rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Arresto revocato pure a Litti

S. PIETRO VERNOTICO - “Vive lontano da un anno e mezzo, ha interrotto i suoi contatti con la criminalità organizzata”.

S. PIETRO VERNOTICO - “Vive lontano da un anno e mezzo, ha interrotto i suoi contatti con la criminalità organizzata”. Con questa motivazione il gip di Lecce Carlo Cazzella, nonostante il parere contrario del pm Alberto Santacatterina, ha accolto l’istanza degli avvocati Fabio Di Bello e Francesco Cascione e revocato la misura cautelare a Giuseppe Litti, coinvolto nell’inchiesta Game Over, che riguarda esponenti di una presunta associazione mafiosa operante a San Pietro Vernotico. Litti vive a Monfalcone, in Friuli, con la moglie e la figlia e lavora alle dipendenze di una ditta. Di recente per altro non è stato condannato per fatti gravi, ergo non sussistono più le esigenze cautelari.

Fu proprio da un attentato a casa di Litti che presero avvio le indagini sul gruppo criminale facente capo a Raffaele Renna, detto “Puffo”. L’inchiesta sulla Sacra Corona Unita 2.0 del sud del Brindisino ebbero infatti avvio da un episodio tutto sommato banale la cui spiegazione sembrava essere di genere privato, sfondo passionale. Colpi di fucile contro l’ingresso dell’abitazione di Giuseppe Litti. Per l’accusa l’autore fu Luca Ferì e la ragione non era solo di carattere privato, ossia una “ragazza” contesa, ma soprattutto passata dall’avere una relazione con un uomo di “Puffo” (Raffaele Renna) a “stare con uno di quelli di prima”, gente vicina ad Annis – Penna & Co (Penna è collaboratore, restano Pasimeni, Vicientino).

Si pensava fosse per amore, e invece era per altre ragioni. Litti è della vecchia guardia, l’avversario della nuova. Sono 46 in tutto le persone che furono arrestate il 18 novembre 2013. A una ventina di persone (vanno aggiunte poi coloro ai quali il 416 bis è già stato contestato in altri procedimenti) è ipotizzato il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso per aver fatto parte della Sacra corona unita.

Cristian Tarantini, Luca Ferì, Sebastiano Esposito, Mario Conte, coordinava l’attività di spaccio di stupefacente a cui partecipavano anche altre persone, per conto di Raffaele Renna che dal carcere comunicava con loro attraverso la compagna e la zia, rispettivamente Pamela Fortunato e Maria Carmela Rubini. Poi c’è il possesso di armi da fuoco, fucili e pistole. I danneggiamenti, le estorsioni e un’infinità di episodi di spaccio (aggravati dalla finalità d’aver agevolato l’organizzazione). Viene anche contestato il traffico di stupefacente che, secondo quanto accertato arrivava da Andria.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Arresto revocato pure a Litti

BrindisiReport è in caricamento