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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Appalto stazione marittima e pulizie portuali: due casi di "opportunità" per l'Authority

BRINDISI – Solo questioni di opportunità, oppure aperti casi di incompatibilità? Ci vorrebbe un esperto in diritto amministrativo, ma è la domanda che in molti si pongono in questi giorni a Brindisi alla luce di due vicende ben distinte ma che, tuttavia, coinvolgono decisioni dell’Autorità Portuale. La prima è quella legata ad uno dei contenuti della denuncia fatta dall’Ordine degli Architetti all’Autorità per la Vigilanza sugli appalti pubblici, a proposito del progetto e della gara della nuova stazione marittima. Il secondo riguarda l’avvocato Giovanni Faggiano, il suo incarico in Comitato Portuale e gli affidamenti di servizi portuali alla società di cui è stato uno dei top manager sino a poche settimane fa, la Enerambiente (nata da una ristrutturazione della Slia Spa).

BRINDISI – Solo questioni di opportunità, oppure aperti casi di incompatibilità? Ci vorrebbe un esperto in diritto amministrativo, ma è la domanda che molti ci pongono in questi giorni a Brindisi alla luce di due vicende ben distinte ma che, tuttavia, coinvolgono decisioni dell’Autorità Portuale. La prima è quella legata ad uno dei contenuti della denuncia fatta dall’Ordine degli Architetti all’Autorità per la Vigilanza sugli appalti pubblici, a proposito del progetto e della gara della nuova stazione marittima. Il secondo riguarda l’avvocato Giovanni Faggiano, il suo incarico in Comitato Portuale e gli affidamenti di servizi portuali alla società di cui è stato uno dei top manager sino a poche settimane fa, la Enerambiente (nata da una ristrutturazione della Slia Spa).

La commissione gara per la nuova stazione marittima - Nell’elenco delle irregolarità presunte inviato dal consiglio dell’Ordine degli Architetti di Brindisi all’authority per i pubblici appalti, c’era in conclusione anche la richiesta implicita di verifica della composizione della commissione giudicatrice della gara per la nuova stazione marittima (del valore di poco meno di 10 milioni di euro) a Punta delle Terrare: “Segnaliamo, inoltre, che dubbi permangono circa la nomina dei componenti la commissione giudicatrice, in quanto è possibile che alcuni componenti, abbiano fatto parte del CTA al momento dell’esame della pratica o abbiano rapporti professionali con l’Ente in esito a progettazioni inerenti l’area oggetto dell’intervento”.

Il Cta è il Comitato tecnico amministrativo, organismo  - in questo caso – del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Puglia e la Basilicata. Il Cta è chiamato a valutare i progetti e a pronunciarsi su eventuali esigenze di modifica o integrazione. Per l’operazione della nuova stazione marittima voluta dal presidente Giuseppe Giurgola, il Cta aveva sottolineato la necessità “che debba essere opportunamente integrato ed emendato secondo le prescrizioni e le raccomandazioni di cui ai precedenti considerato (…) da accertare prima dell’avvio delle procedure di gara d’appalto” , e “che comunque è indispensabile attivare a cura dell’Autorità Portuale (…) la conformità urbanistica inerente la nuova realizzazione dell’Area Terminal ai sensi dell’art. 2 comma 3 del DPR 383/1994”.

Doppio ruolo - Detto questo, con una rapida ricerca sul sito web del Provveditorato Interregionale, alla voce Cta, e nell’elenco dei componenti esperti, troviamo il prof. Giambattista De Tommasi, libero docente presso il Politecnico di Bari in Restauro e consolidamento edifici. Passando al decreto presidenziale 297 del 27 agosto 2010 di Giurgola, con oggetto la nomina della commissione giudicatrice, troviamo tra i quattro nomi anche quello del professore De Tommasi quale componente. Vi sono incompatibilità tra ruolo di valutatore di un’opera pubblica e ruolo di giudicatore di una offerta di un requisito di gara? Non lo sappiamo. Vi sono ragioni di opportunità che avrebbero sconsigliato l’inserimento del prof. Giambattista De Tommasi nella commissione dell’appalto? Ha già risposto il consiglio dell’Ordine degli Architetti. E questo è il primo punto.

Le pulizie nel porto - Il secondo riguarda, come già detto, la posizione dell’avvocato Giovanni Faggiano, eletto nel Comitato Portuale di Brindisi in rappresentanza dei lavoratori delle imprese portuali. Ora, come è indubbio e come dimostrano gli stralci di articoli citati da BrindisiReport.it, Faggiano è stato sino al 16 luglio scorso uno dei Top Manager di Enerambiente di Venezia, nata dalla divisione della holding Slia in Slia Spa, Slia Technologies ed Enerambiente quando la società passo dal gruppo Cerroni a quello dell’immobiliarista Stefano Gavioli. Anzi, si dice, fu proprio l’avvocato Faggiano, per la fiducia che riscuoteva in Slia da anni, a seguire l’operazione. Incarico di Faggiano, rappresentare Enerambiente nelle Ati e nelle joint venture con aziende partecipate.

Proprio come nel caso di mazzette ai politici su cui sta lavorando la magistratura abruzzese, che ha già fatto arrestare l’assessore regionale alla Sanità del Pdl, Lanfranco Venturoni, e che coinvolge la Te.Am. (Teramo Ambiente), ex municipalizzata di cui Faggiano è stato amministratore delegato sino alle dimissioni causa coinvolgimento nell’inchiesta, e del quale si dice che abbia avuto nella storia solo un ruolo marginale. E come nel caso della partnership con Rea, un’altra partecipata, questa volta di Rosignano Solvay in Toscana, al centro di polemiche proprio per la presenza in consiglio di amministrazione oltre che di Gavioli anche di Faggiano, della condanna del quale nel processo per la Tangentopoli brindisina la stampa locale era al corrente.

Doppia presenza - Insomma, sul fatto che Giovanni Faggiano sia stato sino al 16 luglio scorso esponente di primo piano di Enerambiente non ci sono dubbi. E neppure sul fatto che sia stato inseguito ovunque dal peso di quella condanna. Quindi, venendo alla seconda questione di opportunità, si arriva alla presenza dell’avvocato nel Comitato Portuale, e nel contempo nel porto di Brindisi di Enerambiente, sia in Ati con altre imprese per la raccolta degli oli esausti, sia come partecipante ad una gara di appalto per le pulizie interne alle strutture portuali ed esterne di piazzali e banchine. Gara che il Tar di Lecce ha annullato il 19 novembre 2009 soprattutto perché molte delle imprese partecipanti non erano iscritte all’Albo nazionale dei gestori ambientali, bocciando la giustificazione dell’Autorità Portuale secondo cui, dovendo operare all’interno di aree recintate, tale prerogativa non fosse necessaria (illuminante, questo passaggio).

Ritroviamo, peraltro, in questa vicenda, il ricorso in seconda battuta alla trattativa negoziata – la gara non fu aggiudicata col bando perché tutte le offerte tecniche erano state valutate come inadeguate – che deve essere un “must” dell’authority brindisina. Ma sulla presenza contestuale dell’azienda nel porto di Brindisi e del suo amministratore in Comitato Portuale nessuno si è mai occupato. Forse perché non ci sono rilievi di incompatibilità, forse perché in Autorità Portuale si bada al sodo e con le questioni di opportunità non c’è tempo da perdere.

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