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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

E ora l'azienda di igiene urbana va all'attacco del Comune di Brindisi

Dopo il decreto presidenziale della terza sezione del Tar di Lecce che annulla l'efficacia dell'ultima ordinanza contingibile e urgente della sindaca Angela Carluccio, Ecologica Pugliese attraverso il proprio ufficio stampa ha diramato in serata una nota molto aspra nei confronti dell'amministrazione comunale di Brindisi

BRINDISI - Dopo il decreto presidenziale della terza sezione del Tar di Lecce che annulla l'efficacia dell'ultima ordinanza contingibile e urgente della sindaca Angela Carluccio, Ecologica Pugliese attraverso il proprio ufficio stampa ha diramato in serata una nota molto aspra nei confronti dell'amministrazione comunale di Brindisi, che pubblichiamo integralmente.

Il 15 ottobre 2016 il TAR di Lecce ha accolto la richiesta di decreto cautelare presentata dalla Ecologica Pugliese s.r.l. a seguito dell’Ordinanza Sindacale con cui il Comune di Brindisi, il giorno precedente, aveva nuovamente disposto l’affidamento dei servizi di igiene urbana a una diversa azienda, ovvero la Ecotecnica Srl. Si tratta dell’ennesimo provvedimento con cui l’Ente ha tentato di escludere la Ecologica Pugliese s.r.l. dalla gestione dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti e dei servizi annessi.

L’Ordinanza Sindacale del 14 ottobre 2016 è, infatti, la quarta Ordinanza Sindacale che il Comune, in meno di sei mesi, ha emesso in tal senso in danno della Ecologica Pugliese, ma anche di tutti i cittadini di Brindisi. Sì, perché tutte le precedenti Ordinanze di affidamento all’AMIU e alla stessa Ecotecnica s.r.l. sono state regolarmente impugnate dalla Ecologica Pugliese, che ha vinto sia nelle fasi cautelari che nel merito, con condanna del Comune alla rifusione di una somma complessiva di oltre 26.000 euro.

Questa volta l’Ordinanza di affidamento dei servizi a un diverso gestore è stata emessa nonostante sia in corso una gara (bandita nella forma della procedura aperta), con scadenza dei termini per la presentazione delle offerte fissata al 7 novembre 2016. Il provvedimento è stato giustificato con il presunto rifiuto opposto dalla Ecologica Pugliese s.r.l. rispetto alla sottoscrizione del contratto d’appalto.

La ditta, tuttavia, ben disponibile a contrattualizzare il rapporto e in possesso della documentazione occorrente (tra cui la polizza fideiussoria), ha semplicemente richiesto al Comune di eliminare la clausola vessatoria che prevedeva l’obbligo di raggiungimento di una percentuale minima di raccolta differenziata pari al 58%, posto che – alle condizioni date – l’obbligo risulta“impossibile” – come ampiamente documentato dall’azienda - e ha costretto l’azienda a subire penali di circa 70.000 euro mensili (nel corso della propria gestione le sanzioni pecuniarie irrogate in applicazione della suddetta clausola hanno superato il milione di euro).

Senza fornire alcun riscontro nel merito, il Comune si è limitato a diffidare l’azienda alla stipula, per poi richiudersi in un misterioso silenzio e ricomparire con l’ennesimo provvedimento illegittimo. Così la Ecologica Pugliese, difesa dall’avv. Augusto del Foro di Bari, è stata costretta a ricorrere nuovamente in giudizio, per vedersi riconoscere le proprie ragioni, anche con riferimento alla clausola che il Comune ha ingiustificatamente tentato di imporre.

Ma la storia non è certamente finita qui. Evidentemente non a caso, il Comune, all’indomani del provvedimento del TAR che cosa ha potuto fare? Ha pagato alla Ecologica Pugliese un canone da cui ha decurtato una somma di oltre 400.000 euro per provvedere all’applicazione di ulteriori folli penalità. Infatti, in spregio al sopra richiamato dispositivo del TAR di Lecce, il Comune di Brindisi non solo ha applicato illegittime penalità per il mancato raggiungimento del 58% di raccolta differenziata, ma ha quantificato tali sanzioni pecuniarie computando anche i costi per il trasporto dei rifiuti solidi urbani in Emilia Romagna eseguito durante i mesi estivi.

In altri termini, il Comune di Brindisi ha accollato alla Ecologica Pugliese s.r.l. non solo i costi per il conferimento dei rifiuti che - rispetto al risultato impossibile del 58% di raccolta differenziata (a cui l’azienda – lo ricordiamo -  non si è neppure obbligata per il periodo di riferimento, posto che il contratto non è stato sottoscritto) - non sono stati portati a recupero ma a smaltimento, non solo ha accollato alla Ecologica Pugliese s.r.l. anche i relativi costi dell’Ecotassa (ebbene sì, nonostante qualche articolo letto durante i giorni scorsi su alcune testate locali, è bene ribadire che la Ecologica Pugliese paga anche l’Ecotassa di Brindisi!!), ma ha accollato all’azienda persino la metà degli oneri del trasporto a cui il Comune stesso è stato costretto a ricorrere a causa dell’indisponibilità di impianti sul territorio. Ci si chiede cosa sarebbe successo se una mancata disponibilità impiantistica avesse costretto il Comune a provvedere allo smaltimento all’estero…la risposta sarebbe stata più che scontata, considerato che “paga Ecologica”, sempre e comunque.

Un minimo di buon senso, un minimo di logica nell’interpretazione dei reciproci obblighi (ove siano tali), potrebbe evitare dei danni gravissimi, all’azienda e ai cittadini stessi, considerato che dei danni causati all’azienda qualcuno, prima o poi, sarà chiamato a rispondere! Ma nessuno sforzo viene compito, si preferisce non pagare e addebitare, usado impropriamente lo strumento delle trattenute “in autotutela” come una vera e propria licenza di uccidere.

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