sollevato un’eccezione sui decreti di autorizzazione delle intercettazioni ritenuti carenti sul fronte della motivazione. Il Tribunale si è riservato e si pronuncerà fra sette giorni.

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