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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Arca di Noe’, sequestro non legittimo: via i sigilli"

Il Tribunale: “Solo una tettoia abusiva, terreno di proprietà”: accolta l’istanza dei titolari dello stabilimento balneare finiti sotto inchiesta dopo verifiche dei carabinieri del Noe dei terreni demaniali

BRINDISI – Dissequestrato il lido Arca di Noe’, lungo la costa a Nord di Brindisi: il Tribunale, in funzione di Riesame, ha restituito il terreno in località Apani-Posticeddu, riconoscendo l’effettiva proprietà delle particelle a Vincenzo Elefante, superficie sulla quale, negli anni, sono stati realizzati  bar-alimentari, 54 cabine, infermeria, docce e spogliatoi. Abusiva sarebbe solo una tettoia, reato peraltro caduto in prescrizione.

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Il decreto

Il collegio presieduto da Domenico Cucchiara ha accolto l’istanza presentata e discussa dagli avvocati Giuseppe Guastella del foro di Brindisi e Anna Maria Ciardo di Lecce, all’indomani dei sigilli apposti dai carabinieri del Nucleo ecologico (Noe) di Lecce il 22 giugno, nell’ambito dell’inchiesta scaturita da una serie di accertamenti condotti lungo la litoranea sulle superfici di demanio marittimo.

I penalisti hanno evidenziato che malgrado la contestazione mossa dal pubblico ministero riguardasse unicamente la realizzazione di una “tettoia sul terreno, in difetto del permesso a costruire e della necessaria autorizzazione paesaggistica, la misura cautelare (vale a dire il sequestro, ndr) disposta dal giudice per le indagini preliminari, riguardasse in concreto tremila metri quadrati di terreno”. Superficie sulla quale “ricade per interno lo stabilimento Arca di Noe’, di proprietà di Vincenzo Elefante”.

In secondo luogo, gli avvocati Guastella e Ciardo hanno eccepito che il reato legato l’abusivismo edilizio sarebbe prescritto, “essendo la tettoria realizzata in epoca risalente al 2014”.

Tribunale di Brindisi

Le contestazioni del pm

Il Tribunale (composto da Maurizio Rubino relatore e Ambrogio Colombo), all’esito dell’udienza in camera di Consiglio, ha riconosciuto le doglianze dei penalisti, come si legge nelle motivazioni depositate nella giornata odierna, dopo aver ricordato le contestazioni mosse dal pm nei confronti del titolare del lido e del gestore. In primis l’esecuzione “in concorso di interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, in assenza dei permessi”. Più esattamente è stata contestata la realizzazione della “tettoia composta da travi di legno e metallo, pannelli plastificati, pavimentazione e pilastri in cemento armato”. Opere realizzate anche in assenza di autorizzazione paesaggistica, stando all’ulteriore condotta contestata. In ultimo il magistrato addebitava l’”abusiva occupazione di demanio marittimo”.

Le motivazioni

“Tanto premesso – scrive il Tribunale – si ritiene che a fronte di una contestazione di condotte illecite consistite nella realizzazione di una tettoia, di superficie pari a 200 metri quadrati,  non appare legittima la sottoposizione a sequestro dell’intera area di tremila metri quadrati”. L’abuso edilizio relativo unicamente alla tettoia è stato effettivamente riconosciuto come estinto per intervenuta prescrizione, essendo trascorso il tempo previsto dal legislatore come causa di cancellazione del reato.

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La proprietà

Quanto, poi, all’occupazione abusiva di demanio, per il Tribunale neppure tale reato sarebbe sussistente. I difensori hanno depositato copia dell’autorizzazione rilasciata dalla Capitaneria di porto di Brindisi a Vincenzo Elefante da cui emerge il titolo abilitativo. Titolo rilasciato – è scritto – “entro i limiti della proprietà Ersap, condotta in locazione e in fase di acquisito privato della proprietà privata nello stesso luogo”. E’ stato deposito anche il rogito notarile risalente al 10 novembre 2011.

“Se ne desume, dunque, che l’indagato abbia riscattato il terreno assegnatoli in affitto dall’Ersap, atteso che nel caso contrario non potrebbe risultare proprietario del fabbricato poi accatastato”. Gli avvocati hanno anche depositato la visura catastale.

In definitiva, i giudici in funzione di Riesame, hanno “escluso che la tettoia occupi una porzione di terreno demaniale” e quindi “non appare sussistente il fumus commissi delicti”. Come avevano sostenuto sin da subito gli avvocati Guastella e Ciardi. Il lido Arca di Noe’ è stato restituito. Dissequestrato, pronto per la stagione estiva.

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